Retribution, recensione: Liam Neeson nobilita un remake prevedibile, ma girato con mano sicura
Leggi la recensione di “Retribution”, il thriller d’azione di Nimaron Antal con protagonista Liam Neeson nei cinema italiani dal 26 ottobre con Lucky Red.
Retribution con protagonista Liam Neeson è arrivato nei cinema italiani, segnando il terzo remake del campione d’incassi spagnolo Desconocido – Resa dei conti (2015) dopo il tedesco Don’t. Get. Out! In trappola (2018) e il sudcoreano Hard Hit (2021).
L’adattamento inglese del film è ad opera di Alberto Marini (I delitti della luna piena, Bed Time, Storie per non dormire), sceneggiatore dell’originale spagnolo “Desconocido – Resa dei conti”, che per l’occasione ha collaborato con Christopher Salmanpour alla sua prima sceneggiatura per il grande schermo, dopo aver scritto episodi per la serie tv FBI: Most Wanted.
L’originale “Desconocido – Resa dei conti” che ha sbancato i Goya con otto riconoscimenti era ispirato al caso spagnolo della vendita delle “Participaciones Preferentes”, un prodotto finanziario ad alto rischio venduto da alcune banche spagnole a clienti ignari dei rischi. “Retribution” è una coproduzione americana, francese, tedesca e spagnola che include la Ombra Productions del regista Jaume Collet-Serra, che ha diretto Liam Neeson in quattro pellicole.
Quando un misterioso chiamante mette una bomba sotto il sedile della sua auto, Matt Turner (Liam Neeson) inizia un inseguimento ad alta velocità attraverso la città per completare una serie specifica di compiti. Con i suoi figli intrappolati sul sedile posteriore e una bomba che esploderà se scendono dall’auto, un normale tragitto giornaliero diventa un contorto gioco di vita o morte, mentre Matt segue le istruzioni sempre più pericolose impartite dallo sconosciuto in una corsa contro il tempo per salvare la sua famiglia.
“Retribution” si dipana con una certa prevedibilità in uno scenario europeo, il film è stato girato principalmente presso i Babelsberg Studios di Potsdam in Germania e per le strade di Berlino. Se come noi avete visto l’originale e vi siete imbattuti nei precedenti rifacimenti la storia avrà poco da raccontare, ma questo però non incide sulla qualità del girato e sulla vis drammatica di Liam Neeson.
Che siate o meno estimatori di Neeson, il suo carisma e la presenza scenica riescono a nobilitare qualsivoglia pellicola in cui l’attore fa capolino, e in questa l’attore diventa protagonista assoluto grazie alla storia che ci porta in macchina con Neeson per circa un’ora e venti minuti, tolti il veloce prologo e i titoli di coda. Un lasso di tempo che vola via grazie ad un discreto livello di tensione e ad una efficace recitazione da parte di Neeson, aiutato da intensi primi piani e una regia bella dinamica che conosce le esigenze degli spettatori meno pazienti.
Nimrod Antal regista del pluripremiato Kontroll e dei più noti Vacancy, Blindato e Predators dirige con mano sicura questo thriller d’azione su quattro ruote, più precisamente su un lussuoso SUV Mercedes. Un gioco del gatto col topo a tappe che viaggia su due binari: da una parte un marito assente e una figura paterna sempre più debole che vive lucrando sui soldi altrui (occcupazioneche richiede pelo sullo stomaco e una notevole capacità di mentire in primis a se stessi); dall’altra un padre di famiglia che riemerge e le cui priorità ad un certo punto cambiano in maniera repentina e brutale, a causa di un folle che non si farà alcuno scrupolo a far saltare in aria lui e i suoi due figli, prigionieri sul sedile posteriore.
“Retribution” si dipana così senza grossi intoppi fino al sin troppo prevedibile finale che si potrà intuire anche se non si sono visti i film precedenti. Lungo la via crucis del sempre più disperato Matt Turner di Liam Neeeson ci saranno autorità poco intuitive e adolescenti spesso irritanti che si alterneranno per rendere la giornata dell’uomo un inferno a tutto tondo.
Così mentre il padre/marito affronterà un profondo senso di colpa in crescendo, che fa il paio con un desiderio di vendetta / rivalsa di fronte al mondo che lo ritrae come un folle dinamitardo pronto a uccidere i suoi stessi figli, l’uomo fatto di puro istinto e messo al muro sarà pronto a tutto (o quasi); persino a sfidare l’attentatore all’altro capo del telefono.