The Creator: nuove clip in italiano e colonna sonora del thriller sci-fi di Gareth Edwards (Al cinema dal 28 settembre)
Tutto quello che c’è da sapere su “The Creator”, il thriller fantascientifico di Gareth Edwards con John David Washington al cinema dal 28 settembre 2023 con 20th Century Studios.
Dal 28 settembre nei cinema italiani con 20th Century Studios The Creator, del regista Gareth Edwards (Monsters, Godzilla, Rogue One).Questo thriller post-apocalittico con protagonista John David Washington è ambientato in un futuro dominato da una guerra tra umani e robot dotati di intelligenza artificiale; nel mezzo del conflitto un’intelligenza artificiale sotto forma di bambino è pronta a cambiare tutto.
The Creator – Trama e cast
La trama ufficiale: “Questa è una lotta per la nostra stessa esistenza.” Nel mezzo di una futura guerra fantascientifica tra la razza umana e forze guidate da un’intelligenza artificiale, Joshua, un incallito ex agente delle forze speciali che soffre per la scomparsa di sua moglie, viene reclutato per dare la caccia e uccidere il Creatore, l’inafferrabile architetto dell’intelligenza artificiale avanzata che ha sviluppato un’arma misteriosa con il potere di porre fine alla guerra e all’umanità stessa.
Il film è interpretato da John David Washington, Gemma Chan, Allison Janney, Ralph Ineson, Ken Watanabe, Sturgill Simpson e Madeleine Yuna Voyles nei panni di “Alphie”.
The Creator – Trailer e video
Nuovo trailer ufficiale italiano pubblicato il 22 luglio 2023
Nuovi video ufficiali in italiano pubblicati il 4 settembre 2023
Nuovo trailer in lingua originale e clip in italiano pubblicati il 24 settembre 2023
Nuove clip e featurette in italiano pubblicate il 28 settembre 2023
Curiosità sul film
- Dopo il successo di Rogue One: A Star Wars Story, a Edwards sono stati offerti diversi progetti, ma dopo aver avuto l’ispirazione per “The Creator”, ha co-scritto la sceneggiatura originale con Chris Weitz (About a Boy – Un ragazzo) e ha deciso che sarebbe stato il suo prossimo film. New Regency era una grande estimatrice del lavoro di Edwards e ha accettato di finanziare lo sviluppo della sceneggiatura e un viaggio nel Sud-est asiaAco alla fine del 2019 per Edwards e il produttore Jim Spencer (Monsters), affinché i due esplorassero le location e realizzassero un proof of concept per dimostrare la fattbilità di un grande film con un approccio diverso. “Realizzare un proof of concept è una cosa, applicare quell’approccio a un intero film è un’altra” spiega Edwards. “L’unico modo per riuscirci era adottare le tecnologie più avanzate, attrezzature che non erano mai state utilizzate prima per un grande film”. Dopo aver visto il girato, New Regency ed Entertainment One hanno accettato di co-finanziare il film, poi intitolato “The Creator”, che sarebbe stato distribuito da 20th Century Studios. Descrivendo Edwards, con cui lavora da 20 anni, Spencer dice: “È un collaboratore incredibile. La sua energia e la sua passione scorrono in ogni fotogramma del film. È un costruttore di mondi con una visione e uno stile unici. I film di Gareth Edwards sono inconfondibili”.
- Le riprese sono iniziate in Thailandia il 17 gennaio 2022. Le riprese principali del film sono terminate il 30 maggio 2022.
- Benedict Wong era stato originariamente scelto, ma ha dovuto abbandonare a causa di conflitti di programmazione. È stato sostituito da Ken Watanabe.
- Gareth Edwards ha citato film come Apocalypse Now (1979), Baraka (1992), Blade Runner (1982), Akira (1988), Rain Man – L’uomo della pioggia (1988), Vendetta (1984), E.T. – L’extra-terrestre (1982) e Paper Moon – Luna di carta (1973) come fonti di ispirazione per questo film.
