Home Curiosità Space Vampires compie 35 anni: recensione e curiosità sul fanta-horror di Tobe Hooper

Space Vampires compie 35 anni: recensione e curiosità sul fanta-horror di Tobe Hooper

Blogo celebra il trentacinquesimo anniversario dei vampiri spaziali degli anni ottanta.

pubblicato 22 Giugno 2020 aggiornato 29 Luglio 2020 10:25

[Per guardare un trailer del film clicca sull’immagine in alto]

 

Trentacinque anni fa usciva nelle sale americane Space Vampires aka Lifeforce, un cult fanta-horror del 1985 diretto da Tobe Hooper, regista noto per il cult Non aprite quella porta e un altro paio di classici horror: Il tunnel dell’orrore (1981) e Poltergeist – Demoniache presenze (1982). “Space Vampires” è uno di quei film stroncato dalla critica che con il trascorrere degli anni si è guadagnato un seguito di estimatori (sottoscritto incluso), e attenzione poiché non parliamo di un B-movie dal budget risicato, ma di una produzione da ben 25 milioni di dollari che all’epoca purtroppo neanche il pubblico apprezzò decretandone un sonoro flop commerciale.

Lo space-shuttle Churchill con a bordo una missione congiunta Stati Uniti-Regno Unito sotto il comando del colonnello Tom Carlsen è incaricata di osservare la cometa di Halley che sta transitando vicino alla Terra. Durante il rilevamento dei dati una strana forma nascosta nella cometa viene rilevata dagli strumenti, e Carlsen decide di penetrare con una squadra nella cometa per indagare. All’interno di quella che sembra a tutti gli effetti un’astronave aliena vengono rinvenute tre forme di vita umanoidi in stasi, due uomini e una donna rinchiusi in dei contenitori che vengono portato a bordo della Churchill. Non appena i tre umanoidi sono a bordo la Terra perde il contatto con la navetta e il Centro di ricerca spaziale è costretto ad inviare un altro velivolo per scoprire cosa è accaduto alla Churchill. I soccorritori troveranno l’equipaggio morto, la navetta bruciata e una capsula di salvataggio mancante. Scoperti gli umanoidi praticamente indenni, decidono di portarli sulla Terra dove il Dr. Hans Fallada (Fran Finlay) e il suo team scoprono che la donna del terzetto alieno, soprannominata Space Girl (Mathilda May), è una sorta di vampiro che prosciuga la forza vitale degli esseri umani, trasformandoli in zombie. Quando le autorità scoprono che il colonnello Tom Carlsen (Steve Railsback) è sopravvissuto, lo recuperano per spiegare cosa è successo alla Churchill. Carlsen racconta una storia incredibile sui tre alieni e si unisce al colonnello Colin Caine (Peter Firth) nel tentativo di salvare l’umanità da un’invasione di malvagi vampiri spaziali.

L’immagine della bellissima Mathilda May che si aggira per l’intero film sfoggiando un nudo integrale è  rimasta stampata nell’immaginario di tanti adolescenti degli anni ottanta, ma a parte l’audace “Space Girl”, Space Vampires è da considerarsi uno dei film più sottovalutati di Hooper (insieme a “Non aprite quella porta – Parte 2”),  un mix di fantascienza e horror davvero suggestivo che pesca a piene mani da un immaginario ampio e variegato. Il film si apre strizzando l’occhio al cult Alien, nessuna sorpresa visto che la sceneggiatura è scritta da Dan O’Bannon autore dell’originale “Alien” con Don Jakoby che in seguito scriverà l’Invaders di Hooper, con l’epilogo che mette invece in scena una vera e propria epidemia zombie che si abbatte su Londra. Nel mezzo Hooper rivisita il classico Dracula di Bram Stoker: c’è il vampiro/vampira che arriva sulla Terra in una nave di cui ha ucciso l’equipaggio proprio come Dracula arriva in Inghilterra su un veliero di cui ha dissanguato l’equipaggio. Si rifugia in un tempio religioso, crea un legame speciale con una vittima con cui ha condiviso la sua essenza, che viene successivamente ipnotizzata per fornire indizi sulla sua posizione. La squadra che lo bracca comprende un medico straniero ossessionato dalla morte e un americano che la rintraccia in un manicomio mentre diffonde la sua piaga in tutta Londra. Il lavoro di scrittura fatto per amalgamare tutto questo po’ po’ d’immaginario non è impeccabile, ma è indubbio che Space Vampires è un pezzo di gran pregio del cinema di genere, se poi ci aggiungiamo nostalgici effetti speciali a base di animatronic  con una citazione del classico Il ritorno dei morti viventi (occhio alla donna zombie legata sul tavolo) e mirabolanti effetti visivi di John Dykstra che rievocano Ghostbusters e Poltergeist, è difficile non notare che gran parte della critica dell’epoca ha preso l’ennesima cantonata, per fortuna non tutti, non riuscendo a cogliere la compiaciuta bizzarria di un film imperfetto ma audace, capace di convogliare tanti elementi di stampo fantastico senza alla fine collassare su stesso, regalando ai fan del cinema horror l’ennesimo cult anni ottanta.

