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Slow News: trailer del documentario sull’informazione e lo slow journalism

Il documentario militante di Alberto Puliafito racconta l’informazione all’epoca delle fake news, della post-verità e dei populismi.

pubblicato 14 Maggio 2020 aggiornato 29 Luglio 2020 11:13

[Per visionare il trailer clicca sull’immagine in alto]

 

Informazione e slow journalism al centro di Slow News, il documentario di Alberto Puliafito la cui anteprima mondiale fissata al 15 marzo 2020 al Festival Internazionale di Salonicco è stata bloccata dall’insorgere dell’emergenza COVID-19.

Girato tra l’Europa e gli Stati Uniti, in un viaggio che parte dalla provincia di Milano per arrivare fino in Oregon, passando per il Festival Internazionale del Giornalismo di Perugia, Londra, Copenhagen, le Dolomiti, Amsterdam, Parigi e New York, alla scoperta delle vite, delle sfide e delle idee di alcune persone che stanno cercando di cambiare il mondo. Slow News è la storia della battaglia per la difesa della democrazia e della libertà: una guerra che, nella società di oggi, si combatte soprattutto con l’informazione.

[quote layout=”big”]Slow News si concentra su uno dei temi chiave del nostro tempo: l’informazione all’epoca delle fake news, della post-verità e dei populismi. Un documentario militante che considera il giornalismo il pilastro chiave della democrazia.[/quote]

 

Slow News, la cui realizzazione ha richiesto 4 anni di lavoro, inizia la sua vita proprio in questo momento difficile e ha l’obiettivo di dare una speranza alle lettrici e ai lettori di tutto il mondo, ma anche alle giornaliste e ai giornalisti: insieme, un altro giornalismo è possibile. Ma soprattutto è necessario. Infatti, soltanto un’opinione pubblica informata può avere la lucidità e la forza di non cedere alla narrazione dominante, alla guerra di tutti contro tutti e alla paura. Solo insieme possiamo batterci per un mondo migliore, a cominciare dall’informazione.

 

La trama ufficiale:

 

Un uomo tira un pugno a un canguro: gli animalisti insorgono. Guarda le foto della professoressa sexy. Trump twitta. Le scie chimiche, gli antivaccini, 30 euro al giorno per immigrato, breaking news: l’Occidente affoga nel sovraccarico informativo. Ogni 60 secondi, condividiamo e commentiamo milioni di contenuti su Facebook, guardiamo milioni di video su YouTube, scriviamo miliardi di tweet e messaggi su WhatsApp. Falsi giornali con bufale perfette e veri giornali pieni di false notizie. Le persone credono a tutto e a niente, allo stesso tempo. Il nostro cervello non può neanche processare e comprendere tutta questa mole di informazioni. Possiamo cambiare? Da qualche anno ormai, in diverse parti del mondo, piccoli gruppi di giornalisti indipendenti hanno cominciato a costruire modelli alternativi: Rob Orchard e il suo Delayed Gratification in Inghilterra, Frédéric Martel in Francia, la redazione di De Correspondent in Olanda, Lea Korsgaard e il suo Zetland in Danimarca e molti altri. Non si conoscono tra di loro, ma hanno tutti lo stesso obiettivo: rallentare ed essere liberi. Anche colossi dell’informazione come il New York Times e BuzzFeed cominciano a sperimentare qualcosa di diverso, per uscire dall’ossessione dell’aggiornamento continuo, tornando a mettere al centro del loro lavoro i lettori. Nel frattempo, a Milano, quattro giornalisti indipendenti incontrano Peter Laufer, professore dell’Università dell’Oregon e autore del manifesto Slow News, ispirato al movimento Slow Food, ma per il giornalismo. Insieme, hanno una missione: costruire un’alternativa, unendo i puntini, Inizia così un viaggio attraverso l’Europa e gli Stati Uniti per raggiungere e mettere in contatto tra loro tutti quei giornalisti che credono nello slow journalism, e nel ruolo sociale del giornalismo come cardine per la difesa e il mantenimento della democrazia e della libertà. Una battaglia di vitale importanza, in un momento storico in cui queste sono ovunque sotto attacco. Le strade di tutte queste persone sono destinate a incrociarsi: riusciranno a costruire insieme qualcosa di nuovo?

 

Slow News è un film corale, con un cast internazionale di altissimo livello che include Peter Laufer (James Wallace Chair Professor all’Università dell’Oregon), Helen Boaden (ex-Direttrice di BBC News e BBC Radio), Mark Thompson (Presidente e CEO di The New York Times Company), Frédéric Martel (autore dei bestseller “Sodoma” e “Mainstream”), Julia Cagè (economista, Università Sciences PO di Parigi), Craig Silverman (Media Editor di BuzzFeed News), Lea Korsgaard (Direttirce di Zetland), Rob Orchard (Direttore di Delayed Gratification), Irene Smit (Direttrice di Flow), Giovanni De Mauro (Direttore di Internazionale), Jennifer Rauch (autrice di “Slow Media”), Ermes Maiolica (il più grande creatore di bufale in Italia), Arianna Ciccone (fondatrice di Valigia Blu), Rob Wijnberg (fondatore di The Correspondent), Daniele Nalbone (giornalista italiano).

 

NOTE DEGLI AUTORI

 

Quella raccontata in Slow News è una battaglia cruciale, ancora di più oggi che la pandemia globale sta mettendo a dura prova la società, l’economia e la politica a livello globale. In un mondo che si fa sempre più incerto, l’informazione libera e indipendente è il baluardo più importante per fermare l’ascesa dei populismi. Il mondo sta cambiando radicalmente e tutto potrebbe succedere molto in fretta. Rallentare, in questo caso, non significa perdere di vista la realtà, al contrario, significa arrivare preparati alle sfide che ci imporranno i prossimi anni. Rallentare significa lottare per raccontare la complessità, il contesto, ma anche studiare, sviluppare tecniche e procedure per filtrare ciò che è informazione da ciò che non lo è. Perché garantire ai cittadini di tutto il mondo l’accesso a una informazione sana, libera, indipendente e verificata è il migliore antidoto contro la deriva autoritaria e populista a cui assistiamo in molte parti del mondo.

 

Slow News è l’unico film italiano selezionato in concorso nella Competizione Internazionale alla 22esima edizione del prestigioso Thessaloniki Documentary Festival, che quest’anno si svolgerà in streaming online a causa della emergenza Covid-19, dal 19 al 28 maggio 2020. Il Festival è uno dei più importanti al mondo per il cinema documentario e rientra nella lista dell’Academy of Motion Picture Arts and Sciences tra quelli Oscar Qualifying per quanto riguarda i lungometraggi documentari.