Tarantino ci ripensa sul cinema italiano, anzi no
Chissà cos’avranno da dire adesso tutti quelli che hanno dato del cafone o dello stronzo a Tarantino, dopo le sue pesanti dichiarazioni sullo stato del nostro cinema. Dopo le polemiche di Cannes, dopo le risposte italiane, tutte assolutamente contro il regista di Death Proof esclusa quella di Muccino, La Repubblica ci fa leggere un’intervista in
Chissà cos’avranno da dire adesso tutti quelli che hanno dato del cafone o dello stronzo a Tarantino, dopo le sue pesanti dichiarazioni sullo stato del nostro cinema.
Dopo le polemiche di Cannes, dopo le risposte italiane, tutte assolutamente contro il regista di Death Proof esclusa quella di Muccino, La Repubblica ci fa leggere un’intervista in cui Tarantino prova a chiarire le sue posizioni:
“Mi dispiace, sono stato frainteso. Non conosco il cinema italiano di oggi, non si vede a Los Angeles, gli ultimi successi in sala sono Il postino e La vita è bella. Qualche titolo esce, ma non ha la risonanza che un tempo avevano i film italiani: colpivano, scandalizzavano, facevano storia. A Cannes ero a una tavola rotonda e un giornalista italiano ha detto “non è triste la situazione dell’industria italiana?”. “Sì, è triste”, ho risposto. Non volevo mancare di rispetto a nessuno, non ho visto gli ultimi film di Olmi e Bellocchio, non conosco l’ultimo Monicelli o Romanzo criminale, non posso giudicare il vostro cinema”.
Un tempo il nostro cinema spaziava alla grande fra i generi e gli autori. Lo aveva già chiarito Eli Roth, oggi Quentin ci ha dato la conferma, se mai ce ne fosse stato bisogno, di ciò che intendeva al momento del rilascio di quelle frasi che hanno fatto scattare molte code di paglia. Se da una parte è bello sapere che il bellissimo Nuovomondo fa il suo incasso pur uscendo in una misera quantità di sale americane, dall’altra cade una lacrimuccia nel pensare che quel cinema popolare, di generi appunto, che comprende il western, il thriller, l’horror e il poliziottesco non tornerà. E dubito che saranno La Terza Madre o Il nascondiglio -di cui ci si aspetta comunque con speranza dei buoni risultati- a farlo risorgere.