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Stasera in tv su Rai 3: “Diaz” di Daniele Vicari con Elio Germano

Rai 3 stasera propone “Diaz – Don’t Clean Up This Blood”, film drammatico del 2012 diretto da Daniele Vicari e interpretato da Claudio Santamaria, Jennifer Ulrich, Elio Germano e Davide Iacopini.

pubblicato 23 Ottobre 2014 aggiornato 30 Luglio 2020 21:08

Cast e personaggi

Claudio Santamaria: Max Flamini
Jennifer Ulrich: Alma Koch
Elio Germano: Luca Gualtieri
Davide Iacopini: Marco
Ralph Amoussou: Etienne
Emilie De Preissac: Cecile
Fabrizio Rongione: Nick Janssen
Renato Scarpa: Anselmo Vitali
Mattia Sbragia: Armando Carrera
Duccio Camerini: Aldoino Fracassi
Antonio Gerardi: Achille Faleri
Paolo Calabresi: Francesco Scaroni
Francesco Acquaroli: Vinicio Meconi
Alessandro Roja: Marco Cerone
Eva Cambiale: Donata Stranieri
Rolando Ravello: Rodolfo Serpieri
Monica Bîrl?deanu: Constantine Giornal
Ignazio Oliva: Marzio Pisapia
Camilla Semino: Franci
Aylin Prandi: Maria
Michaela Bara: Karin
Sarah Marecek: Inga
Lilith Stanghenberg: Bea
Christian Blumel: Ralph
Christoph Letkowski: Rudy
Ester Ortega: Ines
Pietro Ragusa: Aaron
Gerry Mastrodomenico: Sesto Vivaldi
Jacopo Maria Bicocchi: Silvio Pieri
Mircea Caraman: Vittorio Donati
Ioana Picos: Gilda
James Longshore: Charles
Razvan Hincu: Amico John
Cristiano Morroni: responsabile GSF
Simone Sabani
Marco Conidi

La trama

Luca (Elio Germano) è un giornalista della Gazzetta di Bologna. È il 20 luglio 2001, l’attenzione della stampa è catalizzata dagli scontri tra manifestanti e forze dell’ordine durante il vertice G8 di Genova. In redazione arriva la notizia della morte di Carlo Giuliani. Luca decide di partire per Genova, vuole vedere di persona cosa sta succedendo.

Alma (Jennifer Ulrich) è un’anarchica tedesca che ha partecipato agli scontri. Sconvolta dalle violenze cui ha assistito, decide di occuparsi delle persone disperse insieme a Marco (Davide Iacopini), un organizzatore del Genoa Social Forum, e Franci, una giovane avvocato del Genoa Legal forum. Nick (Fabrizio Rongione) è un manager che si interessa di economia solidale, arrivato a Genova per seguire il seminario dell’economista Susan George. Anselmo (Renato Scarpa) è un vecchio militante della CGIL e con i suoi compagni pensionati ha preso parte ai cortei contro il G8.

Etienne (Ralph Amoussou) e Cecile sono due anarchici francesi protagonisti delle devastazioni di quei giorni. Bea e Ralf sono di passaggio e hanno deciso di riposarsi alla Diaz prima di partire.

Max (Claudio Santamaria), vicequestore aggiunto del primo reparto mobile di Roma, comanda il VII nucleo e non vede l’ora di tornare a casa da sua moglie e sua figlia.

Luca, Alma, Nick, Anselmo, Etienne, Marco e centinaia di altre persone incrociano i loro destini la notte del 21 luglio 2001.

Poco prima della mezzanotte centinaia di poliziotti irrompono nel complesso scolastico Diaz-Pascoli, sede del Genoa Social Forum adibita per l’occasione a dormitorio. In testa c’è il VII nucleo comandato da Max, seguono gli agenti della Digos e della mobile, mentre i carabinieri cinturano l’isolato. È un massacro in piena regola. Quando Max dà ordine ai suoi di fermarsi, è tardi. 93 persone presenti nella scuola, oltre ad essere in arresto, hanno subìto una violenza inaudita senza aver opposto alcuna resistenza.

