Roma 2013 – La Luna su Torino: Recensione in Anteprima
Davide Ferrario torna in sala con La Luna su Torino, Fuori Concorso al Festival Internazionale del Film di Roma
Torino, per chi non lo sapesse, nasce sul quarantacinquesimo parallelo. Questo vuol dire che si trova esattamente a metà strada tra il polo e l’equatore. Partendo da questo semplice spunto Davide Ferrario è tornato al cinema di ‘finzione’ con La Luna su Torino, film presentato quest’oggi al Festival Internazionale del film di Roma come titolo Fuori Concorso.
Una pellicola curiosa, costantemente in bilico tra i generi e perennemente sull’orlo dell’inevitabile metafora dei suoi 3 protagonisti, che camminano in equilibrio sul filo della vita. Su quel 45esimo parallelo, come se fossero circensi alla ricerca di una stabilità e di una strada precisa, da trovare prima che tutto precipiti.
Affidandosi a continue voci fuori campo, con i tre mattatori del film che si raccontano e raccontano quel che accade filosofeggiando fastidiosamente, Ferrario barcolla pericolosamente sul bordo di una commedia che fatica a trovare un percorso preciso, alternando continuamente originalità e banalità, luoghi comuni e versetti poetici, sviscerati da mattina a sera come se fosse la ‘normalità’ del quotidiano.
La trama ruota attorno a 3 personaggi che vivono nella stessa casa, ereditata dal più inconcludente e sognatore dei 3 dai ricchi e deceduti genitori di sinistra. Anche per questo motivo Ugo non ha mai fatto nulla nella vita. Non un lavoro, non una specializzazione, non una passione, non una donna ne’ un amore. Se non fosse che i soldi ereditati stiano per finire, obbligandolo a subaffittare la villa a due coinquilini. Maria, 26 anni, impiegata ed aspirante attrice, innamorata del cinema muto e alla ricerca dell’uomo che le cambi l’esistenza; e Dario, ventenne studente sciupafemmine che si mantiene lavorando allo Zoom, singolare e fascinoso bioparco condiviso da animali e bagnanti. La convivenza dei 3 è particolare e poco lineare, causa anche interessi personali e molteplici caratteri, fino a quando tutto precipita per colpa di un’ipoteca sulla casa che finirà per sbatterli in strada, obbligandoli ancora una volta a seguire il proprio destino, inevitabilmente sul filo del 45esimo parallelo.
Un’idea interessante, quella venuta a Ferrario, purtroppo limitata da una sceneggiatura fastidiosamente ripetitiva nell’elencare la banale metafora di fondo e nel caratterizzare tre personaggi clamorosamente scontati e legati ad evitabili cliché. Se la Torino immortalata dal regista è ancora una volta straordinaria, criptica e ammaliante, a pesare sull’opera è il sottotesto intellettualoide che prova disperatamente per 90 minuti a decantare l’imprevedibilità della vita, finendo per stancare e deragliare dinanzi all’ennesimo versetto leopardiano e all’inutile sparata in francese, alternate a spicciole metafore calcistiche, esilaranti battute dal taglio politico (splendida la frecciata partita nei confronti di Radio Radicale) e a due attori (Eugenio Franceschini e Manuela Parodi) tutt’altro che in grado di ‘resistere’ dinanzi alla confortante presenza di Walter Leonardi, vero mattatore del film.
Un titolo che omaggia e cita spesso inutilmente, tra cinema muto e letteratura, sbeffeggiando Moccia e deridendo Spiderman in quanto ‘blockbuster’, se non fosse che qui l’insieme sia tutt’altro che encomiabile, camminando a lungo sul teso filo della completezza cinematografica, purtroppo alternante e mai neanche lontanamente raggiunta. Tanto da poter definire questa Luna torinese di Ferrario piena solo a metà.
Voto di Federico: 4.5
La Luna su Torino (Ita, 2013, commedia) di Davide Ferrario; con Franceschini, Manuela Parodi e Walter Leonardi.