Roma 2016, è Meryl Streep show: ‘Fuocoammare da Oscar, Alba Rohrwacher mia erede’
Meryl Streep incensa l’Italia e il suo Cinema, tirando la volata agli Oscar di Gianfranco Rosi.
Accolta da una stampa eccitata e in coda per oltre un’ora pur di accaparrarsi un posto in vista della conferenza, Meryl Streep ha quest’oggi illuminato la Festa del Cinema di Roma. Nella Capitale per incontrare il pubblico nel pomeriggio e per presentare Florence di Stephen Frears, la diva 3 volte premio Oscar ha ancora una volta dimostrato la propria conclamata unicità, dispensando sorrisi gentili, eleganti risposte e una disponibilità di fondo a dir poco rara, nella Hollywood di oggi.
Considerata da molti, se non da tutti, la più grande attrice vivente, la Streep ha difeso con le unghie e con i denti l’Orso d’Oro da lei assegnato a Fuocoammare di Gianfranco Rosi, candidato italiano agli Oscar.
[quote layout=”big”]’Continuerò a sostenerlo, sono molto orgogliosa del fatto che la giuria di Berlino abbia unanimemente voluto premiare Fuocoammare. Credo che l’opera sia unica, Rosi ha raccontato la storia di un medico su questa piccola isola intrecciandola con l’orrore. Ci ha fatto entrare in questa tragedia, consentendoci poi di uscirne. Credo che abbia ottime possibilità di essere nominato agli Oscar’.[/quote]
Rimanendo in tema ‘cinema italiano’, la Streep ha poi assegnato la palma di sua ‘erede’ proprio ad un’attrice nostrana.
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‘Credo di aver aperto la strada ad alcune attrici che credevano fosse impossibile recitare dopo i 40 anni. Prima solo dopo i 60 e i 70 potevi recitare, interpretando ruoli orribili, ma ora ci sono altre opportunità. Grazie anche alla tv. Dovessi dire il nome di un’attrice che ammiro molto, direi Alba Rohrwacher, credo che sia incredibilmente speciale’. [/quote]
Immancabile, ovviamente, la domanda sulle elezioni americane che vedono Donald Trump sfidare Hillary Clinton.
[quote layout=”big”]’Non credo di dovermi ulteriormente pronunciare sul sessismo della campagna di Trump, stanno già facendo loro un ottimo lavoro. Lui sta facendo un ottimo lavoro, per conto suo. Tra una ventina di giorni avremo come presidente degli Stati Uniti d’America Hillary Clinton, ed è una buona notizia’.[/quote]
A Roma soprattutto per promuovere Florence, titolo di Stephen Frears in uscita nel Bel Paese il 22 dicembre prossimo, la Streep ha così raccontato come si sia preparata per entrare nella parte della ‘stonata’ Foster Jenkins (già vista in sala lo scorso anno con Marguerite di Xavier Giannoli).
[quote layout=”big”]’Non ho mai interpretato un ruolo come questo, mi sono preparata. Ho fatto studi ad hoc per cantare in quel modo, ricordo di aver sentito una volta un grande compositore americano, George Gershwin, che suonava e cantava accompagnando la musica. Ma il suono che noi sentivamo era stonato, eppure lui sapeva quale fosse la nota giusta. Così ho capito cosa sentisse Florence nella sua testa. Credo che il film parli di passione per il proprio lavoro, per quello che facciamo nel nome dell’amore. E’ quello che ci sostiene, nella vita e nell’arte. Credo che cantare malamente una canzone sia davvero un peccato gravissimo, ma anche molto divertente. Mi sono preparata a cantare male, per il film. E’ stato divertente, entusiasmante preparare queste arie con un coach fantastico. Quando ho iniziato a farlo ridere ho capito di essere arrivata al punto’. ‘So del film di Xavier Giannoli ma non l’ho visto. Quando noi abbiamo iniziato a lavorare a Florence loro dovevano ancora dare il via alle riprese di Marguerite, ma la nostra produzione è stata lunga e siamo arrivati dopo’.[/quote]
Monolite recitativo per generazioni di fan e per decine di colleghi, Meryl sente il peso di questa ingombrante ‘responsabilità’, vissuta comunque con capacità.
[quote layout=”big”]’Avverto l’obbligo di smantellare un palazzo, quando arrivo al lavoro, sul set. C’è spesso questo artificio che mi precede. Ed è un qualcosa che non aiuta il lavoro, soprattutto con gli altri attori. Ma inconsciamente me ne libero. Anche Hugh ha confessato di avere avuto paura di lavorare con me, ma sono tutte stronzate. Così a volte capita che mi dimentichi le battute, che sbagli posizione, e allora tutti pensano ‘non è poi così brava come credevamo’. E si torna alla normalità’.[/quote]
40 anni di carriera, 3 Oscar, record di nomination e una filmografia sterminata. Eppure Meryl, ancora oggi, ama il suo lavoro.
[quote layout=”big”]’Recitare, per me, significa la stessa cosa rispetto a 40 anni fa. Tutte le donne che ho interpretato e che interpreto oggi hanno la stessa importanza della prima che ho interpretato. Non percepisco un calo d’entusiasmo e d’amore nei confronti della recitazione. Amo tutti i miei personaggi. Devo raccontare la storia di quella donna, qualsiasi personaggio sia’.[/quote]
Una carriera che a sorpresa, va detto, non l’ha però mai vista incrociare la sedia da regista.
[quote layout=”big”]’In realtà alcuni miei registi dicono che c’ho provato, a dirigere un film. Ma la risposta è no. Non ho mai percepito la necessità di diventare regista. Ammiro le persone che fanno entrambe le cose, ma ho sempre voluto recitare. Amo questo esercizio, amo la soggettività, questa immersione in un ruolo’.[/quote]
31 anni fa, era il 1985, l’unico ruolo che ha veramente ‘invidiato’.
[quote layout=”big”]’Sweet Dreams di Karel Reisz. Il ruolo di Patsy Cline andò a Jessica Lange. Era un film perfetto, sorprendente. Non ho mai perdonato Karel per averlo dato a Jessica e non a me’.[/quote]
Immancabile, per finire, l’elogio all’Italia tutta.
[quote layout=”big”]’Amo tutto e tutti dell’Italia. Tutti vorrebbero essere italiani, e io sono una di loro’.[/quote]