Speciale Science+Fiction: Almaz Black Box, il film sorpresa
Intorno agli anni ’90, il Governo Russo aveva oltre una dozzina di spie-satelliti e stazioni spaziali in orbita. Il 3 novembre 1998 l’Almaz, una stazione spaziale militare russa, ricevette un enorme segnale da un’origine indefinita. Tutto il sistema a bordo iniziò a funzionare male. La stazione perse tutte le comunicazioni con la stazione di controllo
Intorno agli anni ’90, il Governo Russo aveva oltre una dozzina di spie-satelliti e stazioni spaziali in orbita. Il 3 novembre 1998 l’Almaz, una stazione spaziale militare russa, ricevette un enorme segnale da un’origine indefinita. Tutto il sistema a bordo iniziò a funzionare male. La stazione perse tutte le comunicazioni con la stazione di controllo di Mosca. Quattro giorni dopo, l’Almaz si frantumò contro l’atmosfera terrestre. Un gruppo di estremisti russi trovò la scatola nera della stazione spaziale prima che il governo russo potesse iniziare l’occultamento… Oggi i contenuti scomodi della scatola nera saranno rivelati.
Di solito il film sorpresa ai festival è un filmone di un regista di culto che ha i suoi fan, e che crea subito gioia e scompiglio fra il pubblico. Di certo il Science+Fiction non è Venezia e non punta di certo ad esserlo: sono due cose diversissime ed è chiaro ai nostri occhi. Comunque il film sorpresa c’era anche al festival della fantascienza di Trieste, e ieri alle 20.00 finalmente abbiamo scoperto di cosa si trattava.
Partiamo da una breve spiegazione sul termine, in questo caso, di film sorpresa: la pellicola è stata presentata sotto questo nome non tanto per la sorpresa, ma perché i problemi nel farlo vedere sono stati tanti e la pellicola ha scatenato non poche polemiche. Almeno così ci è stato spiegato. Ma il tema, il mistero, la presunta veridicità di ciò che abbiamo visto ieri ci ha lasciato letteralmente a bocca aperta.
Dopo il salto vi svelerò tutto.
La pellicola è stata introdotta così: ci è stato detto che non ha un titolo, che è un work in progress, e il regista, Christian Johnston, presente ad inizio e fine proiezione, ha potuto dire solo due parole. L’organizzazione si è scusata ed ha interrotto praticamente subito il confronto col pubblico: il che ha solamente alimentato le nostre domande e i nostri mille dubbi, lasciando tutti spaesati.
Innanzitutto in rete scopro che il film ha un titolo, e sarebbe Almaz Black Box. Nel primo paragrafo avete letto in sintesi di cosa tratta la pellicola, secondo le direttive del trailer che trovate qui. Ovviamente vi starete chiedendo com’è che ci sarebbe del materiale video per farne un documentario; la risposta è semplice: ci sono ovviamente le telecamere fisse dell’Almaz, ossia la scatola nera, e poi i video di uno degli uomini a bordo.
Verità o grande presa in giro? Detto sinceramente, ora come ora rischio di fare una gran figuraccia. Quindi spero che sia tutta una gran presa in giro, perché se così non fosse ci sarebbe di che aver paura. Politica, affari interni alla Russia e non solo, misteriose entità che provengono da chissà dove. Tutto avvolto nel mistero, con un’inquietante data, fornita da un codice binario che apparve misteriosamente sugli schermi dei computer dell’Almaz, in cui gli umani scopriranno cosa c’è dietro a tutto questo: 12/12/2012.
Se il tutto si rivelerà essere un grande scherzone, e il sottoscritto per un po’ ci ha anche creduto, devo fare i miei complimenti al regista e a tutti quelli che hanno avuto l’idea. E anche se così sarà, c’è da dire che il film è angosciante e inquietante e raggiunge i suoi scopi: e se poi ha fatto cadere nella sua trappola tutto il pubblico del festival, figurati se non li raggiunge ‘sti scopi… Altro che Blair Witch Project.