Rompicapo a New York: Recensione in Anteprima
Romain Duris, Audrey Tautou, Cécile De France e Kelly Reilly tornano ad incontrarsi a New York grazie al ‘solito’ Cédric Klapisch
12 anni dopo L’appartamento spagnolo e 9 anni dopo Bambole russe, il francese Cédric Klapisch ha voluto chiudere la propria personale ‘trilogia dei viaggi di Xavier’ con Rompicapo a New York, commedia in uscita questo 12 giugno nei cinema d’Italia. Protagonista indiscusso proprio quel Romain Duris esploso nel 2002 nei panni di uno studente Erasmus nel cuore di Barcellona, ormai adulto, con due figli a carico, una separazione da dover digerire, una carriera di scrittore da portare avanti e una nuova città da scoprire. La Grande Mela, per l’appunto, capitale mondiale delle migrazioni nonché meraviglioso ‘rompicapo’ esistenziale per chiunque la abiti o provi a farlo.
Per riuscire nell’impresa Klapisch ha voluto sul set non solo Duris bensì anche Audrey Tautou, Cécile De France e Kelly Reilly, ovvero le 3 donne che hanno condiviso con Xavier viaggi passati ed esperienze sentimentali, qui ritrovatesi per una terza volta dall’altra parte dell’Oceano. Come fatto dal nostro Gabriele Muccino con la doppietta Ultimo Bacio – Baciami ancora, e con tutt’altro spessore da Richard Linklater con la tripletta, Prima dell’Alba – del Tramonto – e di Mezzanotte, anche il francese Cédric ha provato a pennellare l’inevitabile crescita dei suoi protagonisti, 12 anni fa studenti ed ora al centro di vite immancabilmente incasinate e complicate. Almeno all’apparenza.
Al centro della trama, come detto, il quasi 40enne Xavier, che non si è ancora “sistemato” ma qualcosa ha fatto e quel qualcosa ha reso la sua vita ancora più inaspettata: due figli. In quanto ‘rappresentante’ di una generazione nata e cresciuta con la cultura del viaggio, Xavier lascia Parigi e si reinventa quasi totalmente dall’altra parte del mondo proprio per non abbandonare i due pargoli, nella speranza di trovare una collocazione come padre, come figlio e come uomo, in mezzo al coloratissimo caos di Chinatown. Separazioni, genitori gay, famiglie in affido, immigrazione, ex che spuntano all’improvviso, matrimoni combinati, padri scomparsi ed ora ricomparsi, lavoro nero e globalizzazione. La nevrotica e disordinata vita di Xavier segue passo passo quella della città in cui si trova, e al tempo stesso l’immagine di se’ che sta partorendo nel suo ultimo ed inedito romanzo, lasciando spazio ad un intreccio di io che alla fine della giostra creeranno confusione persino al suo editore.
Gradevole, a tratti originale, ritmato ma eccessivamente lungo, inutilmente prolisso nel mostrare un certo tipo di quotidianità e soprattutto attento nel trattare con rispetto personaggi che esistono e vivono da 12 anni sul grande schermo. Protagonisti per forza di cose maturati, perché costretti a farlo dagli eventi e dall’evoluzione della vita. Personaggi in costruzione come quel Ground Zero che fa da cornice all’accordo di separazione consensuale di Xavier e Wendy, tra voce off che ricollega i fili di un decennio trascorso e filosofi tedeschi che ‘appaiono’ all’improvviso per ricordare a Duris cosa fare nei momenti di maggiore difficoltà, sbandierando storiche ed ineccepibili massime. Si ride con gusto solo a tratti, ci si ritrova ad ammirare una Grande Mela a più facce, meno ricca e più proletaria, con Klapisch che torna ad erigere un mondo, quello di Xavier, fatto di donne e fughe dalle responsabilità, qui sbattuta in faccia e a prova di ‘presa’.
Donne che entrano ed escono dalla vita di Duris, ritrovandosi tra passato e presente, con l’ex Amelie Tautou di nuovo nei panni di Martine, più matura, sicura di se’ e sfacciata dal punto di vista sentimentale rispetto alla ‘ragazzina’ di 12 anni fa. E’ proprio il suo personaggio quello che è andato incontro ad un cambiamento più radicale, anche se limitato ad una presenza sul set di appena 3 giorni, mentre Isabelle, nuovamente interpretata da Cecile De France, non riesce proprio a scrollarsi di dosso quella genuina incoscienza dei 20enni che sembrerebbe averla inseguita fino a New York. A chiudere il cerchio Kelly Reilly, follemente doppiata in italiano con una pronuncia alla Windham e ancora una volta negli abiti di Wendy, scappata da Xavier dopo 10 anni di coppia perché innamoratasi di un altro uomo.
Quattro adulti conosciutisi all’interno di un appartamento spagnolo nel lontano 2002 ed ora dall’altra parte del mondo, nuovamente insieme, per mettere un punto ad un lungo capitolo di vita vissuta e voltare pagina. Operazione rischiosa, nostalgica ed ambiziosa, quella di Klapisch, più o meno riuscita a causa di un calderone che troppi ingredienti ha voluto cucinare al suo interno, finendo così per allungare un brodo esageratamente in bilico tra lo sciapo e il gustoso. Anche se il rompicapo del titolo, ovviamente, troverà una sua degna e felice conclusione.
Voto di Federico: 6+
Rompicapo a New York (Francia, Casse-tête Chinois, 2013) di Cédric Klapisch. Con Romain Duris, Audrey Tautou, Cécile De France, Kelly Reilly, Sandrine Holt, Margaux Mansart, Pablo Mugnier-Jacob, Flore Bonaventura, Benoît Jacquot, Jochen Hägele, Amin Djakliou, Clara Abbasi, Li Jun Li, Sharrieff Pugh, Peter McRobbie, Jason Kravits, Byron Jennings, Peter Hermann – uscita giovedì 12 giugno 2014.