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Ricky, una storia di amore e libertà – La recensione in anteprima

Ricky, una storia di amore e libertà (Ricky) Regia di François Ozon, con Alexandra Lamy, Sergi Lopez, Mélusine Mayance, Arthur Peyret, André Wilms, Jean-Claude Bolle-Reddat, Julien Haurant, Eric ForterreKatie è una donna sola che divide la sua vita tra la Lisa e il suo lavoro in fabbrica. La sua quotidianeità cambia all’improvviso quando incontra Paco,

pubblicato 5 Ottobre 2009 aggiornato 2 Agosto 2020 10:05

Ricky, una storia di amore e libertà (Ricky) Regia di François Ozon, con Alexandra Lamy, Sergi Lopez, Mélusine Mayance, Arthur Peyret, André Wilms, Jean-Claude Bolle-Reddat, Julien Haurant, Eric Forterre

Katie è una donna sola che divide la sua vita tra la Lisa e il suo lavoro in fabbrica. La sua quotidianeità cambia all’improvviso quando incontra Paco, un collega con cui inizia una relazione piena di passione. Dal loro amore nasce un bimbo, Ricky, che però possiede una caratteristica strana, incredibile e forse miracolosa. Due piccole ali spuntano infatti sulla sua schiena e crescono di giorno in giorno. Lo shock iniziale è grande, ma presto Katie capisce che per salvaguardare il suo bambino è necessario nascondere al mondo il suo segreto. La storia di Ricky però finisce presto in pasto ai mass media che lo trasformano in un fenomeno da baraccone o in un angelo caduto dal cielo. Katie dovrà compiere una vero e proprio atto d’amore per donare la libertà al piccolo.

L’ultimo film di François Ozon uscito in Italia aveva come titolo Angel – La vita, il romanzo. Sebbene il film raccontasse la storia di una ragazza di origini proletarie, orfana di padre, che sogna una vita diversa e ha grandi ambizioni, il titolo richiama profeticamente la figura mistica dell’angelo. Sarà forse un caso ma Ricky è proprio questo, la storia di un angelo nato per sbaglio, o meglio di un bambino creduto un vero angelo o spacciato per tale a causa di una curiosa mutazione genetica che gli ha donato un paio di ali sulla schiena.

Ozon non è certo un oggetto ben definito del panorama cinematografico europeo. Alla sua decima regia però riesce una volta in più a spiazzare il suo pubblico con una commedia agrodolce ispirata dal racconto adattamento del racconto Lèger comme l’air, della scrittrice britannica Rose Tremain inserita nell’antologia di racconti The Darkness of Wallis Simpson. Un film in bilico tra i fratelli Dardenne e le produzioni di Walt Disney, come lo ha definito lo stesso François Ozon. Un film realizzato grazie a una coproduzione italo-francese, anche se girato interamente a Parigi, che si avvale degli effetti speciali della BUF, che hanno realizzato in precedenza Il favoloso mondo di Amelie, Matrix, Spiderman 3 e Il cavaliere oscuro, ma non ci si aspettati dal film di Ozon qualcosa anche di lontanamente simile ai film appena citati.

Presentato in concorso alla 59° edizione del Festival di Berlino, Ricky racconta la storia di una donna costretta nella gabbia della monotonia di una vita sempre uguale a se stessa. Una ripetitività con alcuni elementi tranquillizzanti, molto prossimi a quella che è la realtà per molte persone. Quello che provoca un terremoto nella sua esistenza è un tocco di magia, un elemento di diversità, un ingranaggio che non funziona; le ali del neonato che ha partorito. Cosa accade quando le convenzioni vengono ribaltate? Quando accade l’inaspettato?

La realtà di trasforma immediatamente in un mondo sovrannaturale, dove ogni passo deve essere calcolato, ogni scelta pensata. Il cambiamento sognato diventa una trasformazione indesiderata, un rischio che può compromettere la propria esistenza e quella del neonato senza meriti e senza colpe. Ozon vorrebbe portersi colloare dalle parti dell’assurdo di Luis Buñuel, con sprazzi del crudo realismo dei Dardenne, magari avvicinandosi al Lynch di The Elephant Man ma forse non siamo nemmeno in un mondo dove i poveri possono volare a cavallo di una scopa come in Miracolo a Milano.

Ozon vorrebbe dirigere un film delicato, onirico e toccante. Forse anche troppo, riuscendo a risultare soprattutto stucchevole e patetico. Ne scaturisce una scheggia impazzita, impossibile da identificare e da catalogare ma che può entrare nel cuore dello spettatore, nel bene e nel male. Nel cast Alexandra Lamy, Sergi López, Mélusine Mayance e Arthur Peyre.

Ricky, una storia di amore e libertà esce nei cinema il 9 ottobre

Voto Carlo: 5
Voto Gabriele: 7

Berlinale - Festival internazionale del cinema di Berlino