- Il film segna la terza collaborazione cinematografica con il direttore della fotografia Greig Fraser e il co-montatore Joe Walker, dopo Dune (2021) e Dune – Parte due (2023).
- Il trailer ufficiale del film è stato rilasciato il 17 luglio 2023, tre giorni dopo l’inizio dello sciopero SAG-AFTRA del 2023. alcuni addetti ai lavori hanno trovato la mossa una coincidenza, date le somiglianze tra la premessa del film e le paure di SAG-AFTRA sugli studi cinematografici che potrebbero utilizzare l’intelligenza artificiale per replicare le sembianze degli attori senza compenso.
- Il film è prodotto da Gareth Edwards, Kiri Hart e Jim Spencer.
Note del regista
Quando ero piccolo, quasi ogni film al cinema era un colossal originale. Non passava mese senza che uscisse un nuovo classico fantascientifico, come se venisse calato dal cielo dagli dei del cinema. Film il cui immaginario e i cui personaggi sarebbero rimasti impressi per decenni a seguire, frullando nella testa degli spettatori per il resto della vita. Non ricordo quati anni avevo quando ho visto per la prima volta Star Wars, in un certo senso è sempre stato lì. Guardare quel film è stata un’esperienza semi-religiosa. Per il modo in cui univa la mitologia antica e un lontano futuro tecnologico, ho capito subito cosa avrei voluto fare per il resto della vita… Mi sarei unito all’Alleanza Ribelle e avrei fatto esplodere la Morte Nera.
Poi, lentamente, ho cominciato a capire. Queste cose chiamate film non erano reali. L’Alleanza Ribelle non esisteva, tutta questa storia era una grande bugia chiamata “cinema”. Così, dopo tanto sgomento, alla fine ho deciso di passare al piano B: sarei diventato anch’io un bugiardo e avrei fatto dei film. Però aspetta, come si fa a diventare un regista? Sono cresciuto al centro dell’Inghilterra, quindi Hollywood sembrava lontana anni luce. Poi, un giorno, quando avevo circa 12 anni, mio padre tornò a casa e annunciò che saremmo andati tutti in vacanza in Asia e, cosa ancora più elettrizzante, avrebbe comprato una cinepresa per immortalare l’intero viaggio.
Era fatta…A quel punto non ce n’era per nessuno. Ho impugnato la cinepresa nell’istante esatto in cui è arrivata, filmando ogni secondo del nostro viaggio nelle megalopoli di Hong Kong, Bangkok, sulle spiagge tropicali e nelle giungle della Thailandia. Ha avuto un impatto enorme su di me, non avevo mai provato niente di simile prima. Non capivo nulla della cultura, dei cartelli, delle pubblicità, mi sen=vo completamente tagliato fuori, e mi piaceva.
A 18 anni, avevo già accumulato una collezione di cortometraggi in VHS che mi spianò la strada verso la scuola di cinema. Mi sono ritrovato a dividere l’appartamento con uno studente di cinema che stava studiando questa cosa nuovissima chiamata “animazione computerizzata”. Era il 1993 e vedere cosa riusciva a fare con il computer di casa mi ha lasciato a bocca aperta. Era
chiaro che quello strumento avrebbe democratizzato il cinema, o almeno così pensavo. Se non fosse arrivata la chiamata di Hollywood non importava, nulla avrebbe impedito a chiunque di realizzare un epico film fantascientifico dalla propria camera.
La chiamata di Hollywood non è mai arrivata. Non riuscivo a trovare un lavoro come regista, così mi sono indebitato e ho comprato un computer. Avendo passato fin troppo tempo a studiare gli effetti speciali, mi venivano offerti molti più lavori di grafica computerizzata che legati alla regia. Alla BBC mi sono guadagnato la fama del “ragazzo che fa gli effetti speciali dalla propria camera”. Ma cercavo sempre di corrompere i produttori con cui lavoravo, dicendo: “Se mi mettete alla regia di un vostro show televisivo, farò tutti gli effetti gratis”.
