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The Den: recensione in anteprima del thriller-horror di Zachary Donohue

L’esordio di Zachary Donohue sorprende per suspense, crudezza e un utilizzo particolarmente dinamico e alternativo del formato found footage.

pubblicato 26 Maggio 2014 aggiornato 31 Luglio 2020 01:37

L’omicidio ai tempi dell’Ipad e della “condivisione” selvaggia nel thriller-horror The Den diretto dall’esordiente Zachary Donohue.

Il formato “found footage” amplia la sua prospettiva di stampo voyeuristico al mondo dei dispositivi mobili che aprono finestre su anime oscure, solitudini malate e luoghi di efferati crimini tutt’altro che virtuali.

Elizabeth Benton (Melanie Papalia) è una brillante laureanda che riceve una borsa di studio per una ricerca universitaria sull’interazione virtuale, la sua ricerca consiste nel monitorare ventiquattro ore su ventiquattro una video-chat conosciuta come The Den, ma durante una delle sue sessioni s’imbatte in una webcam che riprende un brutale omicidio in diretta. Denunciato il fatto alla polizia, Elizabeth purtroppo non otterrà l’attenzione che si aspettava e ben presto l’autore di quel video comincerà a tormentarla, fino a trasformare la sua vita e quella di familiari e amici in un terrificante incubo.

The Den riesce là dove il pretenzioso thriller Smile di Michael Gallagher ha finito per smarrirsi, Donahue sembra conoscere molto bene i limiti del formato found footage quindi ne amplia la prospettiva, sfrutta la capacità multimediale dei vari dispositivi utilizzati nel film (dal pc all’Ipad) per orchestrare un vero e proprio montaggio ritmato e cadenzato con cura, dando un’impronta cinematografica là dove in origine c’erano solo una serie di “finestre” spalancate su una generazione che vive una connotazione virtuale di se stessa spesso foriera di pericolose derive comportamentali.

Donahue sembra aver trovato la chiave giusta per dare freschezza al formato, renderlo virtualmente inquietante e notevolmente immersivo, il suo immaginario pesca a piene mani dal filone “slasher” contaminandolo con la compiaciuta violenza degli horror di ultima generazione, così alcune sequenze ricordano tanto classici con serial killer mascherati quanto le digressioni iperviolente del filone “torture-porn” inaugurato da Hostel, film che Donahue omaggia con un finale efficace e iperrealistico che ci mostra quanto il regista abbia ben metabolizzato un solido background fatto di suggestive reminiscenze visive di stampo thriller-horror.

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The Den ci mostra in maniera spietata e ferocemente ironica la nostra dipendenza dal mondo virtuale che può diventare un insidioso bypass da una realtà sempre più artefatta, quella messa in scena dal regista non è una parodia del mondo virtuale, ma purtroppo è la triste realtà che pervade quello che ad oggi è una sorta di “Far West” dove ad ogni cliccata, dietro ad ogni angolo virtuale può celarsi follia e violenza, e dove ognuno pensa di poter realizzare ogni sordido e recondito desiderio senza alcuna reale conseguenza.

Così nel medesimo modo in cui un serial killer cela il proprio istinto omicida dietro una maschera di placida normalità, così l’anonimato regalato da un “nickname” diventa metaforica maschera di un predatore seriale che fa della rete il suo territorio di caccia e di chat e webcam finestre da cui sbirciare nelle case di potenziali vittime e su future scene del crimine su cui fantasticare.

La forza di The Den risiede nella sua semplicità e schiettezza, nessuna ambizione filosofica sulla dicotomia reale/virtuale, ma solo una lucida disamina del lato oscuro della tecnologia e dei rischi legati ad una dipendenza dilagante che ha trasformato la rete in un coacervo di brutalità, alcune volte espressa attraverso una compiaciuta violenza verbale, altre in una digressione virtuale della cosiddetta “legge del branco” e il debutto di Donahue ci racconta di un incubo virtuale che sconfina oltre lo schermo del computer, figliando crimini reali e tangibili pronti a diventare materia prima da cronaca nera.

Voto di Pietro: 6,5

The Den (thriller-horror / USA 2014). Un film di Zachary Donohue. Con Melanie Papalia, Matt Riedy, David Schlachtenhaufen, Adam Shapiro. Data di uscita non disponibile.

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