Luca e Anselmo finiscono in ospedale, Alma dopo essere stata medicata viene condotta alla caserma di Bolzaneto. All’alba Etienne e i suoi amici escono dal bar dove si sono rifugiati durante la notte. Tutto è silenzio, deserto. Si fanno strada verso la Diaz, ma una volta dentro trovano solo sangue e distruzione. Anche Marco non si trovava alla Diaz durante l’incursione. Ha passato la notte con Maria, una ragazza spagnola conosciuta in quei giorni. Quando la mattina, in una Genova devastata e irreale, raggiunge la scuola, la luce del sole mette ancor più in evidenza le proporzioni del massacro. Sconvolto raggiunge il suo ufficio, squilla il telefono: è la madre di Alma. Marco non sa cosa sia successo alla ragazza ma promette che farà di tutto per trovarla.

A Bolzaneto, per Alma e decine di altri ragazzi, l’incubo non è ancora finito.

Note di regia

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Il G8 di Genova svoltosi nel luglio 2001 è stato un evento enorme, ha coinvolto i capi di stato di tutto il mondo, ha visto l’arrivo di centinaia di migliaia di manifestanti anch’essi da tutto il mondo, ha visto la presenza di una quantità mai impiegata prima in Italia di forze dell’ordine. Migliaia di video attivisti, operatori televisivi, video operatori delle forze dell’ordine, fotografi e registi cinematografici hanno ripreso ogni cosa, ogni momento, ogni assemblea, ogni vetrina infranta, ogni carica della polizia. Nell’archivio del Genoa Legal Forum sono conservate migliaia di ore di riprese video e fotografie. Tutto è stato documentato. Tutto, tranne ciò che è accaduto dentro la scuola Diaz e dentro la caserma di Bolzaneto.

I fatti della Diaz e di Bolzaneto hanno dato luogo a due lunghi e drammatici processi che, mentre scrivo, non sono ancora conclusi. La lettura degli atti (www.processig8.org/) è sconvolgente, toglie letteralmente il sonno e getta un’ombra sinistra sulla nostra democrazia. E mette in discussione un luogo comune molto radicato, quello secondo cui certe cose possono accadere soltanto sotto regimi politici autoritari. È per questo che ho pensato fin da subito che avrei voluto guardarle in faccia e comprenderle fino in fondo, perché mi riguardano, sono parte della mia vita di cittadino italiano ed europeo.

E’ vero, un manipolo di cosiddetti Black Block ha devastato negozi e incendiato automobili provocando danni consistenti, ma in virtù di questo presupposto si è deciso che a pagare il prezzo di quelle devastazioni dovessero essere un centinaio di persone non identificate e quindi non automaticamente riconducibili ai devastatori, radunate in una scuola legalmente concessa al Genoa Social Forum, e si è deciso di procedere con metodi che fanno fare un passo indietro di 80 anni alla nostra democrazia. Ma anche supponendo che i presenti fossero stati tutti incalliti Black Block, in base a quali norme si è potuto prendere una simile iniziativa? E in base a quali principi democratici? Per perseguire reati contro le cose, uno Stato ha il diritto di commettere così gravi reati contro le persone? A posteriori mi chiedo anche: non è che per caso Genova 2001 abbia dato inizio ad una crisi sociale e istituzionale profondissima che in un decennio di “fantapolitica” ha portato l’Italia sull’orlo del baratro?

Già in fase di sceneggiatura abbiamo cercato di raccontare il senso di spaesamento che tutti coloro che hanno partecipato al G8 ricordano. Sia manifestanti che poliziotti, giornalisti e cittadini casualmente coinvolti negli eventi, una sorta di caos terrificante. Durante le riprese ho avuto vari momenti di difficoltà realizzando le scene più cruente, perché in quei momenti ho compreso fino in fondo l’inferno che si è sviluppato dentro quei luoghi. Mi sono chiesto in continuazione: fino a che punto posso spingermi nella rappresentazione di quella violenza? che senso ha questa violenza estrema e da dove viene? che democrazia è quella che mi spoglia, mi violenta, mi priva di identità e di diritti?