Ogni anno che passava, continuavo a trovare scuse per non lasciare il mio lavoro. Finché non ho raggiunto un punto di svolta in cui la paura di fallire era inferiore alla paura di non provarci mai. Ho bussato alla porta di una società cinematografica a basso budget, ho mostrato loro il mio showreel degli effetti speciali e i miei cortometraggi, e in qualche modo li ho convinti che il settore era a un punto di svolta, che adesso si poteva fare un film super scenografico senza molti soldi, e per qualche motivo mi hanno creduto… Tre mesi dopo ero in America Centrale a girare il mio primo lungometraggio, Monsters.
Avevamo poco budget, ma non importava. Era un film di fantascienza, e meno controllo avevamo, più sembrava reale. Viaggiavamo per tutto il Centro America e ogni volta che vedevamo una location interessante schizzavamo fuori e giravamo una scena: è stato tutto incredibilmente naturale ed efficiente. Abbiamo filmato persone vere insieme a due soli attori, e tutto ciò che normalmente sarebbe stato considerato un freno è diventato la nostra forza.
Non si direbbe, ma ci sono molti vantaggi nel fare un film senza soldi. L’unico problema era che dovevo fare da solo tutte le 250 riprese con effetti visivi dalla mia camera. Utilizzando tutti i nuovi software che promettevano di democratizzare il cinema, mi sentivo come se stessi gareggiando con centinaia di altri registi nelle loro camere in tutto il mondo per essere il primo a farlo. Dopo vari rifiuti, alla fine il film è approdato al SXSW, dove per caso è stato visto da un agente di Hollywood che si è offerto di rappresentarmi. Ero incredulo, ma a quel punto stranamente non mi sembrava più così importante… l’impressione era che fosse in arrivo una rivoluzione digitale, che chiunque potesse fare film, chi aveva bisogno di Hollywood? Finché il mio nuovo agente non mi ha chiamato chiedendomi: “Sei un fan di Godzilla?”.
Poter girare uno dei film più importanti dell’estate è stato come essere teletrasportati direttamente alla finale del Super Bowl. È stato tanto stressante quanto esaltante. Ma ben presto ho capito che tutto ciò che era facile in un film senza budget, era improvvisamente difficile, se non impossibile, in un film con budget. E tutto ciò che era difficile, come creare 250 inquadrature con effetti speciali, è diventato improvvisamente facile. Non ero sicuro di come mi sentissi riguardo a questo scambio. Ero certo che esistesse un equilibrio perfetto per trarre ilmeglio da entrambi i mondi. Avevo deciso di allontanarmi dai grandi franchise cinematografici e di provare ad applicare ciò che avevo imparato a film più piccoli e ambiziosi, senza la pressione di una fanbase gigantesca che scrutava ogni mia mossa. A quel punto il mio agente mi ha chiamato di nuovo: “Ti piace Star Wars?”.
Era un sogno che si avverava. La possibilità di me@ermi in gioco nell’universo che mi aveva ispirato a diventare regista. In qualche modo, sembrava che “la forza” avesse tramato perché accadesse. Eppure, per tu@o il tempo in cui abbiamo lavorato a Rogue One abbiamo cercato di spingere, di tornare alle nostre radici e di fare le cose in modo diverso. Greig Fraser e Industrial Light & Magic erano pronti spingersi oltre i limiti. Per esempio usando schermi LED giganti anziché green screen per filmare fuori dalle finestre della navicella. Girando in luoghi reali ed elaborando le scene al computer in un secondo momento. Mi sembrava che tutto ciò che avevo fatto mi avesse portato a quel film. Ma quando finalmente hai la possibilità di unirti all’Alleanza Ribelle e far esplodere la Morte Nera, dopo cosa fai? Cosa può esserci di meglio?
