Solo Dio Perdona: le recensioni dagli Usa e dall’Italia
Cosa pensano i critici del nuovo film di Nicolas Winding Refn?
20%. E’ questo il voto del Tomatometer su RottenTomatoes riguardo al film Solo Dio Perdona di Nicolas Winding Refn con Ryan Gosling, uscito nei nostri cinema il 30 maggio. Voi avete visto il film? Cosa ne pensate? Dopo la nostra recensione, ecco uno sguardo più ampio con le critiche Americane e Italiane.
Tim Grierson – Paste Magazine: C’è un sacco di incantevole cinema in Only God Forgives, ma quasi nulla della vita reale.
Jon Frosch – The Atlantic: Il film riesce in qualche modo come un puro esercizio stilistico, con alcuni bei momenti lynchiani confondendo la realtà con fantasie erotiche e violente.
Shaun Munro – Film School Rejects: Semplicemente, senza il nome di Refn al timone, non sarebbe mai stato in concorso a Cannes, né avrebbe attirato le star, e non avrebbe neppure trovato distribuzione.
Derek Malcolm – This is London: Un film molto strano in effetti, dotato di uno script che difficilmente avrebbe riempito quattro o cinque pagine.
Craig Skinner – HeyUGuys: i 90 minuti si trascinano.
Matt Patches – Hollywood.com: come in Drive la migliore performance del film è la colonna sonora.
Peter Bradshaw – Guardian [UK]: Ogni scena, ogni fotogramma, viene eseguito con puro splendore formale.
Alessandra Levantesi Kezich – La Stampa: Il film gira a vuoto, assumendo manieristici toni pulp e lasciando un’impressione di compiaciuto esercizio di stile.
Alberto Crespi – l’Unità: Da noioso, Solo Dio perdona diventa ben presto scriteriato e inutilmente estetizzante (…) film imbarazzante, per chi l’ha fatto e per chi ha la sfortuna di vederlo.
Massimo Bertarelli – il Giornale: Ignobile dramma poliziesco di Nicolas WindingRefl, l’ultimo trombone del cinema danese, che riempie lo schermo di disgustose atrocità.
Roberto Escobar – L’espresso: Mammà (Kristin Scott Thomas) non gli vuol bene, ma lui (Ryan Gosling) a lei ne vuole anche troppo. Uno psicanalista risolverebbe. Winding Refn però esagera e ci costruisce su una storiaccia buia fra puttane, spacciatori e poliziotti con l’hobby di mozzare avambracci. Sangue come se piovesse. Gosling ha due espressioni: una di fronte, l’altra di nuca. E non è il solo.
ATTENZIONE: la recensione che segue contiene spoiler:
Roberto Nepoti – la Repubblica: Solo Dio perdona, del regista danese Nicolas Winding Refn e interpretato dal divo americano Ryan Gosling, già responsabili del violento e perciò amatissimo Drive, era atteso con impazienza. Ma a Cannes alla proiezione stampa si è visto qualcuno che piegava la testa sotto la poltrona, e neppure un tentativo di risata. A Bangkok, l’americano Julian (Gosling) è un narcotrafficante con club di boxe e annesso casino. Non emette parole e guarda sempre sbieco, anche quando una bella signorina fa le brutte cose davanti a lui. Il fratello stupra e squarta una sedicenne, il di lei papà non è contento. E il misterioso Chang, l’elegante giustiziere tailandese che tra un macello e l’altro si esibisce come cantante romantico, estrae lo spadone. Seguono squartamenti, occhi cavati con bastoncini e facce bruciante con l’olio bollente. Arriva la mamma di Julian per vendicare la morte dell’altro figlio. Donatella Versace dovrebbe fare causa alla produzione perché Kristin Scott Thomas è stata fatta assomigliare alla stilista, finendo con lo spadone infilato in gola dal figlio Julian, perché quella mamma lì non lo ha mai amato veramente.