Una delle cose che mi ha sempre colpito di più nei racconti delle persone che hanno partecipato a quel G8, è la sensazione di non poter sfuggire al proprio destino, come in un incubo. Questo elemento è filtrato prepotentemente nel film, l’ho capito mentre giravamo la scena difficilissima in cui Jennifer Ulrich (Alma) era costretta a spogliarsi davanti ai carcerieri. Lei si è voltata e ho letto sul collo un tatuaggio, la scritta: “Destiny”. La cosa mi ha sorpreso, ho pensato a una decisione di trucco sfuggita al mio controllo e mi è sembrata una didascalia fuori luogo. Invece no, si tratta di un tatuaggio che Jennifer si è fatta chissà quando. Quel tatuaggio ha concretizzato in me un’altra domanda: qual è la misura oltre la quale non siamo più padroni della nostra vita?

La struttura narrativa del film sollecita queste domande, la circolarità del racconto intorno ad un accadimento marginale della giornata del 21 luglio 2001, di qualche ora precedente all’irruzione, cioè il passaggio di un “pattuglione” della polizia davanti la scuola Diaz, mette contemporaneamente in campo diversi livelli narrativi e sottolinea l’assurda ineluttabilità che ha portato agli esiti estremi raccontati nei processi. I diversi livelli narrativi si intrecciano con diversi punti di vista incarnati da alcuni personaggi che si muovono nei luoghi fondamentali della storia, inconsapevoli di ciò che sta per capitare loro. E io con loro mi chiedo cosa stia capitando, perdo ogni certezza, finisco in un labirinto senza via d’uscita.

Il nostro commento

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Daniele Vicari è un regista capace di filtrare la realtà attraverso lo schermo con un realismo quasi brutale, ma che non perde mai di vista quella che è la necessaria narrazione cinematografica.

Da qualunque parte la si voglia guardare il film di Vicari arriva dritto allo stomaco con una schiettezza che provoca indignazione, suscita quesiti importanti e lascia l’amaro in bocca come dovrebbe fare ogni film in cui la violenza diventa protagonista della vita di tutti i giorni.

Curiosità

– Il film è incentrato sui fatti del G8 di Genova, mentre “Diaz” è il nome della scuola di Genova in cui fece irruzione la polizia la sera del 21 luglio 2001.

– Il film ha vinto 4 David di Donatello (Miglior produttore a Domenico Procacci, Migliore sonoro, Miglior montaggio e Migliori effetti speciali visivi) e 3 Nastri d’Argento (Miglior produttore, montaggio e sonoro).

La colonna sonora

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Le musiche originali del film eseguite dal Balanescu Quartet sono di Theo Teardo (La Ragazza del Lago”, “Il Passato è una Terra Straniera”, “Il Divo”,”Il Gioiellino”).

– Altri brani inclusi nella colonna sonora: “Evolution Revolution Love” di Tricky, “Gas Gas” di Goran Bregovic, “Angel” dei Massive Attack, “It Takes A Fool To Remain Sane” dei The Ark e “Clandestino” di Manu Chao.

Stasera in tv su Rai 3 Diaz di Daniele Vicari con Elio Germano

1. C’est la guerre
2. I’ll Be so Glad When the Sun Goes Down
3. Fallen
4. The Model Policeman
5. A Perfect Agitator
6. I’ll Meet You on That Other Shore
7. Never the Same
8. Anatomy of Melancholy
9. Stare a guardare
10. He Done Fell Dead
11. Map of Disappearance
12. Wish You Where Husker Du
13. Her Blood Dried in the Sun
14. Evolution Revolution Love – Tricky

Stare a guardare – Teho Teardo & Balanescu Quartet:

Never Same – Teho Teardo & Balanescu Quartet:

Evolution Revolution Love – Tricky:

Angel – Massive Attack:

It Takes A Fool To Remain Sane – The Ark:

Clip e video

Stasera in tv su Rai 3 Diaz di Daniele Vicari con Elio Germano (1)

Trailer + clip:

Video backstage del film: