Home Curiosità Sta per piovere, trailer e trama del caso cinematografico 2013

Sta per piovere, trailer e trama del caso cinematografico 2013

Un film di grande attualità sulla vera storia di un giovane di origini algerine in lotta per rimanere nel suo paese: l’Italia.

pubblicato 6 Maggio 2013 aggiornato 31 Luglio 2020 15:01

Quarto lavoro per il giovane regista Haider Rashid: nato a Firenze da padre iraqeno, torna a confrontarsi con tematiche sentite e vissute in prima persona, già scandagliate in Between Two Lands e Tangled Up in Blue. Mario Balotelli non è l’unico italiano dalla pelle nera: decine di migliaia di giovani nati in Italia negli ultimi anni da genitori stranieri riconoscono questa nazione come il loro unico paese. Sono gli italiani di seconda classe, di serie B, di un altra razza, di un altra religione, con gli occhi a mandorla o la pelle scura, ma che parlano con l’accento lombardo o romano, tifano gli azzurri ai mondiali e pagano le conseguenze della crisi come tutti. Proprio come Said, il protagonista di un film destinata a far parlare molto di sé e che uscirà nelle sale italiane il 9 maggio: Sta per piovere.

Cast

Lorenzo Baglioni
Mohamed Hanifi
Giulia Rupi
Amir Ati
Michael Alexanian.

Trama

Said (Lorenzo Baglioni) ha 26 anni ed è nato a Firenze da genitori algerini: studio e lavoro, la fidanzata, la passione per il calcio. Il proprietario dell’azienda dove lavora il padre si suicida e nell’arco di pochi giorni la vita di un’intera famiglia si sgretola sotto i colpi della burocrazia che non rinnova a Said e ai suoi parenti il permesso di soggiorno costringendoli a ritornare in Algeria, un paese che il giovane non ha mai conosciuto. Inizierà una lotta mediatica e legale per sensibilizzare la società al un problema che coinvolge ogni anno migliaia di cittadini a metà.

Sta per piovere di Haider Rashid
Sta per piovere di Haider Rashid
Sta per piovere di Haider Rashid

Sta per piovere è un titolo molto evocativo: la bufera sta per abbattersi sui protagonisti e nessuno sa quanto durerà e i danni che potrà provocare. A differenza di tanti film sui diritti umani di stampo hollywoodiano, dove il protagonista è quasi sempre un avvenente avvocato, qui il protagonista è la parte lesa, Said, un giovane determinato, fiero, che dopo lo sgomento capisce di avere una sola strada per far valere i suoi diritti: la lotta, sfidando una burocrazia impersonale ma viva, quasi fosse una belva nascosta e tentacolare, disseminata in mille uffici tutti uguali e in grado di rovinare un’esistenza per sempre con poche righe. Un film che si preannuncia coraggioso, volutamente scarno e senza fronzoli a dipingere una quotidianità fiorentina lontana dalle cartoline per turisti, ma assediata dalla calura e dalla crisi economica, al apri di tutte le altre città italiane. Non è un film sul razzismo, ma anche l’intolleranza ha la sua parte nella sceneggiatura nel descrivere il popolaccio sordo che non vuole distinguere e non vuole ascoltare ma è capace solo di urlare “tornatevene a casa”.