Roma 2013 – Snowpiercer: Recensione in Anteprima
Primo film in lingua inglese per Bong Joon-ho, giustamente acclamato al Festival Internazionale del film di Roma
Uscito nei cinema coreani nel mese di agosto, Snowpiercer è da allora finito in un limbo distributivo a stelle e strisce causa Weinstein Company, che ha di fatto intrapreso un’autentica battaglia con Bong Joon-ho, suo acclamato regista chiamato a ‘tagliare’ e a rimontare una pellicola che dovrebbe invece rimanere così com’è. Perché straordinaria.
Il Festival Internazionale del film di Roma ha immediatamente ingranato la marcia grazie ad un’affollata e plaudente proiezione stampa che ha platealmente confermato le enormi potenzialità del titolo firmato Joon-ho, nato da una serie di fumetti francesi di fantascienza.
Primo film in lingua inglese del regista coreano, Snowpiercer ci porta per mano nel 2031, a bordo di un treno infinitamente lungo in cui trovare l’intera umanità. 17 anni prima un cataclisma creato dall’uomo ha infatti congelato il Pianeta, sterminando miliardi di persone ed ogni forma di vita. La vita rimasta sulla Terra è a bordo di quel treno ad alta velocità, in grado di fare il giro del mondo in un anno, e di fatto costretto a non fermarsi mai.
Un treno suddiviso in classi, ovviamente, con carrozze pensate e realizzate per ogni tipo di status sociale. Dalla testa in cui vive il divino ‘creatore’ del mezzo alla coda, in cui sopravvivono in condizioni barbare i più poveri, la feccia, le ‘scarpe’ di un corpo motorio che da quasi due decenni non conosce fermate ne’ mutazioni. Perché Snowpiercer è un treno quasi mistico, una corsa sacra in cui ognuno ‘deve’ stare al proprio posto. Fino a quando dopo anni di privazioni i delicati equilibri vanno in frantumi, portando gli ultimi alla rivolta contro i primi.
Sviluppando la pellicola come un videogame, in cui dover superare vari livelli sempre più difficoltosi ed improbabili, Jooh-ho ha così provato a rappresentare un mondo devastato e devastante, un’umanita disumana costretta a convivere in uno spazio ristretto, senza possibilità di fuga o di cambiamento, tanto da finire per implodere e dar vita al caos. Una corsa ad ostacoli in cui scegliere se sopravvivere o morire, nella speranza di compiere un’impresa che in 17 anni a mai nessuno era riuscita.
Violento, teso, mai banale nella sua evoluzione, condito da un trucco straordinario, scenografie inquietanti nella loro ‘trasformazione’, un tema musicale creato da Marco Beltrami incisivo e ficcante, una fotografia firmata Kyung-Pyo Hong cupa, sporca e glaciale, uno script spiazzante e a tratti persino divertente, e attori a stelle e strisce di primo livello, il film di Joon-ho ha saputo rinnovare con eleganza ed estrema forza il cinema americano di genere ‘dispotico’ e ‘tirannico’, permettendosi persino di filosofeggiare sul reale valore della vita e della nostra esistenza, ma senza mai scivolare sull’evidente pericolo dell’evitabile.
Protagonista assoluto un trasformato e quasi irriconoscibile Chris Evans, leader ribelle, dall’oscuro passato e dal basso quasi incaricato che ha qui potuto dimostrare di saper recitare, con al suo fianco una mastodontica, malefica ed imbruttita Tilda Swinton, una combattiva Octavia Spencer, un mutilato, saggio e solo apparentemente eroico John Hurt, un irruento Jamie Bell, un ‘visionario’ Ed Harris e un criptico Song Kang-ho, volto feticcio della filmografia di Joon-ho.
Presto diventato la più grande produzione cinematografica coreana di sempre, Snowpiercer colpisce grazie alla durezza delle immagini, tra ralenti sanguinari e violenti scontri fisici, per poi cedere alla poesia cinematografica di una torcia ‘olimpica’ in grado di illuminare la via ad un’improbabile ed impensabile salvezza, fisica ma anche se non soprattutto umana. Perché a bordo di quel treno iper-tecnologico si fanno strada paure e peccati, dolori e sensi di colpa, mostruosità e complotti, tutti o quasi giustificati dal gelo che ha ucciso il Pianeta Terra e che sta lentamente sbranando il cuore e l’anima di questi passeggeri. Suddivisi in scompartimenti, da porte blindate e danarosi ingressi, eppure legati da un’indissolubile verità, che li vuole ultimi tra ultimi. Sopravvissuti tra morte, errori politici e distruzione. Che a 300 all’ora, sui binari ghiacciati di un missile su rotaia, hanno finito per portare disordine laddove c’era solo apparente ordine, finendo per scioglierli come neve al sole. Ed obbligarli a ricominciare daccapo.
Voto di Federico: 9
Snowpiercer (Corea del sud, Repubblica ceca, 2013, azione) di Bong Joon-ho; con Kang-ho Song, Chris Evans, Tilda Swinton, Jamie Bell, Octavia Spencer, John Hurt, Kenny Doughty, Ewen Bremner, Ko A-sung, Ed Harris