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Rovine: la recensione

Rovine (The Ruins, Australia / USA, 2008) di Carter Smith; con Jonathan Tucker, Jena Malone, Shawn Ashmore, Laura Ramsey, Joe Anderson, Sergio Calderón, Jesse Ramirez, Balder Moreno, Dimitri Baveas, Patricio Almeida Rodriguez.Chi è in astinenza da brividi in questa estate avara si segni questo titolo, che è stato stroncato da molte testate senza che ci

10 Luglio 2008 10:33

Rovine - Carter SmithRovine (The Ruins, Australia / USA, 2008) di Carter Smith; con Jonathan Tucker, Jena Malone, Shawn Ashmore, Laura Ramsey, Joe Anderson, Sergio Calderón, Jesse Ramirez, Balder Moreno, Dimitri Baveas, Patricio Almeida Rodriguez.

Chi è in astinenza da brividi in questa estate avara si segni questo titolo, che è stato stroncato da molte testate senza che ci sia davvero un valido motivo, perché ne vale la pena. Tratto dal secondo romanzo di Scott Smith (dal primo Raimi trasse Soldi Sporchi), Rovine sembra il solito horror per teenager, ma in realtà riesce ad essere più interessante e psicologico senza abbandonare il divertimento e il gore.

Carter Smith riesce a trasportare sul grande schermo una storia che poteva essere trattata in modo banalissimo, se non ridicolo e senza la forza delle pagine scritte. Invece – e la cosa più sorprendente è che Rovine è un’opera prima – tiene bene la tensione per tutta la durata del film, con poche scivolate, fino ad un degno (e cattivo) finale.

Tra rovine maya e piante assassine, pericolosissime e a tratti immensamente crudeli, il tempo passa che è un piacere, e per una buona volta si tifa anche per i ragazzi protagonisti: sarà perché in fase di sceneggiatura si è tenuto finalmente conto di un minimo di caratteristiche dei personaggi?

Ma è anche grazie ai giovani attori che il film resta solido e grintoso: non si tratta dei soliti bellocci (oddio, trovatemene uno brutto), forse anche perché molti hanno ormai una carriera ben collaudata alle spalle.

Intelligente l’uso dell’ambientazione, che si riduce alla fine in un cunicolo interno (che richiama in un certo senso la claustrofobia di The Descent) e soprattutto alla cima del tempio maya, dove i ragazzi sono confinati a causa di uomini del posto che non vogliono che scendano da lì per nessuna ragione al mondo.

Sul versante horror gli appassionati avranno di che godere, anche perché lo sbudellamento non è fine a sé stesso ed ha una bella base di cattiveria. Nonostante tagli, spari, coltellate varie, resta impresso il calvario del personaggio di Joe Anderson: dal momento in cui si rompe la schiena cadendo nel cunicolo, per lui sarà un viaggio senza ritorno verso l’inferno, che culminerà con l’amputazione delle gambe…

Divertentissimo ed energico, Rovine è l’horror dell’estate: interessante al punto giusto, teso, con qualche bel colpo basso sotto la cintura dai quali ci si fa colpire volentieri. E aspettiamo un nuovo lavoro di Smith, che promette film poco edulcorati e che si bagnano volentieri col sangue.

Voto Gabriele: 7
Voto Carla: 7