Stasera in TV, I Magliari, sui Rai 3 con Alberto Sordi
Alberto Sordi e Renato Salvatori nei panni di due magliari nella Germania di fine anni ’50, diretti da Francesco Rosi
Il dizionario Sabatini Coletti definisce magliaro come: “Venditore ambulante di tessuti o indumenti”. Spesso di bassa qualità, per cui il termine magliaro è diventato sinonimo di truffatore. E l’omonimo film del ’59 con Alberto Sordi diretto da Francesco Rosi racconta le vicissitudini di una banda di truffatori italiani alle prese con la sopravvivenza nella poco ospitale Hannover. Immigrati del dopo guerra tra piccoli traffici, molta miseria e lotte per la supremazia con altri miserabili. Per la serie “come eravamo”.
Cast
Alberto Sordi: Ferdinando Magliulo, detto Totonno
Belinda Lee: Paula Mayer
Renato Salvatori: Mario Balducci
Nino Vingelli: Vincenzo
Aldo Giuffré: Armando
Aldo Bufi Landi: Rodolfo Valentino
Carmine Ippolito: don Raffaele Tramontana
Trama
Mario (Renato Salvatori) decide di lasciare l’Italia per cercare la fortuna in Germania: presto deluso della sua condizione di emigrante senza lavoro incontra Totonno (Alberto Sordi). Elegante, sicuro di sé, spavaldo, Totonno introduce Mario al lavoro di magliaro, per conto del piccolo boss napoletano Don Raffaele. Ben presto Totonno decide di trasferirsi ad Amburgo, convincendo Mario e altri scagnozzi, per mettersi in proprio, iniziando a fare affari con Paula (Belinda Lee) e il marito, due polacchi che vogliono inserirsi nel traffico. Mario si innamora di Paula e ben presto tutta la banda dovrà fare i conti con gli amici polacchi dei due coniugi…
Critica
Pur non essendo ancora all’apice della carriera, Sordi nel ’59 aveva già alle spalle una cinquantina di film, esperienza che faceva di lui un giovane veterano, cimentatosi già in ruoli drammatici come Sotto il sole di Roma e impegnativi come ne I vitelloni di Fellini. Ne I Magliari il personaggio di Totonno rappresenta il lato peggiore dell’emigrante italiano: miles gloriosus senza coraggio, truffaldino, egoista. Il suo alter ego positivo è Mario, interpretato da Renato Salvatori che aveva conosciuto la fama l’anno precedente con I soliti ignoti e di lì a poco avrebbe raggiunto l’apice della carriera, nemmeno trentenne, con Rocco e i suoi fratelli. Un bel film, magari ingenuo per l’occhio dello spettatore moderno, abituato a scene di violenza urbana e gangster movie di ben altro spessore; ma I magliari mette in luce uno spaccato dell’italiano che fu ma che caratterialmente ancora è, come sempre interpretato da un maestoso Albertone.