Stasera in tv: “Il fulgore di Dony” su Rai 1
Rai 1 stasera propone “Il fulgore di Dony”, film drammatico d Pupi Avati con Greta Zuccheri Montanari, Saul Nanni, Ambra Angiolini e Giulio Scarpati.
Cast e personaggi
Greta Zuccheri Montanari: Dony Chesi
Saul Nanni: Marco Ghia
Ambra Angiolini: Madre di Dony
Giulio Scarpati Padre di Dony
Lunetta Savino: Madre di Marco
Andrea Roncato: Padre di Marco
Alessandro Haber: Psichiatra
La trama
Pupi Avati torna al piccolo schermo per raccontare un amore raro, adolescenziale eppure consapevole e “scelto”, un legame fatto di emozione, cura e riconoscenza. Un amore diverso, necessario, difficile, narrato con sensibilità e ispirazione.Una storia esemplare attraversata da paure, palpitazioni, divieti e da tanti momenti bui, ma che alla fine trova la sua ragion d’essere nel “fulgore” di Donata, per tutti Dony, ovvero nella splendente profondità d’animo che la ragazza eman. L’innamoramento di Dony per il bellissimo compagno di scuola incontrato un giorno per caso in cortile, rappresenta per lei un’àncora sentimentale, un dono prezioso, anche quando il giovane Marco, a causa di un incidente, riporta un grave trauma cranico che non gli permette di condurre una vita normale.
Note di Regia – Il Fulgore di una Scelta
Fulgore è sinonimo di splendore, luminosità, lucentezza, scintillio, sfavillio, sfolgorio, brillantezza, fulgidezza, brillio. Per essere capaci di fulgore occorre emanare luce propria, oppure, come nel caso di alcune pietre preziose, riflettere nelle mille sfaccettature, una luce esterna. Al concludersi delle ultime righe di questa storia così singolare, immaginando il volto di Dony che ne è protagonista, avvicinandola sempre di più, facendone un tutt’uno con la mia immaginazione, ne ho percepito quella luminescenza alla quale alludevo, ho avvertito forte la necessità di un vocabolo che la descrivesse. Che ne divenisse sintesi. Ed ecco che mi è venuto in soccorso questo sostantivo così desueto e tuttavia in questa circostanza così assolutamente pertinente . Scoprii all’improvviso che la commozione che provavo nel fissare la mia Dony mi derivava da un suo fulgore. Dalla compulsazione dei dizionari di sinonimi che posseggo ne ebbi la certezza, la lingua italiana non mi avrebbe offerto alcuna alternativa. La vicenda umana della mia Donata Chesi, soprannominata Dony, la scelta che il suo profondo sentimento del vivere le fa fare, merita quel sostantivo che ha guadagnato innamorandosi dell’amore, forse del bisogno, smisurato di lei che prova un giovane suo coetaneo disabile e destinato a veder aggravarsi inesorabilmente le sue condizioni.Questa la sfida del film, rendere vera, credibile, azzardare addirittura che diventi condivisibile la scelta di Dony. Una scelta probabilmente anacronistica, contro tutto e tutti, in un presente che pare premiare solo l’egoismo. Non sapremo mai se Dony Chesi abbia letto il discorso della montagna del Vangelo di Matteo o abbia ascoltato le sollecitazioni di Papa Francesco, tuttavia in quel “beati i misericordiosi perché troveranno misericordia” c’è tutto il fulgore della sua scelta. [Pupi Avati]
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