Stasera in tv: Bello, onesto emigrato Australia… Su Rai3, trama e critica del classico con Sordi
In questo film diretto da Luigi Zampa del 1971 Sordi e la Cardinale mettono in scena una commedia delle parti tanto travolgente nella sua comicità quanto disarmante nel suo crudo e impietoso realismo.
“Bello, onesto, emigrato Australia sposerebbe compaesana illibata”, titolo chilometrico adatto a un film monumentale e famoso come i suoi protagonisti: Alberto Sordi (di cui si è recentemente celebrato il decennale della scomparsa) e Claudia Cardinale. Il primo, dopo il Colosseo e San Pietro è probabilmente il terzo monumento capitolino in ordine di importanza: lei ha dettato i canoni della femminilità mediterranea, surclassando tante dive dell’epoca grazie a una bellezza tanto ferina quanto aulica. Nel film diretto da Luigi Zampa del 1971 mettono in scena una commedia delle parti tanto travolgente nella sua comicità quanto disarmante nel suo crudo e impietoso realismo.
Cast e personaggi:
Alberto Sordi: Amedeo Battipaglia
Claudia Cardinale: Carmela
Corrado Olmi: don Anselmo
Riccardo Garrone: Giuseppe Bartone
Tano Cimarosa: emigrante italiano
Angelo Infanti: protettore
Mario Brega: cameriere italiano a Brisbane
Trama
Australia, fine anni ’60: Amedeo Battipaglia (Alberto Sordi) è un italiano emigrato da oltre vent’anni, che dopo una vita di sacrifici e umili lavori viene convinto a prendere moglie per corrispondenza. Alla vista di una immagine della bellissima Carmela (Claudia Cardinale), Amedeo ritiene di non essere all’altezza e decide di spedire alla giovane una fotografia del ben più aitante amico Giuseppe (Riccardo Garrone). Ne nascerà un grottesco intreccio di bugie e omissioni, destinato a divenire tragicomico all’atterraggio di Carmela nella terra dei canguri…
Critica
A livello formale il film di Zampa è ineccepile, e ripropone in chiave (allora) moderna i canoni stilistici propri del neorealismo, con una “crudità” delle immagini che mette in luce i tanti e impietosi difetti dell’antieroe messo in scena da Sordi. Bruttino, misero, solo, ignorante e di buon cuore: ecco come eravamo, (o come ci vedevano) noi popolo di emigranti oltre quattro decenni fa. La comicità tipica di Albertone è sempre viva e regala per tutto il film risate sferzate di malinconia grazie a una finzione più vera della realtà. L’intreccio è degno della commedia classica, con malintesi e bugie che creano l’effetto comico, aumentato dalla “maschera” di Sordi contrapposta all’espressione sempre truce, torva della Cardinale, a sua volta protagonista di un’Eneide declassata a viaggio della speranza. L’anno successivo sarebbe uscito nelle sale “Il Padrino”, a raccontare l’altra faccia dell’italiano all’estero, sempre anti-eroico ma molto più tragico. Sono lontani i tempi in cui Giulio Andreotti rimproverava De Sica con la celebre frase dei “panni sporchi da lavare in casa”: Amedeo è fiero, dietro la sua innocente miserabilità, incolto ma non stupido e la sua voglia di affermarsi, il suo riscatto è tutto racchiuso in una frase che racconta un’epoca, un popolo e un sogno: “Io a millequattrocento metri sotto terra lavoro, ma un giorno i miei figli saranno tutti dottori. E quella sarà la mia vendetta.”
Da sottolineare il cameo di Mario Brega, notorio attore “romano de roma” apparso in tanti film di Sordi e Verdone, nella parte del cameriere (ovviamente) scorbutico.