The English Teacher: Recensione in Anteprima
Romanticismo d’altri tempi e commedia attuale diluiti nel dramma di una donna chiamata a risalire la china. Julianne Moore è la protagonista di The English Teacher
In una minuscola cittadina della Pennsylvania la professoressa Linda Sinclair (Julianne Moore) conduce una vita in fondo appartata, eppure, a dire dell’ingombrante voce fuori campo, intensa quanto quella di un’avventuriera. È che di una letterata si tratta, un’avida lettrice sin da quando aveva i denti da latte – immancabile il passaggio in cui ci vengono mostrati alcuni momenti nella vita di Linda sin da quando era piccola, sempre con un libro in mano mentre gli altri sono impegnati nelle attività più disparate, per quanto comuni.
L’ovvio epilogo di un’esistenza spesa sui libri, ad accumulare una cospicua mole di romanzi, non poteva che essere una ed una soltanto: Linda diventa insegnante di Letteratura al liceo di Kingston, il posto dove è nata e cresciuta. Il primo, in fondo simpatico, cliché è servito. La professoressa Sinclair è una donna di poche pretese; per lei una serata riuscita è in compagnia di un bel libro o di un film in TV, mentre la sua routine quotidiana si chiude così come è cominciata, ossia sola in quel letto dove non c’è spazio che per lei e le sue scorribande immaginate.
Dan e Stacy Chariton giocano un po’ su questo profilo così standardizzato, recuperando peculiarità a loro dire estremamente familiari, tipiche di chi cerca conforto nelle storie raccontate sui libri per paura di affrontare la ben più complessa e strana realtà: quelle persone, ci dicono, erano loro, vale a dire i due sceneggiatori. The English Teacher pone dunque le basi in apertura per una storia in fondo vecchia, trita e ritrita, intrisa di un romanticismo ottocentesco, quando Proust non aveva ancora preso una penna in mano e di conseguenza un po’ tutti tendevano a guardare con malcelata sufficienza, se non addirittura con sdegno, l’ordinario, il quotidiano.
Finché l’ingresso dell’ex-studente di Linda, Jason (Michael Angarano), non riporta un po’ tutti con i piedi per terra. Gradualmente, Linda s’immerge nella vita di Jason, di ritorno dalla NYU con un pezzo di carta ed un’opera teatrale (La crisalide) che nessuno ha voluto nella Grande Mela. Ma la professoressa Sinclair, in parte per cortesia, in parte perché quella di leggere ha i contorni della mania compulsiva, chiede al giovane una copia de La crisalide. Così… chi meglio di un’esperta lettrice può giudicare? Ed il giudizio, quando arriva, è netto: capolavoro!
È qui che il film “comincia”, quando Linda ed il collega Carl, insegnante di teatro, s’industriano per mettere in scena l’opera di questo genio incompreso. Ed è qui che la storia cambia marcia, quando l’alone romantico, se vogliamo tradizionale, cede il posto ad un registro più tendente ad una sorta di realismo. Mutazione che passa attraverso passaggi trascurabili così come rilevanti: mettere in scena un dramma contemporaneo ha un costo ma i responsabili scolastici, già riluttanti, hanno imposto un budget. Poco male, Linda metterà di tasca sua tutto ciò che i fondi non riescono a coprire. E quello staccare assegno su assegno diviene un campanello d’allarme, prime avvisaglie di un contesto che sta per cambiare irrimediabilmente. Finché un episodio in particolare non scaraventa il buon nome della professoressa Sinclair nel fango, segnando la svolta decisiva.
Da lì Linda, la stimata e rispettabile Linda, si trova ad affrontare un’escalation in negativo: vista male da tutti, rischia di perdere non solo la pièce teatrale ma soprattutto il proprio lavoro. Faccia a faccia con una realtà che la sovrasta, da cui viene presa a pesci in faccia, la non più giovane sognatrice ripiega su sé stessa, non potendo fare più affidamento nemmeno sui suoi libri, che a quanto pare non l’hanno preparata a ciò che sta vivendo. Ma il messaggio in fondo è positivo, perché spetterà a lei rialzarsi e smacchiare la sua immagine contro tutto e contro tutti, in un trionfo di volontà, dove la vituperata imperfezione è parte integrante del percorso.
Tutto bene dunque? Non esattamente. A delle premesse in fondo sincere, a cui non mancano spunti per una commedia brillante, si oppongono dei limiti e delle componenti che remano contro tutto ciò. Lo studio (assente) dei personaggi si limita per lo più ad una serie di banalità volutamente cercate, come la donna di lettere d’altri tempi, stralunata e darwinianamente fuori posto, o il giovane ribelle, che costruisce una sua verità ad uso e consumo del prossimo per accaparrarsi quella comprensione che diversamente non gli verrebbe concessa. Luoghi comuni che non sono un male di per sé, ma che diluiscono l’andamento perché sorretti pressoché da nulla. La loro descrizione, e ancor di più per forza quella dei comprimari, non va oltre tali accenni, facendo pendere l’ago della bilancia verso una certa inconsistenza.
La crisalide funge per lo più da forzato McGuffin, un «capolavoro» di cui si conosce appena il controverso finale – giusto perché la scuola non tollera che muoiano tutti mentre l’autore difende strenuamente la sua scelta. Simpatiche le sovrimpressioni che ci informano del processo mentale attraverso cui Linda, per deformazione professionale, valuta i suoi corteggiatori. Né dispiace la piega grottesca che assume il film ad un certo punto, solo che The English Teacher appare scollato nelle sue varie fasi, che non riesce ad amalgamare. Facendo così la stessa fine di Linda, vittima di mondi immaginari che ha immagazzinato più a scopo informativo che formativo. Anche a noi non resta che assimilare questa storia con distacco, proprio perché manca di quella incisività capace di trasportare o per lo meno farci sbirciare al proprio interno. Resta il messaggio, sì, che è vagamente quello che può dare un Glee che dalla TV si sposta al cinema, abbandonando il musical per il dramma. Ma è abbastanza? Forse no.
Voto di Antonio: 5
The English Teacher (USA, 2013) di Craig Zisk. Con Julianne Moore, Michael Angarano, Greg Kinnear, Lily Collins, Nathan Lane, Jessica Hecht, Fiona Shaw, Norbert Leo Butz, Charlie Saxton, Nikki Blonsky, Sophie Curtis, Erin Wilhelmi, Remy Auberjonois, Peter Y. Kim, Alan Aisenberg, Donnetta Lavinia Grays, Marlee Roberts, Katie Meinholt, Alexander Flores, Nicole Wilson e Perri Lauren. Nelle nostre sale da giovedì 8 maggio.