Roseanna, Tomas Alfredson porta al cinema il romanzo di Maj Sjöwall e Per Wahloo
Tomas Alfredson alla regia dell’adattamento cinematografico di Roseanna, primo capitolo della saga editoriale incentrata sul Detective Martin Beck.
I due autori, una coppia di scandinavi, scrittori a quattro mani ma anche marito e moglie nella vita, furono definiti, all’apice della loro fama, in vari modi. Dall’immancabile «Simenon scandinavi» al più meditato «autori del primo giallo socialdemocratico». Sono molto più semplicemente creatori del malinconico Martin Beck, al suo esordio in questo primo romanzo della serie, investigatore della squadra omicidi di Stoccolma; un poliziotto vero, frustrato nella vita privata da un rapporto matrimoniale sfiorito dal quale sarebbe troppo faticoso separarsi, tormentato dal mal di stomaco, lento come un bradipo ma tenace, umano, che «non pensa mai» (appunto: «il Maigret svedese»). Attraverso i suoi occhi la coppia dei due autori intendeva rappresentare una «commedia umana alla Balzac» in chiave poliziesca. E infatti nelle avventure di Martin non c’è mai nulla di clamoroso, niente colpi di scena, geniali crimini, momenti di terrore, o dame nere: c’è il logorante lavoro del detective che macina, centimetro per centimetro, il filo che lo porterà al capo del mistero. Secondo un realismo investigativo che, senza dare la sbronza dei thriller più acrobatici che questi anni ci hanno regalato, comunque non stanca mai né delude. In una cittadina scandinava in mezzo a laghi, porti e canali, è trovato il cadavere nudo di una bella ragazza impigliato in una diga. Di lei non si riesce a saper niente, come fosse affiorata dal nulla. Passano i mesi e le stagioni, ma Martin Beck, per professione e per carattere, non può dimenticare. Finalmente, d’oltreoceano, è scovato un brandello di indizio. E risalendo di spostamento in spostamento, di conoscenza in conoscenza, ricostruendo tessera dopo tessera la vita di una ragazza moderna e promettente, Beck stringe nell’angolo il colpevole, non senza una lacrima sospesa sul ciglio.
La serie di romanzi è celebre in patria, con tanto di serie tv andata avanti per sei stagioni, mentre questo adattamento punterà ad un pubblico internazionale, in modo da diventare vera e propria saga cinematografica. Il film più famoso legato al Detective Beck è innegabilmente L’ispettore Martin ha teso la trappola, con Walter Matthau protagonista, che trasferì la storia dalla Svezia a San Francisco, cambiando i nomi dei personaggi.