Science+Fiction: quarto giorno
Gran bella giornata quella di ieri al Science+Fiction. L’atteso incontro con il grande Joe Dante è stato un gran bel colpo ed ha dato il via ad una bella serie di pellicole. La mia giornata, fra l’altro, è iniziata proprio con uno dei film selezionati dal regista, ossia Small Soldiers. Che è uno dei suoi
Gran bella giornata quella di ieri al Science+Fiction. L’atteso incontro con il grande Joe Dante è stato un gran bel colpo ed ha dato il via ad una bella serie di pellicole. La mia giornata, fra l’altro, è iniziata proprio con uno dei film selezionati dal regista, ossia Small Soldiers. Che è uno dei suoi film più sottovalutati, a cui è stato detto più o meno di tutto, anche che nella sua facile satira nasconde dietro un divertimento per soli dodicenni. Se è così, sono ben felice di essere tornato dodicenne per quasi due orette!
All’epoca non lo avevo visto al cinema, quindi questa è anche una personale rivincita: vedere il film sul grande schermo e in originale ha un grande effetto. Il divertimento, per dodicenni, certo, ma non solo, è enorme, e le idee di regia e sceneggiatura sono tantissime. Che dire della scena delle terribili barbie, delle citazioni dei film di guerra, dei simpaticissimi Gorgoniti e degli odiosi (e in fondo stupidissimi) soldatini?
E’ stata un’occasione per vedere alla prova, con le loro voci originali, anche i bravissimi e giovanissimi attori principali: Kirsten Dunst si rivela ovviamente già dea e brilla di luce propria, e anche Gregory Smith (che probabilmente si ricorderà per essere “il protagonista di Everwood”) non è male. Che continuino pure a sottovalutare la pellicola, che continuino anche a credere che Dante si è fermato già un po’ di film fa, ma Small Soldiers mi diverte ed entusiasma sempre.
E’ stato anche il giorno della premiazione del regista, iniziata con la visione di Trailers Reel 57, una vera chicca. E’ un montaggio di alcuni trailer che Dante creò per alcune pellicole distribuite in America dalla ditta del maestro Corman. Al capolavoro Amarcord si affiancano trailer di film dell’exploitation che tanto hanno regalato al mondo grindhouse di Tarantino e Rodriguez: i titoli vanno da T.N.T. Jackson a Street Girls, da Cover Girl Models a Down and Dirty Duck!
Dante quindi è stato premiato con l’Urania alla carriera, ed è stato anche omaggiato con un paio di mega-orecchie alla Gizmo! Finita la premiazione, e finiti i doverosissimi applausi, si è visto Homecoming, l’episodio che il regista ha diretto per la prima serie dei Masters of Horror: ribadisco che è un mini-film notevole, con idee geniali. Una contrapposizione tra crudele e acidissima satira e l’emozionante dolcezza di alcune sequenze. E’ un film che va visto: peccato non averlo potuto vedere ieri in lingua originale (chissà come mai ci è stata proposta la versione doppiata…).
Passiamo poi ad un film in concorso e ad un film fuori concordo. La Antena dell’argentino Esteban Sapir è una piccola e gradevolissima sorpresa. C’è un’intera cittadina che è stata privata dell’uso della voce: tutti comunicano con le parole, scritte a mo’ di didascalia sullo schermo. Solo una donna, di cui non si vede mai il viso, riesce a parlare e lavora in tv come cantante. Intanto il terribile Mr. TV organizza un piano per avere ai suoi piedi la città…
Il film è non solo un omaggio al cinema muto (da Metropolis a Melies, passando per l’espressionismo tedesco), in quanto è diretto in bianco e nero e usa una tecnica per ricreare le atmosfere di quel periodo, ma anche alla fantascienza anni ’50 nella seconda parte, con alcune spruzzate di fumetto. Originalissimo dal punto di vista tecnico e scenografico, è ironico e dolce per quanto riguarda la storia. Per me potrebbe anche vincere il concorso, e la sua vittoria sarebbe meritata.
Ma se vogliamo dirla tutta, il film più folle e più assurdo della giornata è stato Black Sheep! Il film coi pecoroni assassini (non sono zombie: sono mutati geneticamente e infettano chiunque riescono a mordere!) ha una prima ed ultima parte divertentissime, un po’ meno la seconda, ma globalmente si ride alla grandissima.
Splatter e risate sono un mix spesso irresistibile, e Black Sheep di Jonathan King è uno di questi casi. Battute azzeccate, scene di comicità grossolana ma ben inserite nel contesto lo rendono davvero divertente. Una follia vera e propria, da guardare o in una sala piena di gente o a casa con gli amici.