Revenge: recensione, curiosità e colonna sonora del thriller con Matilda Lutz
Il genere “rape&revenge” dal punto di vista femminile per un coinvolgente e brutale thriller a tinte gore.
Cast e personaggi
Matilda Lutz: Jen
Kevin Janssens: Richard
Vincent Colombe: Stanley
Guillaume Bouchède: Dimitri
Jean-Louis Tribes: Roberto
Doppiatori italiani
Deborah Morese: Jen
Mattia Bressan: Richard
Gianluca Iacono: Stanley
Riccardo Rovatti: Dimitri
Debora Magnaghi: Elizabeth
La trama
Jen, sexy e sfacciata, viene invitata dal suo ricco amante alla tradizionale battuta di caccia che l’uomo organizza con due amici. Isolata nel deserto, la ragazza diventa presto preda del desiderio degli uomini e quello che doveva essere un week end di passione si trasforma in un incubo, in una spietata caccia all’uomo. Per la prima volta un “rape and revenge movie” girato da una regista donna. Ricco di virtuose sequenze pulp, Revenge ricrea il classico gioco del gatto con il topo, mostrando come una donna sappia reagire alla violenza, al più vile degli atti maschili.
Revenge è la storia della degradazione di una donna. Una Lolita giovane, frivola e ingenua, assoggettata ai desideri degli uomini, e che gli uomini considerano solo un mero oggetto sessuale. Un oggetto che deve soddisfare il loro desiderio. Anche se ciò significa morire. Anche se non muore fisicamente, il personaggio muore simbolicamente. Ferita nel corpo e nell’anima, questa dolce e insipida bambola rinascerà, trasformandosi in una donna dura, spietata e implacabile. Una donna che niente e nessuno potrà mai più manipolare e maltrattare. [Coralie Fargeat – Regista]
La recensione
La regista francese Coralie Fargeat, al suo primo lungometraggio, approccia il cinema di genere nella sua totalità, miscelando con dovizia stilemi tipici del thriller, dell’horror, dell’action e soprattutto mette in scena un “rape&revenge” filtrato dal punto di vista femminile, una prospettiva che dona alla messinscena un impatto visivo a tratti sorprendente che gioca con il pop, sconfina nel pulp e raggiunge un brutale climax in cui il gore regna sovrano strizzando l’occhio ai patiti del genere horror.
Revenge mette in mostra un lato del “maschio”, e non utilizziamo il termine “uomo” volutamente, che purtroppo non è ascrivibile nell’ambito dello stereotipo, ma è parte integrante del DNA di una società spesso misogina fino al midollo, incapace di lasciarsi alle spalle un retaggio spacciato per immaginario maschile in cui la donna è un vero e proprio oggetto, una proprietà ad insindacabile uso e consumo del più forte.
“Revenge” è un tipo di film che potrebbe far scattare in alcuni una sorta di istinto primordiale, che qualcuno definisce maschilismo, ma che in realtà è qualcosa di più radicato e atavico, un urlo proveniente dal fondo di una qualche caverna preistorica dove qualcuno ancora risiede inconsapevole, grugnendo con ferocia contro una donna “femminista” ed emancipata che non sa stare al suo posto.
Il film di Coralie Fargeat ha una doppia anima: da una parte un film visivamente ricercato che sfoggia una regia solida, una colonna sonora fortemente caratterizzante e una strepitosa fotografia (ad opera di Robrecht Heyvaert); dall’altra siamo di fronte ad un’ode al cinema di genere nella sua forma più pura e brutale, un approccio cinefilo e citazionista incarnato da una talentuosa Matilda Lutz (The Ring 3) che diventa simulacro femminista e femminile; la vediamo curarsi una ferita come lo Stallone di Rambo III, indossare una “mise” da sopravvissuta che la fa sembrare uscita da un film di “Mad Max” e diventare un’implacabile macchina di morte e vendetta contro il maschio violento e prevaricatore.
“Revenge” si è rivelato una piacevolissima sorpresa nell’ambito di un sottogenere controverso e molto in voga negli anni ’70, periodo in cui uscì il censuratissimo Non violentate Jennnifer, che ha poi fruito di notevole remake a tinte horror, I Spit on Your Grave del 2010 che vi invitiamo a rispolverare. Il film della Fargeat è senza dubbio materia prima per stomaci forti, ma per chi è “vaccinato” a violenza e gore, “Revenge” è senza alcun dubbio un film da non perdere.
