Sundance 2017, commento: Netflix e Guadagnino vincitori morali di questa edizione del festival
Sundance Film Festival 2017: c’è un vincitore a sorpresa, mentre Call Me By Your Name di Luca Guadagnino conquista la critica. Ma soprattutto questa edizione passerà alla Storia come una delle più combattute in ambito del mercato. Con Netflix decisamente spericolato e Amazon che non sta a guardare.
Doveva essere una cerimonia di chiusura di festa ovviamente, eppure non lo è stata. Non poteva essere solo una celebrazione, visto che, lontano da Park City, si assisteva a una delle pagine più oscure degli Stati Uniti contemporanei. Un po’ tutta la manifestazione stessa è parsa sottotono, colpa di un ‘posizionamento’ che ha combaciato con i primi giorni della presidenza di Donald Trump.
Così, fra tutte le polemiche del caso che hanno catalizzato l’attenzione dei media, i film hanno ceduto il passo a ciò che sta capitando agli States e al mondo intero, proteste comprese (la marcia delle donne è arrivata anche al Sundance). E se appunto può sembrare quasi che il Sundance quest’anno manco ci sia stato, come al solito ha dato segnali importanti su quello che sarà l’annata a seguire.
Il 2016 vide scendere in campo i nuovi player del mercato, ovvero Amazon e Netflix. Netflix provò a far suo il film che avrebbe vinto, The Birth of a Nation, che però andò alla Fox Searchlight per la cifra record di 7.5M. Amazon invece si aggiudicò Manchester by the Sea, entrando subito nella corsa agli Oscar.
Quest’anno invece è Netflix a farla da padrone. Nove, ad oggi mentre scrivo, i titoli acquistati o per la distribuzione teatrale (prima che streaming, in congiunta con un altro distributore) o solo per quel che riguarda i diritti streaming stessi. Amazon ha invece acquistato quattro titoli, compreso il Premio del Pubblico, Crown Heights, storia potente di un errore giudiziario.
Crown Heights ha tolto così a sorpresa il premio che tutti si aspettavano sarebbe andato a Patti Cake$, storia di una rapper sovrappeso del New Jersey. Un vero crowdpleaser in cui ha subito creduto proprio la Fox Searchlight, che l’ha acquistato per ben 0.5M. Meno di quel che la compagnia pagò per il film di Nate Parker un anno fa, ma comunque una cifra enorme. Sorprese a parte, il film dovrebbe facilmente trovare un ampio pubblico.
Più in sordina del solito invece A24, il cui unico acquisto – già prima dell’inizio del festival – resta l’acclamato film ‘a sorpresa’ di David Lowery, A Ghost Story. Anche vero che la competizione è in generale assai aumentata, con nuove compagnie di distribuzione come la Neon, che si è aggiudicata il titolo LGBT Beach Rats (miglior regia nel circuito narrativo americano). Potrebbe mettere gli occhi anche su Menashe, tra le più belle scoperte della sezione Next.
Niente da fare a sorpresa per Annapurna, la casa di produzione di film come The Master e Tutti Vogliono Qualcosa, ora entrata anche nel campo della distribuzione. A oggi dal Sundance non ha acquistato nulla di nulla. A FilmRise è andato invece il film che segna il debutto cristallino di Amman Abbasi, Dayveon, che tra i molti produttori esecutivi annovera David Gordon Green.
Ancora senza distribuzione, forse perché nessuno si aspettava sarebbe arrivato dov’è arrivato, è il film che ha vinto la competizione statunitense, I Don’t Feel at Home in This World Anymore. Diretto da Macon Blair, attore dei film di Jeremy Saulnier, è un mix di commedia e thriller sicuramente poco ‘affine’ con i soliti titoli che vincono al Sundance. Di sicuro è la vittoria più originale dai tempi di Un Gelido Inverno.
