Star System – Se non ci sei non esisti- La recensione in anteprima
Star System – Se non ci sei non esisti (How to Lose Friends and Alienate People) di Robert B. Weide con Simon Pegg, Kirsten Dunst, Megan Fox, Jeff Bridges, Gillian Anderson, Janette Scott, Miriam Margolyes Sidney Young una giovane firma di una rivista indipendente con sede a Londra. Il suo stile è intellettuale, sarcastico, schietto
Star System – Se non ci sei non esisti (How to Lose Friends and Alienate People) di Robert B. Weide con Simon Pegg, Kirsten Dunst, Megan Fox, Jeff Bridges, Gillian Anderson, Janette Scott, Miriam Margolyes
Sidney Young una giovane firma di una rivista indipendente con sede a Londra. Il suo stile è intellettuale, sarcastico, schietto e soprattutto visto di pessimo occhio dal mondo dello star system. Un suo articolo però attira l’attenzione del direttore di Sharp, la più influente rivista di spettacolo al mondo. Da Londra a New York la vita di Sidney cambierà radicalmente, ma i suoi modi anticonformisti gli provocheranno diversi guai. La scelta che gli si pone davanti è fra un compromesso che snaturerebbe il suo essere libero, o il rifiuto delle regole del sistema. La scelta non sarà facile.
Ispirato al libro autobiografico di Toby Young dal titolo Un alieno a Vanity Fair, dimostrazione che anche nel mondo dell’editoria amano stravolgere i titoli originali (How to Lose Friends and Alienate People, che suona “come perdere gli amici e far scappare la gente”), il film di Robert B. Weide gioca con la verve comica di Simon Pegg a ribaltare in chiave cinematografica la prospettiva che Il diavolo veste Prada aveva offerto sul mondo dell’editoria legata alla moda.
Sebbene il film sia ambientato nella New York più yuppies e numerose star hollywoodiane ne arricchiscano il cast, il film è una produzione inglese e come tale è perfettamente riuscita a mantenere quel tocco delirante di humour britannico che pervade tutti i film del biondo Pegg, intrisi di cinismo e di tocchi macabri di grandissimo impatto (si vedano Hot Fuzz e L’alba dei morti dementi per meglio apprezzare). Il film diventa così un a satira feroce non solo sullo Star System, quello del titolo, ma anche su quell’universo che vi gravita intorno con agire parassitario, fatto di P.R, di uffici di comunicazione, di apparenze e, soprattutto, di giornalisti della stampa specializzata o critici cinematografici dai toni spocchiosi. Quello che Pegg/Young ci chiede è quanto sia possibile quindi mantenere la propria vena sarcastica, dissacrante e, soprattutto, onesta quando si ha direttamente a che fare con il gotha dell’entertainment mondiale?
Appare in questa prospettiva assolutamente irresistibile anche la bella, ma spesso insipida, Megan Fox che nella versione parodia di se stessa, si presenta come una stellina in cerca di celebrità offrendo in un imbarazzante (in puro senso cinefilo) tuffo in piscina in stile Anita Ekberg ne La Dolce Vita, oppure che promuove un particolarissimo biopic dove lei stessa interpreta la parte di Madre Teresa di Calcutta. C’è però un accordo, nemmeno troppo celato nel silenzio. Il mondo dello spettacolo, quello dei piani alti, ha deciso che la giovane ragazza è destinata a diventare un astro del firmamento di Hollywood, è quindi necessario incensarla anche sulle pagine patinate delle riviste di spettacolo e ricoprirla di complimenti, che saranno ricompensati a buon prezzo. Ma per quanto tempo si può accettare un compromesso del genere?
Mattatore dello show è Simon Pegg, comico amatissimo in patria che con questo film prova la ribalta internazionale, ma alla sua corte ci sono uno stuolo di ottimi comprimari come Jeff Bridges, in un ruolo che come fu quello di Meryl Streep ricalca il vero direttore della rivista Vanity Fair, una Kristen Dunst acqua e sapone che torna per una volta a fare l’amabile fidanzatina d’America, e una ironica, ancor prima che seducente, Megan Fox praticamente nei panni di se stessa e una Gillian Anderson splendidamente riscoperta.
Gli appassionati cinefili riconosceranno alcune citazioni gradevoli, mai banali, da alcuni celebri film della storia del cinema; si odono echi lontani delle commedie di Billy Wilder, da L’appartamento a Prima Pagina, e gli uffici delle redazioni sono tappezzati dei poster di capolavori del calibro de Il Disprezzo di Jean Luc Godard ma (come ha fatto qualcuno) insistere nel cercare il profumo de La Dolce Vita in salsa new yorkese, eccezion fatta per l’esplicito rimando della scena della piscina, è una dimostrazione dell’incapacità del mondo della critica cinematografica di sapere ridere dei propri peccati e fare autoironia delle proprie idiosincrasie. Mea culpa.
Star System – Se non ci sei non esisti uscirà nei cinema italiani l’8 maggio
Voto Carlo 7,5
Voto Simona: 7+