Roma 2012: Marfa Girl di Larry Clark – Recensione in Anteprima
“Allora che facciamo, scopiamo?“. Con questa semplice, rapida e diretta battuta, che ad un certo punto del film risuona al buio della sala, potremmo riassumere parte della filmografia di Larry Clark e 3/4 di Marfa Girl, suo ‘atteso’ ritorno al cinema.10 anni dopo il pornografico Ken Park, che scandalizzò il Festival di Venezia, il settantenne
“Allora che facciamo, scopiamo?“. Con questa semplice, rapida e diretta battuta, che ad un certo punto del film risuona al buio della sala, potremmo riassumere parte della filmografia di Larry Clark e 3/4 di Marfa Girl, suo ‘atteso’ ritorno al cinema.
10 anni dopo il pornografico Ken Park, che scandalizzò il Festival di Venezia, il settantenne regista statunitense non tradisce le ‘attese’, realizzando un altro titolo insensato, perennemente incentrato sul sesso, a tratti incomprensibile e sinceramente inaccettabile.
Il perché l’Universo dei Festival continui a dar ‘spago’ a registi come Larry Clark rimane un mistero, facendo infuriare tanto i critici quanto i possibili spettatori. Scandalosamente in Concorso al Festival Internazionale del Film di Roma, Marfa Girl si fa odiare lentamente, minuto dopo minuto, nel portare avanti una storia senza ne’ capo ne’ coda, nascondendosi dietro la pseudo ‘trasgressione’ del sesso prolungato ed esplicitato. Se non fosse che siamo nel 2012, e non più nel lontanissimo 2002.
Adolescenti. Ancora adolescenti per Clark, qui interessato ad un vero e proprio racconto di formazione a base di sesso, droga, violenza, e ancora sesso. Siamo a Marfa, in Texas. Cittadina priva di tutto. Il nulla dilaga, tra ragazzini che passano le giornate sullo skate, per poi tornare a parlare di sesso, mentre si fumano una canna. Avanguardia pura? Certo che no. In questa noiosa e silenziosa cittadina, sorge una comunità di ‘artisti’ a dir poco eccentrici, che filosofeggiano sull’amore libero, tra pappagalli e sensitivi. A comandare, su queste strade, è la polizia di frontiera, con uno dei poliziotti estremamente pericoloso ed asfissiante con un sedicenne e sua madre, tanto da terrorizzare tanto l’uno quanto l’altra.
Avere oggi sedici anni nel Texas. Cosa potrà mai significare? Prova a spiegarcelo Larry Clark, delineando i lineamenti di un ragazzino dal viso dolce, le labbra carnose e dal ciuffo ribelle, che tutti o quasi vogliono portarsi a letto. Circondato da adulti e da un onnipresente desiderio sessuale, il giovane Adam passa dalle ginocchia della professoressa incinta che palesemente eccitata lo prende a sculacciate, alle lenzuola di un’amica di famiglia molto più grande di lui, per poi dichiararsi innamorato di una coetanea e fare lezioni di cunnigulis con una misteriosa ragazza arrivata da fuori città, che vive con orgoglio l’amore senza frontiere. Talmente libero da farsi la chiunque, per poi dipingere corpi nudi. Ovviamente maschili, disquisendo di circoncisione davanti ad un violento psicopatico eccitato come un verme che non vede l’ora ovviamente di abusarne.
Tra estenuanti ed inutili monologhi, che vanno dall’esoterico alla guerra in Iraq (?!?), lunghe scene di sesso e di gratuita violenza, momenti psichedelici, e personaggi completamente assurdi, Marfa Girl di Larry Clark non sarebbe mai dovuto finire all’interno di un Festival come quello capitolino, che proprio da questa settima edizione voleva ‘risorgere’, sotto l’insegna della qualità. Peccato che in questo caso la qualità cinematografica non sia minimamente di casa.
Fastidioso nel suo essere costantemente immotivato, e ridicolo nel credersi ‘trasgressivo’, il film statunitense conferma le impressioni sul suo discusso regista, che alla vigilia della proiezione aveva con coraggio dichiarato: “Sono un artista da moltissimi anni, e non sono interessato a fare film per soldi. Sono interessato a realizzare opere che mi soddisfino, a mostrare vite che non vengono normalmente mostrate. Se potessi vedere altrove ciò che cerco di rappresentare, forse non farei più cinema“.
Ed è qui che dovremmo soffermarci. Perché la colpa non può e non deve ricadere solo e soltanto sul ‘povero’ Clark, che effettivamente da sempre porta avanti con convinzione questo tipo di cinema, bensì di chi dopo aver visto un film simile, ha avuto persino il coraggio di ‘omaggiarlo’ con un Festival.
Voto di Federico: 2
Marfa Girl (Usa, 2012, film romantico) di Larry Clark; con Adam Mediano, Drake Burnette, Jeremy St. James, Mary Farley, Mercedes Maxwell, Indigo Rael, Tina Rodriguez