Ma il film che ha ottenuto più consensi è senza dubbio Call Me By Your Name, il nuovo lavoro di Luca Guadagnino. Tratto dal capolavoro di André Aciman, racconta un’estate rovente vissuta da un ragazzo italiano e un ragazzo americano più grande. Prima delle polemiche che il suo remake di Suspiria potrebbe scatenare, Guadagnino ha partorito di sicuro qualcosa di enorme. La Sony Pictures Classics ha infatti subito annusato l’affare.
I titoli da cui invece la critica si aspettava di più sono due. Il primo è il nuovo film di Drake Doremus, che il Sundance l’aveva proprio vinto nel 2011 con Like Crazy. Il suo ultimo lavoro, Newness, è stato sbeffeggiato tanto quanto il precedente e orrido Equals. Ci si aspettava un consenso maggiore anche per il nuovo film di Alex Ross Perry, già dietro ai bellissimi Listen Up Philip e Queen of Earth. Golden Exits resta però ancora uno dei titoli su cui puntiamo di più.
E mentre scrivo, giusto per confermare che tipo di battaglia sia ancora in atto a Park City, Netflix ha appena annunciato di aver acquistato Mudbound. Altro titolo caldissimo che i distributori (compresi A24 e Annapurna) si sono combattuti, è l’atteso ritorno alla regia di Dee Rees, che nel 2011 aveva firmato Pariah. Netflix l’ha acquistato per l’incredibile cifra di 2.5M, sorpassando il record di questa edizione detenuto da Amazon per l’acquisto di The Big Sick (2M). L’era Weinstein è davvero definitivamente passata.
Tutti i premi del Sundance Film Festival 2017
U.S. DRAMATIC COMPETITION
Grand Jury Prize: “I don’t feel at home in this world anymore.”
Audience Award: “Crown Heights”
Directing: Eliza Hittman, “Beach Rats”
Waldo Salt Screenwriting Award: Matt Spicer and David Branson Smith, “Ingrid Goes West”
Special Jury Award for Breakthrough Performance: Chanté Adams, “Roxanne Roxanne”
Special Jury Award for Breakthrough Director: Maggie Betts, “Novitiate”
Special Jury Award for Cinematography: Daniel Landin, “Yellow Birds”
U.S. DOCUMENTARY COMPETITION
Grand Jury Prize: “Dina”
Directing: Peter Nicks, “The Force”
Orwell Award: “Icarus”
Audience Award: “Chasing Coral”
Special Jury Award for Editing: Kim Roberts and Emiliano Battista, “Unrest”
Special Jury Award for Editing: Kim Roberts and Emiliano Battista, “Unrest”
Special Jury Award for Storytelling: Yance Ford, “Strong Island”
Special Jury Award for Inspirational Filmmaking: Amanda Lipitz, “Step”
WORLD CINEMA DRAMATIC COMPETITION
Grand Jury Prize: “The Nile Hilton Incident”
Audience Award: “I Dream in Another Language”
Directing Award: Francis Lee, “God’s Own Country”
Screenwriting: Kirsten Tan, “Pop Aye”
Special Jury Award for Cinematic Visions: Jun Geng, “Free and Easy”
Special Jury Award for Cinematography: Manu Dacosse, “Axolotl Overkill”
WORLD CINEMA DOCUMENTARY COMPETITION
Grand Jury Prize: “Last Men in Aleppo”
Audience Award: “Joshua: Teenager vs. Superpower”
Directing Award: Pascale Lamche, “Winnie”
Special Jury Award for Masterful Storytelling: Catherine Bainbridge, Alfonso Maiorana, “Rumble: The Indians Who Rocked the World”
Special Jury Award for Editing: Ramona S. Diaz, “Motherland”
Special Jury Award for Cinematography: Rodrigo Trejo Villanueva, “Machines”
ALTRI PREMI
Next Audience Award: “Gook”
Alfred P. Sloan Feature Film Prize: “Marjorie Prime”