 

Curiosità

  • Il film è basato sul romanzo del 1976 “The Space Vampires” di Colin Wilson.
  • Mathilda May aveva suole di gomma incollate sotto ai piedi, per evitare di tagliarsi, durante la scena in cui esce dall’edificio, dopo aver infranto le vetrate.
  • Il “Director’s Cut” di Tobe Hooper dura due ore e otto minuti, quindi il film è stato ridotto ad un’ora e cinquantasei minuti, i tagli sono per lo più scene ambientate sull’astronave Churchill. La versione europea inedita originale contiene filmati più violenti ed erotici, che Tri-Star Pictures ha tagliato dalla versione americana degli Stati Uniti. Contiene anche la colonna sonora completa di Henry Mancini, al posto degli occasionali spunti musicali di Michael Kamen posti all’ultimo minuto per la versione per gli Stati Uniti. Questa versione è ora disponibile in video e dura un’ora e cinquantasei minuti.
  • Tobe Hooper ha avuto l’idea di utilizzare la cometa di Halley nella sceneggiatura, piuttosto che la cintura di asteroidi, come originariamente usata nel romanzo, poiché la cometa sarebbe passata sulla Terra un anno dopo l’uscita di questo film.
  • Mathilda May (Space Girl) ha solo sette minuti sullo schermo, quasi tutti completamente nuda.
  • Il regista Tobe Hooper ha quasi perso l’udito durante le riprese di una scena nelle gelide brughiere inglesi.

  • I manichini usati come corpi sezionati furono poi riutilizzati nel remake La mummia (1999).
  • Il cantante Billy Idol è stato considerato per il ruolo di uno dei vampiri.
  • Sono state prese in considerazione o intervistate oltre mille attrici per il ruolo della “Space Girl”. Tobe Hooper ha detto che era incredibilmente difficile trovare un’attrice disposta a recitare il ruolo perché praticamente consisteva solo nell’andare in giro totalmente nuda la maggior parte del tempo e poi fare sesso. In un commento registrato per l’edizione Blu-ray, Hooper ha riferito che molte delle altre attrici provinate si sono rifiutate di spogliarsi completamente per la parte, cospirando persino contro di lui in una sessione di casting. Il produttore associato Michael Kagan ha affermato che il motivo per cui hanno incontrato l’attrice francese Mathilda May, che non sapeva nemmeno parlare inglese, era perché non riuscivano a trovare un’attrice inglese che fosse disposta a spogliarsi integralmente.
  • Primo film del contratto di tre film del regista Tobe Hooper con The Cannon Group, Inc. e Golan-Globus Productions. Gli altri sono Invaders (1986) e Non aprite quella porta – Parte 2 (1986).
  • Nicholas Ball ha scoperto che la sua imbracatura volante per le scene in tuta spaziale era stata indossata da Christopher Reeve per i primi tre film di Superman.

  • Il film in origine è stato promosso e girato con il titolo “The Space Vampires” (il titolo del romanzo di Colin Wilson). In seguito però i produttori Menahem Golan e Cannon Films di Yoram Globus che avevano speso quasi venticinque milioni di dollari, nella speranza di creare un film di successo, sentivano che questo titolo lo faceva sembrare una produzione low-budget così il titolo per gli Stati uniti venne cambiato in “Lifeforce”.
  • Sir John Gielgud è stato sostituito da Sir Patrick Stewart. Secondo alcune biografie di Gielgud, ha lasciato la produzione a causa di un disaccordo sul suo compenso. Sir Norbert Smith fu inizialmente scelto per sostituire Gielgud, ma Hooper non fu impressionato dall’attore quando si presentò ubriaco durante un’audizione.
  • Uno sguardo ravvicinato ai nastri e alle medaglie sull’uniforme dell’aeronautica statunitense indossata da Steve Railsback rivela che il suo personaggio, il colonnello Tom Carlsen, è un veterano della guerra del Vietnam.
  • Il giornalista della BBC all’inizio di questo film, John Edmunds, era un vero giornalista della BBC dagli anni ’60 ai primi anni ’80.
  • Mathilda May ha ricevuto un credito nei titoli di testa come esordiente, sebbene avesse già recitato in due precedenti film usciti nei cinema in Francia.
  • Lo sceneggiatore Michael Armstrong ha visitato il set durante le riprese, ma è rimasto inorridito dai metodi di lavoro di Tobe Hooper.

  • L’acronimo NERVA è l’acronimo di “Nuclear Motor for Rocket Vehicle Application”. Rappresenta il dispositivo per la propulsione a reazione dello space-shuttle Churchill. Nella realtà NERVA è l’acronimo di “Nuclear Engine for Rocket Vehicle Application”, un programma congiunto della Commissione per l’energia atomica degli Stati Uniti e della NASA gestito dallo Space Nuclear Propulsion Office (SNPO) conclusosi alla fine del 1972.
  • Colin Wilson, l’autore del libro originale “The Space Vampires”, non amava molto il film, ma dichiarò: “Beh, almeno c’è molto nudo frontale”.
  • L’astronave aliena simile ad un ombrello era modellata su un carciofo.
  • Patrick Stewart ha affermato più volte che Tobe Hooper è il regista con cui ha preferito lavorare.
  • Tobe Hooper è rimasto molto colpito da quanto seriamente il cast britannico abbia preso la sceneggiatura.
  • Questo film è uscito nove anni dopo la pubblicazione del romanzo originale “The Space Vampires” di Colin Wilson.
  • Brian Carroll, che ha interpretato uno dei membri dell’equipaggio di Churchill, è stato ucciso in un incidente stradale, mentre questo film era in post-produzione. Nel montaggio, la maggior parte del suo ruolo ha finito per essere tagliato, oltre a tagliare tutte le sue battute. Alla fine, il suo ruolo è stato ridotto a quello di una comparsa.
  • Il modello di Londra distrutto nel film, in realtà erano i resti di Tucktonia, un villaggio modello vicino a Christchurch, in Inghilterra, che era stato chiuso non molto tempo prima delle riprese di questo film.
  • Il film costato 25 milioni di dollari ne ha incassati nel mondo circa 11.