Roma 2010: danzando sui Red Carpet
Si comincia. Tutto pronto all’Auditorium per il Film Festival di Roma. Stanno passando gli aspirapolvere e i battipanni sul red carpet. Sarà rosso. Sarà tappeto. E poi? Staremo vedere. L’uso del tappeto è cambiato negli anni. Cannes, a mia memoria, cominciò con l’eleganza, abiti lunghi o succinti, di gran moda, le onde della musica sullo
Si comincia. Tutto pronto all’Auditorium per il Film Festival di Roma. Stanno passando gli aspirapolvere e i battipanni sul red carpet. Sarà rosso. Sarà tappeto. E poi? Staremo vedere.
L’uso del tappeto è cambiato negli anni. Cannes, a mia memoria, cominciò con l’eleganza, abiti lunghi o succinti, di gran moda, le onde della musica sullo sfondo. Intorno al tapis rouge, tra gli alberi e nel modesto spazio davanti al grande Palais, una folla plaudente e urlante, ma meno molto meno di quelle che il cinema di Hollywood ostentava come la coperta di una portaerei per fare decollare i suoi film e i suoi divi.
A Venezia, che ha copiato più da Cannes che da Hollywood, il carpet rosso laguna qualche anno fa si affollò di tanti leoni dorati rampanti sulle teste degli ospiti; quindi, i leoni sono stati messi in magazzino ed è arrivata una gran palla di cemento (cartone) che sfondava a metà la parete bianca bianca del Palazzo. La palla era una citazione dal film felliniano Prova d’orchestra.
Entrambe le soluzioni erano state ispirate dal progetto di Dante Ferretti, Oscar delle scene. La palla non piacque molto ai responsabili della Mostra veneziana e venne ritirata. Al suo posto pareti bianche bianche in cornice di un rosso fuoco. Rosso intonato al red del carpet. A prima vista, un girone da inferno senza cristallo.
Come sarà il red al Film Festival di Roma? C’è una notizia che alimenta qualche aspettativa speciale. E’ stata annunciato, è stato scritto, che i Centoautori (che sono molto più numerosi di cento) e seguaci occuperanno il red per protesta contro i tagli ministeriali e altri guai del settore. Accadrà? Non accadrà? Basta aspettare alcune ore e si saprà.
L’occupazione romana rimanda, per chi ha buona memoria, alle occupazioni a Cannes, Venezia e Pesaro nel 1968, l’anno della contestazione e dei festival tartassati un po’ da tutti, con angoscia dei politici, dei produttori e dei divi, coinvolti in scontri con lanci di gas lacrimogeni.
Bei tempi? Mica tanto. Tempi confusi e confusionari fra rivolte e ufficialità. Ma una scossa ci fu. Da allora, lentamente, i festival e il cinema sono cambiati. Sono tornati gli abiti da sera e gli sfoggi di mondanità che erano scomparsi di per un po’. Sono cambiati i film, anche se non sempre. Le barbe pellicole non mancano come i filmoni farlocchi. Arrivano i finti filmini, raccomandati da critici castigati come monaci. Arrivano i film né carne né pesce che talvolta vengono premiati e finiscono sotto il ret carpet. Andiamo a scoprire cosa ci riserverà la passerella delle vanità e, raramente, della rivolta. Red!