Stasera in tv su Rete 4: “7 chili in 7 giorni” con Carlo Verdone e Renato Pozzetto
Rete 4 stasera propone “7 chili in 7 giorni”, commedia del 1986 diretta da Luca Verdone e Interpretata da Renato Pozzetto e Carlo Verdone.
Cast e personaggi
Carlo Verdone: Alfio Tamburini
Renato Pozzetto: Silvano Baracchi
Silvia Annichiarico: Samantha Tamburini
Tiziana Pini: la bella signora
Franco Diogene: l’assessore Turri
Franco Adducci: il monsignore
Elena Fabrizi: sora Rosa
Annabella Schiavone: la cantante lirica
Fides Stagni: la nonna di Samantha
Ida Eccher: la governante della villa
Monica Gioia: Miriam, l’infermiera
Giuseppe D’Aloja: il pugile
Fabrizio Sergi: Paolo Fabbris, detto “Paolone”
Bruno Bilotta: fratello di Samantha
Aldo Massasso: fratello di Samantha
Hal Yamanouchi: il domestico cinese
Dante Fioretti: il padre di Baracchi
Fiammetta Baralla: Tina, paziente della clinica
Totò Pinto: Ugo, paziente della clinica
David Maunsell: il professore inglese
Antonio Giordani: l’uomo che occulta il cadavere dell’onorevole
Antonio Vezza: presidente della commissione di laurea
Rolando De Santis: l’operaio che raddrizza il quadro
Ivano Barchiesi: un paziente della clinica
Doppiatori italiani
Paolo Lombardi: il monsignore
Nino Scardina: Ugo, il marito di Tina / il fotografo che scatta la foto di gruppo a inizio film
Gianni Agus: L’onorevole
Michele Kalamera: Speaker dello spot pubblicitario televisivo della clinica
Gianni Musy: il professore inglese / l’uomo che occulta il cadavere / l’operaio che raddrizza il quadro
Carlo Verdone: un operaio bastonato dalla nonna (la voce dell’attore è udibile solo nella versione televisiva)
La trama
Alfio Tamburini (Carlo Verdone) e Silvano Baracchi (Renato Pozzetto) si laureano in medicina e nove anni dopo i due si ritrovano con lavori che odiano e così fanno squadra per dare una svolta alla loro vita: su idea di Silvano riadattano il casale di campagna di proprietà di Samantha, moglie di Alfio, trasformandolo in una modernissima casa di cura per obesi lanciata con il furbo e ingannevole slogan “7 chili in 7 giorni”.
Il nostro commento
L’idea alla base del film, diretto dall’allora esordiente Luca Verdone (fratello di Carlo Verdone), nasce da una mania anni ’80 per sedicenti cliniche dei miracoli per persone sovrappeso, una tematica ancora oggi di gran moda specialmente a ridosso dell’estate con libri, tisane, attrezzi ginnici e diete “fai da te” che promettono miracoli che spesso non mantengono, proprio come accade nel film che su schermo vede un’accoppiata “comica” che sulla carta prometteva faville e che alla fine invece regala solo qualche sorriso dimostrandosi non particolarmente in sintonia.
7 chili in 7 giorni parte con tutte le buone intenzioni, si dipana giocando con una tematica universale come la mania delle diete sprint e poi purtroppo si incanala in una serie di gag inanellate senza troppa convinzione e che funzionano a corrente alternata, insomma alla fine il brodo si allunga troppo e finisce per perdere sapore.
Come ha dimostrato Paolo Villaggio in Fantozzi contro tutti, meglio un’esilarante e coincisa parentesi con le “polpette di Bavaria” del dietologo tedesco professor Birkermaier che un reiterare fino alla nausea gag legate a dieta e cibo in un’unica ambientazione, e come a voler confutare tutto ciò in coda al film c’è la trattoria “Ai 2 porconi – da Alfio e Silvano”.
Curiosità
– Il film è basato su un’idea di Carlo Verdone avuta dopo aver visionato alcune pubblicità di vere cliniche dimagranti che andavano di moda all’epoca.
– Il casale del film è Villa Attolico, situata sulla Appia Antica nei pressi della chiesa di San Giovanni a Porta Latina.
– inizialmente il film doveva avere tre protagonisti che raccogliessero il pubblico delle varie zone italiane: Pozzetto per il nord, Verdone per il centro e Luciano De Crescenzo per il sud. Quest’ultimo alla fine declinò: avrebbe dovuto interpretare il medico che inventa la pappa dimagrante.
– Dovendo girare con un cast in gran parte composto da buone forchette, le pause pranzo erano spesso interminabili, allungando più del previsto le riprese al punto che Mario Cecchi Gori, produttore del film, dovette richiamare personalmente la troupe.
– “Duron Duron” e “Sventrax” sono due marche di profilattici che Silvano Baracchi nasconde nel doppiofondo della sua valigia
– Maison de Beaute’ è il nome del centro estetico che Alfio Tamburini dirige all’inizio del film.
– Mommi è il nome del gatto che si aggira per Villa Samantha e che muore dopo aver assaggiato la pappa dimagrante preparata da Alfio Tamburini e Silvano Baracchi.
La colonna sonora
– Le musiche originali del film sono di Pino Donaggio che nasce come cantautore e nel 1973 esordisce come musicista di colonne sonore con il thriller A Venezia… un dicembre rosso shocking (Don’t Look Now) di Nicholas Roeg. Donaggio ha collaborato con il regista Brian De Palma per il cult Carrie, lo sguardo di Satana, Vestito per uccidere, Blow Out, Omicidio a luci rosse e Doppia personalità. Donaggio si specializza così in colonne sonore per horror musicando Un’ombra nel buio con Lauren Bacall, Trauma di Dario Argento, Piranha e L’ululato di Joe Dante e il sequel Il figlio di Chucky di Don Mancini. Di Donaggio anche le musiche della commedia di culto Non ci resta che piangere della coppia Benigni – Troisi, dei drammi Il caso Moro e Giovanni Falcone di Giuseppe Ferrara e di Interno berlinese di Liliana Cavani.
Coming to Samantha – Pino Donaggio:
Clip e video
Fonte: Wikipedia / Verdonepedia