Roma 2012: L’isola dell’Angelo Caduto – recensione in anteprima per il film di Carlo Lucarelli
Esordio in sala per lo scrittore Carlo Lucarelli con L’isola dell’Angelo Caduto
E arrivarono anche i fischi, i buu. Meritati, ampiamente meritati. In una domenica uggiosa di metà novembre, il Festival Internazionale del Film di Roma accoglie l’esordio in cabina di regia del giallista Carlo Lucarelli, da anni anche fortunato conduttore televisivo in Rai. Peccato che il passaggio da scrittore a regista non sia così scontato. O almeno non dovrebbe. L’Isola dell’Angelo Caduto, tratto dall’omonimo romanzo dello stesso Lucarelli, è infatti orribile. Semplicemente orribile.
Ciò che poteva al massimo ambire ad una prima serata Rai in quanto film tv, è invece diventato cinema, annachilendo i presenti in sala. Confusionario, ridicolo, a tratti involontariamente comico, il thriller a tinte sataniche di Lucarelli non ha appigli a cui attaccarsi. Privo di tensione, condito da dialoghi surreali, recitato in modo imbarazzante e diretto da una mano palesemente inadatta, L’isola dell’Angelo Caduto è finito inspiegabilmente in questo primo Festival targato Muller, che avrà pure visto oltre 1000 film in fase di selezione, ma a questa probabile ‘marchetta’ poteva e non doveva cedere.
Siamo negli anni 20 dell’Italia mussoliniana. In un’isola prigione sperduta in mezzo al mare, Mussolini spedisce gli ‘inadatti’. Un’Isola chiamata ‘dell’Angelo Caduto’, perché leggenda vuole che proprio qui, su questo scoglio in mezzo al nulla, cadde Lucifero, dopo la ribellione a Dio. Diventata colonia penale del nascente regime fascista, l’Isola è abitata da poche anime. Tra queste, spicca un commissario, testardo e pronto a spiegare alcuni tutt’altro che chiari ‘suicidi’, che gettano ombre sulla milizia mussoliniana presente sull’Isola. Peccato che continuando nell’indagine, il commissario rischi seriamente di rimanere ‘confinato’ a viva sull’Isola maledetta, che sua moglie Hana non riesce proprio a sopportare…
Sette sataniche, fascisti psicopatici, indagini poliziesche, mogli depresse, guardiani del faro impazziti, morti ammazzati e tanta, tantissima impresentabile confusione. L’esordio alla regia di Carlo Lucarelli non poteva esser peggiore di questo. Da lui ampiamente conosciuto, perché proprio da lui partorito, L’isola dell’Angelo Caduto è diventato film in malo modo. Scritto malamente e recitato anche peggio, il titolo deraglia completamente dalla credibilità di genere, passando dal giallo/thriller al demenziale involontario.
Colpa di una regia goffa e confusionaria, e dal taglio televisivo, di una recitazione forzata fino all’eccesso, e di una trama che con il passare dei minuti si fa sempre più comica, nel provare a motivare i presunti misteri dell’isola. Se Maccio Capatonda avesse girato Shutter Island di Martin Scorsese, sarebbe uscito fuori L’isola dell’Angelo Caduto di Carlo Lucarelli.
Semplicemente imperdibile, per quanto surreale, il finale con Rolando Ravello protagonista, per un film che non va oltre il tipico prodotto televisivo da fiction. Da brividi i dialoghi, così come alcuni momenti in fase di montaggio, che vorrebbero alimentare quello stato di ansia e tensione in realtà totalmente inesistente.
Completamente gratuita anche la critica ‘alta’ al regime politico di un tempo, con gli italiani dell’epoca pronti a vendersi l’anima al diavolo (Mussolini), pur di sbarcare il lunario e ‘salvarsi’ dal fascismo. L’isola silente, impaurita e assoggettata ad un folle fascio, non è altro che lo specchio del Paese, che finge di non vedere la pericolosa ascesa del Duce. Difettoso dall’inizio alla fine, e finito non si sa come nella sezione Prospettive Italia, il film di Lucarelli conferma semplicemente ciò che dovrebbe essere ‘legge’. Ovvero che non è da tutti fare cinema.
Voto di Federico: 2
L’isola dell’Angelo Caduto (Ita, thriller, 2012) di Carlo Lucarelli; con Giampaolo Morelli, Gaetano Bruno, Rolando Ravello, Giuseppe Cederna, Lorenzo Perpignani, Sara Sartini, Adolfo Margiotta, Veronica Gentili, Irma Carolina di Monte, Daniele Monterosi, Stefano Gragnani, Francesco Rossini, Laura Glavan