Tanti auguri Dolph Lundgren!
Da 54 anni “spiezza in due” quel che gli capita. Le scene migliori su Cineblog.
Oggi Dolph Lundgren (vero nome: Hans Lundgren) compie 54 anni. Nato a Stoccolma – in Svezia – il 3 novembre 1957, figlio di un economista del governo svedese e di una maestra, Lundgren è una leggenda del cinema d’azione. E quella leggenda l’ha scritta principalmente con una frase: il “Ti spiezzo in due” (in originale: “I must break you”) sputato in faccia sul ring a Sylvester Stallone – Rocky Balboa nel quarto capitolo della più celebre saga pugilistico-cinematografica.
Ma che ragazzo era Lundgren? Uno studente modello: al Royal Institute of Technology di Stoccolma studia ingegneria chimica, prosegue a studiare e si sposta negli Stati Uniti, infine arriva da borsista in Australia, all’Università di Sydney. Siamo nel 1982. Per Dolph il cinema è ancora lontano: ma gli piace il karate. E se Dolph si applica, non ce n’è per nessuno. Il karate gli piace al punto di arrivare alla cintura nera e al 3° dan, oltre che a ricoprire il ruolo di capitano della squadra svedese.
Non solo: vince anche campionati europei e australiani. Ma è proprio in Australia che lavorando come buttafuori in un locale conosce Grace Jones, al tempo stella della disco music. I due si piacciono, e scappano a vivere a New York, dove Lundgren inizia a studiare recitazione, e grazie alla relazione con Grace Jones entra in contatto con il bel mondo che gravita intorno allo Studio54.
Gira con Andy Warhol, Keith Haring, conosce Steve Rubell, il folle direttore artistico di quella discoteca entrata nella storia. E alla fine ottiene nel 1985 il suo primo ruolo: interpreta Venz, un gigantesco tirapiedi KGB in 007 – Bersaglio Mobile (A View to a Kill), proprio grazie all’intercessione di Grace. Di lì in poi per Dolph è un rapido crescendo, che culmina quello stesso anno nel ruolo di Ivan Drago in Rocky IV.
L’interpretazione del glaciale pugile sovietico costringe il già non mingherlino Dolph a mesi di allenamento. Se già durante le riprese di Bersaglio Mobile Roger Moore l’aveva definito come “più grande della Danimarca”, durante il quarto episodio di Rocky le misure di Dolph si assestano su 1,95 metri di altezza per circa 118 kg. Il film è un successo e lancia Lundgren nel firmamento delle stelle hollywoodiane. Nel 1987 intepreta He-Man nel fantasy Masters of the Universe, un flop tremendo che ne ridimensiona la carriera.
E poi? Per chi i film li vede e vuole divertirsi arriva il bello: perché arrivano gli action movie per i quali val la pena di rivedere sullo schermo Dolph, quelli da godersi mentre fuori piove con un grosso secchiello di popcorn, sprofondati nel divano. Rivediamoci cinque pezzi memorabili della sua filmografia, sapendo la scelta potrebbe essere ben più ampia.
Il trailer di Scorpione Rosso (Red Scorpion) del 1989. Qui Dolph è un militare sovietico in missione africana. Dovrebbe sbarazzarsi di un dissidente anticomunista, ma le cose andranno diversamente… Pugni, sparatorie, qualche calcio di fucile sbattuto in faccia: caricaturale ultraviolenza da action movie 80’s.
Arma non convenzionale (Dark Angel, a.k.a. I come in peace) del 1990 mostra come Dolph non sappia solo picchiare pugili italoamericani o plotoni di soldati dell’ex URSS. Se la cava bene anche con un cattivissimo pusher spaziale di droghe sconosciute. Sottovalutatissimo Arma non convenzionale: da rivedere.
Compilation con un po’ di combattimenti da Resa dei conti a Little Tokyo (Showdown in Little Tokyo) film del 1991 ricordato anche per il coprotagonista. Insieme a Lundgren infatti c’era Brandon Lee, indimenticato figlio di Bruce scomparso durante le riprese de Il Corvo, nel 1994.
Il trailer di Caccia Mortale (Joshua Tree) del 1993. Una raccolta di archetipi action di quel periodo: imperdibile l’inseguimento finale con Ferrari F40 (non vera: si trattava di una replica su telaio Pontiac Fiero) contro Lamborghini Countach, volendo c’è anche nella versione alternativa presente sempre su Youtube.
E chi si ricordava più di Johnny Mnemonic con Keanu Reeves? L’anno era il 1995 e Lundgren interpretava un predicatore pazzo armato di crocifisso-machete. Occhio intorno a 4’30”: Dolph inchioda a una lampada da sala operatoria la mano di Henry Rollins: usando un bisturi.