Sleepaway Camp: si continua… ancora?
Se c’è un caso clamoroso, nella filmografia horror, di furto da un altro horror e che spicca fra tutti gli altri, questo è sicuramente Sleepaway Camp, che deve la vita a Venerdì 13. Che a sua volta doveva più di qualcosina ad Halloween. Sì, ma Sleepaway Camp è proprio clamoroso. Siamo nel genere slasher più
Se c’è un caso clamoroso, nella filmografia horror, di furto da un altro horror e che spicca fra tutti gli altri, questo è sicuramente Sleepaway Camp, che deve la vita a Venerdì 13. Che a sua volta doveva più di qualcosina ad Halloween. Sì, ma Sleepaway Camp è proprio clamoroso. Siamo nel genere slasher più puro, ovvero quello bodycount. L’ambientazione è un campeggio: vi ricorda qualcosa? Se ci mettiamo la componente sessuofobica eighties, il gioco è fatto.
Uscito nel 1983 (quando i Venerdì 13 erano ormai già tre), il primo Sleepaway Camp riesce comunque a fare contenti i fan: sarà per la sua assoluta semplicità, sarà per un paio di omicidi gustosissimi (il cuoco ustionato con l’acqua bollente, il ragazzo bloccato in bagno con un alveare), sarà per il finale davvero a sorpresa e, a suo modo, agghiacciante, ma un appassionato questo film se lo tiene stretto comunque. Poi ovvio, è la solita solfa riscaldata, ma divertente e con qualche carta da giocarsi.
Poi sono arrivati i doverosi sequel. Il sottoscritto si è fermato solo al terzo, ma giusto per far comprendere quanto questa serie sia debitrice nei confronti dell’horror precedente ecco qualche altro esempio: nel secondo episodio (Sleepaway Camp II: Unhappy Campers) due ragazzi decidono di notte di spaventare le ragazze vestiti da Freddy Krueger e Jason Voorhees, ma vengono uccisi dall’assassino vestito da Leatherface! Nel terzo (Sleepaway Camp III: Teenage Wasteland) si butta la faccenda ancora più in burlesque (“che giorno è oggi?”, “sabato 14!”).
Fin qui ho evitato gli spoiler: chi è interessato a recuperare la prima trilogia può farlo cliccando su uno dei due link (1 e 2) e troverà due cofanetti interessanti, ovviamente in inglese visto che la serie è inedita in Italia. Chi vuole sapere qualcosa di più degli episodi successivi e che stanno per uscire prosegua la lettura, cliccando su continua.
Se vogliamo dirla tutta, comunque, Angela Baker (interpretata nel primo da Felissa Rose e nei successivi due episodi da Pamela Springsteen) è abbastanza insopportabile. Al contrario di Freddy o Jason (per cui, da un certo punto in poi delle serie, incominci a tifare), è umana e non ha strani poteri o caratteristiche: nel primo episodio si scopre che questa quattordicenne taciturna e timidissima è in realtà un ragazzino, costretto dalla zia Martha (da cui è andata a vivere dopo la morte del fratellino e del padre… in un lago!!) a vestirsi da femminuccia, capace di fare un’intera strage di campeggiatori. Per chi è curioso, ecco il finale a sorpresa del primo film e, se cliccate sul link, vedrete la breve ma esilarante parodia di Robot Chicken:
Dicevamo: Angela è insopportabile. Moralizzatrice al massimo, calcola e premedita ogni assassinio minuziosamente, e le vittime sono sempre campeggiatori che o fanno sesso o non rispettano le regole. Siamo all’apice della forza sessuofobica degli anni ’80. La serie di Sleepaway Camp continua comunque ancora oggi, incredibilmente. Nel 2002 è stato girato Sleepaway Camp IV: The Survivor, che per vari problemi della casa distributrice è uscito in una versione di appena 34 minuti… Intanto Robert Hiltzik, regista del primo episodio, riprende in mano “la sua creatura” e dirige quest’anno Return to Sleepaway Camp, che ancora non ha trovato distribuzione. Non si capisce quindi come mai sia già in produzione Sleepaway Camp Reunion, il sesto capitolo della saga, sempre diretto da Hiltzik e pronto per uscire nel 2008. Cosa succederà in questo capitolo? Come dice il titolo stesso, una “riunione” di famiglia: ritorna ovviamente Angela, ma anche Ricky (suo cugino, visto nel primo episodio) e la zia Martha. Più trash di così!