[rating value=”8″ layout=”left”]”REVENGE” un film di Coralie Fargeat con Matilda Anna Ingrid Lutz, Kevin Janssens, Vincent Colombe, Guillaume Bouchède, Jean-Louis Tribes – Azione / Thriller (USA, 2017) – durata 108 minuti. Al cinema dal 6 settembre 2018
I riferimenti che ho usato nel mio film spaziano da Cuore Selvaggio a Drive, a Under The Skin ai film di David Cronenberg. Ossia, un tipo di genere cinematografico estremamente carnale e reazionario, in cui violenza e sogni coesistono, e dove la forza dei simboli esplode letteralmente. Fino ad oggi, questo tipo di cinema è stato appannaggio quasi esclusivo degli uomini. “Revenge” è la mia visione di regista donna di questo genere. [Coralie Fargeat – Regista]
Curiosità
- Il film presenta così tanto sangue che la scorta di sangue finto doveva essere continuamente approvvigionata.
- Il film è stato selezionato per essere proiettato nella sezione “Midnight Madness” del Toronto International Film Festival 2017.
- Mentre Stan violenta Jen in una stanza chiusa al mattino, la tv in salotto mostra la 24 ore di Le Mans che indica che il film è ambientato a metà giugno 2015.
- Jen, la protagonista, non ha altre battute dopo i primi 26 minuti del film.
- Alla fine del film Richard (Kevin Janssens) si siede su un divano, sopra di lui c’è un grande dipinto di una dea indù, si tratta di Diti, la dea della vendetta.
- [ATTENZIONE SPOILER] Oltre ad essere un film sulla vendetta, ci sono anche temi mistici in tutto il film, come la rinascita e la trasformazione. Ciò viene illustrato quando all’inizio Jen viene spinta nel crepaccio e atterra impalata sull’albero in una posa simile a Cristo e poi usa un accendino per accendere il fuoco sotto l’albero, per far bruciare il tronco, farlo rompere e liberarsi, questo richiama la fenice che brucia e poi risorge dalle sue stesse ceneri. Più tardi, per cauterizzare la ferita subita dopo la caduta, Jen prende il peyote per tollerare il dolore e beve una birra con il marchio “Phoenix Beer” che mostra una fenice e quando ha finito con la birra, taglia un quadrato della lattina di alluminio, la brucia sopra un fuoco e una volta che è abbastanza calda, la posa sopra la ferita per sigillarla. Questo lascia l’impronta indelebile e cauterizzata della fenice della lattina sul suo stomaco. La fenice è un simbolo alchemico di rinascita e trasformazione. Da questo punto in poi, la protagonista si trasforma e inizia la sua vendetta meditativa, sanguinosa e violenta [FINE SPOILER].
Voler esplorare il cinema di genere non è né una presa di posizione né una dichiarazione. Questo è semplicemente il mio film. Il tipo di film che ha nutrito e costruito la mia vita di appassionata cinefila, e poi di cineasta. In esso vedo la potenzialità del potere evocativo, delle sensazioni, delle paure e dei timori. Questo film ha una dimensione profondamente simbolica che passa attraverso un mezzo altamente simbolico, giocoso e sensoriale. “Revenge” va percepito come la degradazione del modo in cui i film di genere vengono rappresentati…[Coralie Fargeat – Regista]
La colonna sonora
- Le musiche originali del film sono del compositore Robin Coudert (Amityville: Il risveglio).
Col procedere della storia, i dialoghi diventano sempre più scarsi fino a scomparire completamente e a essere sostituiti da suoni, immagini e sensazioni. La musica è il perno di questa esperienza infernale che si fa via via sempre più spietata e ostile. Si tratta di una colonna sonora ripetitiva e ipnotica, fortemente caratterizzata da suoni elettronici che progressivamente hanno il potere di mandarti in trance, come quelle di John Carpenter, Etienne Jaumet o Thomas Banglater. [Coralie Fargeat – Regista]
TRACK LISTINGS:
1. Apple Bikini
2. Casbah Part 1
3. Casbah Part 2
4. Cave
5. Duel
6. Eagle Hero
7. Eagle Soul
8. In The Eye
9. Jen In The River
10. Naked Man
11. Peyotll
12. Rape Part 1
13. Rape Part 2
14. Rape Part 3
15. Revenge
16. Revenge Pad
17. Revenge Slowpads
18. Tree Of Death
19. Venom
20. Woman Hero