Roma 2013 – Fear of Falling – Recensione in Anteprima
Fear of Falling di Jonathan Demme al Festival di Roma
Un film di scrittura questo Fear of Falling, tratto da una produzione teatrale basata sul dramma “Il costruttore Solness” di Henrik Ibsen, tradotto e adattato dall’attore e commediografo Wallace Shawn. Un film di pura recitazione, meravigliosamente ficcante e visibilmente aiutata da dialoghi pressanti, infiniti, che mai abbandonano lo spettatore e il suo regista, ovvero quel Jonathan Demme che 22 anni fa trionfò agli Oscar con Il Silenzio degli Innocenti.
Da tempo libero di fare quel che più gli pare, Demme ha qui voluto omaggiare Louis Malle, suo vecchio amico nonché regista di due film girati in collaborazione con Wallace Shawn e André Gregory, portando al cinema la storia di un famoso architetto sul letto di morte e sempre più prigioniero delle proprie fantasie, pronte ad esplodergli in faccia con dirompente forza, tanto da costringerlo ad affrontare tanto il proprio presente quanto il proprio passato.
Girata in appena 7 giorni, in due misere stanze di una vecchia casa nella Downtown di Manhattan, Fear of Falling è un titolo intimo, profondo, trainato da uno straordinario Wallace Shawn ed impreziosito da una bellissima e intensa Lisa Joyce. Verità e finzione, confessioni a lungo taciute e menzogne, Fear or Falling è un’opera di sguardi, di confronti che si dilatano, di parole che si arrampicano sull’esistenza di un uomo diventato ricco e famoso per pura fortuna, dicono gli altri, ma in realtà corresponsabile della sofferenza altrui. Un film complicato perché terribilmente legato ad una concezione ‘teatrale’, quasi esclusivamente parlato e recitato, statico, privo di reali cambi di ritmo e di fatto legato alla bravura dei suoi incredibili protagonisti.
Demme si affida a loro, dando vita ad un denso, pesante, introspettivo e lacerante melodramma, tanto ammaliante nella scrittura quanto difficilmente digeribile nella sua costruzione ed evoluzione. Automatico ma poco consono il paragone con Carnage di Polanski, titolo anche in quel caso legato ad un’opera teatrale ma di diversa fattura, dai tempi più ritmati e dall’interazione tra i vari protagonisti più marcata e coinvolgente. Qui il regista sembra quasi non curarsi del livello di sopportazione raggiunto da chi osserva, tanto da dirigere e montare un’opera criptica, onirica, neanche lontanamente commerciale e/o vendibile in sala, pensata e realizzata come puro e semplice omaggio ad un amico, tecnicamente ineccepibile nell’andare a scavare nel profondo i suoi attori e di fatto priva di timori produttivi. Perché uno come Jonathan Demme, dopo quasi 70 anni di straordinaria carriera, di tutto potrebbe avere paura tranne che di una qualsivoglia caduta. Fear of Falling, piaccia o meno, ne è la dimostrazione.
Fear of Falling (Usa, drammatico, 2013) di Jonathan Demme; con Andre Gregory, Wallace Shawn, Lisa Joyce, Julie Hagerty, Larry Pine, Emily Cass McDonnell, Jeff Biehl