Terminata la lavorazione di un film, il cervello può finalmente liberarsi di due anni di idee e immagini, in un batter d’occhio, come se si formattasse un hard disk. Ci si ritrova improvvisamente con questa enorme tela bianca nella mente, completamente aperta a nuove idee e trame; è uno dei momenti che preferisco nella vita, quando ti senti come una spugna e tutto è possibile. Terminato Rogue One, avevo bisogno di una pausa. Sono partito per un lungo viaggio in macchina con la mia ragazza, per raggiungere i suoi genitori in Iowa.
Mentre attraversavamo il Midwest, guardavo scorrere i campi sterminati ascoltando le colonne sonore dei film. Poi all’improvviso, in mezzo all’erba alta, è spuntata questa strana fabbrica. Ricordo che aveva un logo giapponese. Ho iniziato a chiedermi cosa costruissero lì dentro. Beh, era un’azienda giapponese e io sono un appassionato di fantascienza, quindi la mia mente è subito volata ai robot. Doveva trattarsi di robot, giusto? Immaginate di essere un robot costruito in quella fabbrica e di non aver mai conosciuto altro; poi un giorno qualcosa è andato storto e vi siete ritrovati per la prima volta fuori, in questo campo, a vedere il mondo, il cielo: cosa pensereste?
Sembrava l’inizio di un film. L’ho trovato affascinante e quando siamo arrivati dai genitori della mia ragazza avevo già in mente l’intero film. È molto raro che succeda. L’ho preso come un buon segno e ho pensato che forse sarebbe stato il mio prossimo film. Ma odio scrivere le sceneggiature. È come avere i compiti peggiori del mondo. L’unico modo per convincermi a farlo è chiudermi in un bell’albergo e impormi di non uscire finché la sceneggiatura non è finita. Stavo facendo esattamente questo, in un resort in Thailandia, quando un mio amico regista (Jordan Vogt-Roberts, che aveva diretto Kong: Skull Island) mi ha invitato a raggiungerlo in Vietnam.
Abbiamo trascorso una settimana in giro per il Paese ed essendo in uno stato d’animo creativo, con l’idea di una sceneggiatura in testa, la mia immaginazione è andata a briglia sciolta per tutto il tempo. Ho iniziato a immaginare imponenti strutture futuristiche che spuntavano dalle risaie, o a pensare alle affascinanti domande spirituali che sarebbero scaturite da un monaco buddista che in realtà era un’IA. Mi sembrava avvincente e mi entusiasmava l’idea di qualcosa di simile a Blade Runner, ma ambientato nel Vietnam che stavo vedendo. Se non avessi fatto subito quel film, qualcun altro mi avrebbe battuto sul tempo… Dovevo farlo!
Credo davvero che il modo in cui realizzi un film sia importante quanto l’idea stessa. Per me era importante affrontare questo film in modo completamente diverso, altrimen= tanto valeva non farlo. Ma in questo momento storico convincere una grande casa di produzione a realizzare un’epopea sci-fi originale è molto difficile, se non impossibile. Era chiaro che l’unica vera speranza era quella di realizzarlo con molti meno soldi. Era giunto il momento di trovare il sacro Graal della cinematografia, dove ottenere tutti i vantaggi della cinematografia con e senza budget. Ho contattato il produttore di Monsters e ho cercato di spiegargli: “Non stiamo facendo un colossal a basso budget, stiamo facendo il film indipendente più ambizioso di sempre!”.
È facile dire cose di questo genere, ma cosa significa veramente? Abbiamo spiegato allo studio che avremmo fatto tutto al contrario. Di solito, per un film di una grande casa di produzione, prima ci si siede con gli artisti e si progetta l’intero mondo, poi ci si rende conto che non è possibile trovare le location e che si devono costruire enormi set in studio e girare tutto su green screen. Era proprio quello che volevo evitare, quindi abbiamo fattoo il contrario. Volevamo girare in Paesi veri, in luoghi veri, con persone vere. Poi, una volta montato il film, mi sono messo a tavolino con gli scenografi e ho ridipinto le inquadrature per creare il mondo fantascientifico. È stato l’esatto opposto di come si fa di solito. Gli studios erano scettici: avrebbe funzionato? Sembrava un azzardo assurdo. Così ci siamo messi all’opera per dimostrare che era fattibile.
