Shame: venerdì 13 gennaio 2012 nelle Sale Italiane
Shame di Steve McQueen arriva venerdì 13 gennaio nelle Sale Italiane
L’attesa è quasi finita, chi aspetta di vedere Shame e il ritorno della folgorante coppia Steve McQueen–Michael Fassbenderd di Hunger, sarà finalmente ricompensato da un nuovo viaggio nelle prigioni umane a prova di evasione, questa volta in corpi incapaci di sottrarsi ai labirinti di ossessioni e perversioni costruiti per proteggersi e nascondersi.
Tra poche ore Brandon (Michael Fassbenderd), sua sorella Sissi (Carey Mulligan) e una New York bella e dannata quanto loro, vi aspettano nella sala buia e avvolgente per una lucida e coraggiosa discesa nell’inferno nascosto dietro la maschera, la routine collaudata, la solitudine ponderata e frequentazioni a prova di ogni tentazione.
Dopo la nostra recensione in anteprima,
– il trailer originale, quello da “bollino rosso” e diverse clip,
– il primo trailer in italiano e relative clip,
– e aver dato una sbirciata a immagini del film e locandine
vi aspettano ancora i bagliori della metropoli che spaccia libertà ingannevoli, le attese nevrotiche che si scontrano con le distanze abissali, i pudori che lasciano aperta la porta del bagno e chiusa quella del cuore, il corpo nudo e l’anima ben coperta, il sesso volutamente provocatorio, sfacciato, che non lascia nulla all’immaginazione …
… sesso che non brama il corpo dell’altro ma un solitario distacco difeso con l’auto-erostismo ossessivo, incontri occasionali, pornografia a pagamento e perversioni che non parlano lo stesso linguaggio del porno ma lasciano mano libera alla censura.
Una censura tanto al servizio di interessi poco nobili da vietare ai minori di 14 anni un film che non fa altro che ancorare ad un contesto emotivo niente affatto moralizzate, quello che guardano sul web con filtri aggirabili anche da una scimmietta.
Insomma il solito marketing travestito da morale per un film che non è alla portata dei ragazzini, quanto non può esserlo a quella di chi non sa leggere nei rituali ossessivi, nelle corse disperate, nelle solitudini desiderate, nel distacco calcolato e nelle relazioni sterili, un analogo bisogno di nascondere se stesso agli altri.
Un film che solleva dubbi, riflessioni e domande ancor prima che l’universo di Brandon inizi a vacillare con l’arrivo della fragile ed emotiva sorella, che quella lacrima scappi al controllo, fino alla scena finale, così eloquente, che non lascia scampo, ma ad ognuno la possibilità di personalizzarla un po’ con la valanga di emozioni empatiche che scatena.
Dopo la fame di Hunger e la vergogna di Shame, io aspetto il terzo dei vizi capitali alla Steve McQueen, ma anche tutte le vostre riflessioni e considerazioni.