Sentinelle Sud: trailer italiano e anticipazioni del crime noir di Mathieu Gérault al cinema dal 1° febbraio
Tutto quello che c’è da sapere su “Sentinelle Sud” con Niels Schneider e Denis Lavant, esordio tra crime e film sociale del regista Mathieu Gérault al cinema dal 1° febbraio 2023 con Lab 80.
Dal 1° febbraio nei cinema italiani con Lab 80 Sentinelle Sud, lungometraggio d’esordio di Mathieu Gérault. Tra polar, crime movie e film sociale, tra Jean-Pierre Melville e Roberto Rossellini, Robert Bresson e Sidney Lumet, vincitore del Primo Premio del pubblico alla 40ª edizione di Bergamo Film Meeting.
Sentinelle Sud – Trama e cast
La trama ufficiale: All’indomani di un’imboscata in Afghanistan che ha decimato la sua unità, il soldato Christian Lafayette ritorna in Francia. Mentre cerca di riprendere una vita normale, Mounir, suo compagno d’armi rimasto ferito nell’agguato, lo coinvolge in un traffico di oppio. La missione che li ha visti come unici sopravvissuti forse non era quella che credevano. Lafayette, con un’infanzia segnata dall’abbandono e ora tormentato eroe di guerra, sembra inizialmente reagire scegliendo il circolo vizioso della violenza e della criminalità. Per riuscire a sfuggirvi, l’ex soldato dovrà riappacificarsi con il proprio passato e imparare ad amare…
“Sentinelle Sud” vede protagonisti Niels Schneider (già in “J’ai tué ma mère” e “Les amours imaginaires” di Xavier Dolan e di recente coprotagonista di “Gli amori di Suzanna Andler” di Benoît Jacquot), Sofian Khammes, David Ayala, Thomas Daloz, India Hair e Denis Lavant attore feticcio di Leos Carax.
Sentinelle Sud – Trailer e video
Curiosità sul film
- Mathieu Gérault approda alla regia e alla sceneggiatura dopo una formazione in ambito economico all’Università di Rennes 1. Il suo cortometraggio Hautes Herbes è stato presentato alla Quinzaine des Réalisateurs e ha ricevuto numerosi riconoscimenti a festival internazionali. Sentinelle Sud è il suo primo lungometraggio.
- Mathieu Gérault dirige il film da una sua sceneggiatura con la collaborazione di Noé Debré (Quasi Nemici – L’importante è avere ragione) e Nicolas Silhol (Corporate).
- Le musiche originali del film sono dei compositori e fratelli Evgueni Galperine & Sacha Galperine (La scelta di Anne – L’événement, L’ultima regina, miniserie tv The Undoing – Le verità non dette, Radioactive, Lezioni di persiano).
Note di regia
Da bambino sono stato separato dai miei fratelli più piccoli. Con questo primo film volevo parlare di fraternità e di che cos’è una famiglia. Il ritorno del soldato, con tutta la sua mitologia, era ideale per esplorare questi argomenti. […] Sentinelle Sud lavora tra più generi cinematografici. È un noir: ci sono rapine, debiti, tentazione criminale… Ma è anche una cronaca sociale e politica, racconta di un ritorno dalla guerra con le sue difficoltà. Ho preso spunto da figure che mi hanno permesso di esprimere la ricerca emotiva di Christian e la sua dimensione tragica. Ho tratto parte della mia ispirazione da una certa classicità americana, in particolare Sidney Lumet, da film che seguono la deriva interiore di un antieroe carismatico. [Mathieu Gérault]
Intervista al regista
Il regista Mathieu Gérault racconta la genesi del film, l’idea un film sui soldati che tornano alla vita civile e la ricerca sull’ambiente militare.
È iniziato con la guerra, come evento, ma anche come sentimento: sentirsi in guerra, sotto assedio. Mi sono subito avvicinato ai personaggi dei soldati e al ritorno dalla guerra, un momento molto interessante perché ti permette di tornare te stesso. Ho voluto anche descrivere i personaggi attraverso la loro infanzia, un periodo che può aver dettato le loro successive scelte di andare in guerra, di incontrare un comandante, di scegliere una moralità, una grandezza, un superamento di se stessi, di cercare un rito di coraggio nel passaggio all’età adulta. Mi ha anche permesso di parlare di fraternità, di disillusione, del dolore di tornare quando hai perso dei fratelli d’armi…Nella scrittura, era necessaria l’autenticità, l’accesso alla veridicità. E questo è passato attraverso la documentazione. Non volevo incontrare i soldati direttamente perché volevo la finzione, una distanza e uno spazio su cui proiettarmi per sviluppare il personaggio principale di Christian Lafayette. Così mi sono avvicinato a persone che potevano verbalizzare l’esperienza del ritorno del soldato, ho incontrato molti assistenti, terapisti occupazionali, negli ospedali militari. Ho anche visto molti documentari e letto molti libri su tutte le guerre, tra cui Indocina, Algeria, Libano, Vietnam, Iraq, operazioni Tsahal ecc. L’arte della guerra ha permeato la storia dei personaggi.
Gérault racconta il tema dell’integrazione e le fonti d’ispirazione, dalle sue radici alla passione per il cinema di Hollywood…
Volevo parlare d’integrazione e Sofian Khammes si è mobilitato su queste domande sollevate dal personaggio di Mounir: cos’è la Francia? Da dove veniamo? È integrazione attraverso il fuoco, come dicono i militari, per questi giovani di origine nordafricana provenienti da quartieri disagiati, con tutto ciò che comporta in termini di disillusione, esperienza di razzismo all’interno dell’establishment militare, il punto di vista della comunità musulmana al ritorno dai combattimenti in Afghanistan, per esempio: per loro non è facile! Vengo da un ambiente rurale, dal bocage della Mayenne settentrionale, terra di caccia, motocross e cattolicesimo. Volevo fare di Christian un personaggio un po’ silenzioso, molto terroso, e associarlo a un compagno nervoso, intelligente, leggermente più politico, che cercava di capire. Questo è qualcosa che ho sperimentato quando i miei genitori si sono separati e ci siamo trasferiti in fretta con mia madre in un complesso residenziale a Laval. Per noi era Brooklyn e lì ho incontrato un Mounir che mi ha fatto conoscere i codici urbani. Ho anche una passione per il cinema New Hollywood, film come Lo spaventapasseri o Un uomo da marciapiede, film di amicizia, duetti con figure molto archetipiche, molto diverse, e questo ha alimentato la costruzione di questa fraternità.