Fingendoci location scout, abbiamo preso in gran segreto le macchine da presa e abbiamo girato un cortometraggio, solo io e il mio produttore Jim Spencer. Siamo andati nelle migliori location del mondo per ogni sequenza del film. James Clyne, uno dei nostri scenografi, ha dipinto sopra le inquadrature e fortunatamente Industrial Light & Magic ha accettato di aggiungere
tutta la fantascienza come parte di un test. È stato fatto tutto in modo incredibilmente rapido e con un costo molto inferiore a quello che sembrava. La casa di produzione era entusiasta, abbiamo avuto il via libera e siamo partiti con la realizzazione del film!
[Gareth Edwards]
Immagini e video dai social media
The Creator – La colonna sonora
- Il film segna la prima collaborazione del compositore tedesco Hans Zimmer con il regista Gareth Edwards.
- Zimmer ha vinto due Oscar, di cui uno vinto recentemente per le musiche originali del Dune di Denis Villeneuve.
- In ambito fantascientifico i crediti di Zimmer oltre al citato” Dune” includono Inception (2010), L’uomo d’acciaio (2013), Interstellar (2014), Humandroid (2015) e Blade Runner 2049 (2017).
- Gabe Hilfer è il supervisore musicale del film. Hilfer ha aiutato un’ampia gamma di storie a connettersi con il pubblico attraverso la musica, con serie come The White Lotus e Ozark (per la quale ha ricevuto una nomination agli Emmy per la miglior supervisione musicale). Tra i suoi lavori più importanti annovera Omicidio a Eastown, La ferrovia sotterranea, Winning Time – L’ascesa della dinastia dei Lakers e il film premio Oscar Se la strada potesse parlare. Alcuni dei suoi progetti più noti, come Don’t Look Up (Timothée Chalamet, Leonardo DiCaprio, Cate Blanchett, Jonah Hill, Jennifer Lawrence, Meryl Streep), Crazy & Rich, Red Notice, Uncharted, The Walking Dead e Suicide Squad, nominato ai GRAMMY e vincitore del disco di platino, lo hanno consacrato come uno dei migliori supervisori musicali del settore.
- La colonna sonora include i brani: Fly Me To The Moon (In Other Words) di Astrud Gilberto; Evergood di Berl Olswanger; Pan De Azucar di Nora Orlandi & Franco Tonani; Clair de Lune arrangiato ed eseguito da Eric Hachikian; Len’s Sinker di The Rondels; Everything In Its Right Place dei Radiohead; Into The Wind di Eric Hachikian; Child In Time e Flight Of The Rat dei Deep Purple; Who Shot The Cannon scritto e interpretato da Sherwin Linton; Love Is Shining scritto e interpretato da Aeryth; La-La In The Machine e Counting Song scritti e interpretati da Stephanie Olmanni; Nainainai di Atarashii Gakko!; Hold Your Head Up di The Bats; Kasih Suci, Hanny e Hari Yang Mulya scritti e interpretati da Golden Wing; Love I Need You di Dale McBride; Lover’s Lane di Boris Gardiner.
1. They’re Not People (2:19)
2. A Place in the Sky (2:25)
3. Where It All Began (4:11)
4. Surrounded (2:34)
5. She’s Not Real (2:13)
6. Standby (6:12)
7. Missile Launch (3:01)
8. Prayer (2:47)
9. The Wounded (3:08)
10. Lab Raid (4:31)
11. Heaven (6:57)
12. True Love (3:30)
La colonna sonora di “The Creator” è disponibile su Amazon.
The Creator – Foto e poster