Roma Film Festiva: Reservation Road, Recensione in Anteprima!
Altro film in concorso in arrivo dalla Festa del cinema di Roma, Reservation Road!Diretto da Terry George, regista di Hotel Rwanda, tratto dalla novella di John Burnham Schwartz, dall’omonimo nome, Reservation Road è un drama-thriller, una storia di rabbia, vendetta, giustizia, una storia di due padri, delle loro famiglie e di come un tragico incidente,
Altro film in concorso in arrivo dalla Festa del cinema di Roma, Reservation Road!
Diretto da Terry George, regista di Hotel Rwanda, tratto dalla novella di John Burnham Schwartz, dall’omonimo nome, Reservation Road è un drama-thriller, una storia di rabbia, vendetta, giustizia, una storia di due padri, delle loro famiglie e di come un tragico incidente, una tragedia senza fine, finirà per farli incontrare, stravolgendo la loro vita…
Una sera uggiosa l’avvocato Dwight Arno, Mark Ruffalo, accompagna il figlio undicenne dall’ex moglie Ruth Wheldon, Mira Sorvino, dopo aver visto con lui alla tv una partita di baseball.
In un attimo, in un istante, una terribile fatalità cambierà per sempre la loro vita… la macchina di Dwight sbanda, colpisce in pieno un bambino, scaraventandolo al suolo. Spaventato a morte Dwight scappa, lasciando sul bagnato asfaltoquell’inerme corpicino.
Ethan, Joaquin Phoenix, il padre del piccolo, assiste inerme a tutta la scena. La polizia inizia le indagini, ma nulla si scopre dell’omicida fuggito senza nemmeno fermarsi.
La rabbia e la voglia di vendetta, di giustizia cominciano a montare dentro Ethan, che inizia così una caccia solitaria all’uomo, fino al momento in cui lo rintraccia, fino alla resa dei conti finale…
Terry George realizza un film discreto, ben interpretato, senza però riuscire a fare quel salto di qualità che differenzia un film simile da un’ottima pellicola.
La storia è struggente, drammatica, una famiglia distrutta dal dolore, incapace di riprendersi da una morte tanto dura da digerire quanto assurda, con un padre incapace di uscire dal tunnel della vendetta in cui entra, grazie anche alla lentezza della giustizia “ordinaria”.
Dall’altra parte abbiamo un uomo distrutto dal rimorso, padre di famiglia, insicuro sul da farsi, in bilico su una decisione tanto difficile quanto coraggiosa: confessare o continuare a mentire.
Chi sorprende sono i due attori protagonisti.
Un ingrassato Joaquin Phoenix e un trasformato Mark Ruffalo rubano letteralmente la scena, confermandosi ottimi attori anche in ruoli fortemente drammatici. Jennifer Connelly si conferma in una parte che oramai a lei è a dir poco congeniale, mentre Mira Sorvino è indubbiamente rilegata a “fondo sala”, rispetto agli altri tre.
Peccato per un finale inconsistente e poco chiaro, tirato via in fretta e furia, che non osa, che lascia un’alone di mistero, di dubbi, di grosse perplessità.
In conclusione un film discreto, reo di dare quel senso di “già visto”, di scontatezza che ne mina le fondamenta sin dal principio.
Apprezzabile e nulla più, sufficente, sicuramente non in corsa per la vittoria finale della Festa del Cinema di Roma.