Il Colpevole – The Guilty, la recensione: due camere e un telefono per un thriller folgorante
Premiato a Torino e al Sundance, arriva nei cinema d’Italia l’acclamato e impavido ‘Il Colpevole’, di Gustav Möller.
Perché The Guilty, come ci ricorda la perfetta locandina italiana, è interamente ambientato in un’unica stanza (anzi, due), con un unico vero protagonista, un telefono sempre acceso e un colpevole. Da scovare. Straordinariamente messo in scena in tempo reale, perché gli 85 minuti di pellicola sono esattamente gli 85 minuti da incubo che coinvolgeranno Asger Holm, ex-agente di polizia ora operatore telefonico ad un centralino per le emergenze.
A mezz’ora circa dal cambio turno, e alla vigilia di un’udienza in tribunale che ne deciderà le sorti professionali (e non solo), Asger riceve la telefonata di una donna, impaurita, ansimante, in lacrime, che dice di essere stata rapita. Interrotta la conversazione, l’ex agente si mette immediatamente alla ricerca dell’auto in cui si trovava la donna e del suo sequestatore, con a disposizione pochissime informazione e un unico mezzo a disposizione. Il telefono. Il tempo scorre e il timore che la donna possa morire si fa sempre più minaccioso, ma quel rapimento nasconde una realtà ben più sanguinosa, dolorosa e spiazzante.
Solo in nord Europa, probabilmente, potevano trovare il coraggio di produrre un simile film a bassissimo budget (quasi nullo, potremmo dire), dove l’orrore, la suspense, trovano spazio senza affidarsi alla forza delle immagini. Perché è quello che non si vede ma si percepisce e si ascolta (notevole il lavoro sul sonoro), in The Guilty, che fa davvero paura. Negli anni scorsi abbiamo assistito ad esempi filmici estremi, nella loro ridotta dimensione dello spazio, come Buried o Locke di Steven Knight, film che probabilmente più ricorda nella struttura questo esordio alla regia perfettamente congegnato.
Con il passare dei minuti Möller ci racconta il passato del protagonista, interpretato da un eccezionale Jakob Cedergren, il perché sia stato spedito dalla strada ad un centralino, quale peccato incomba sulla sua testa e quali colpe debba espiare. Dall’altro capo del telefono, in poco più di un’ora, scorre rapidamente l’incubo di una donna rapita, di un ex marito violento, di una figlia piccola rimasta sola in casa insieme al fratellino. Cedergren, di fatto costretto a recitare con la sola espressività del volto, perennemente ancorato ad una scrivania, con un archetto in testa e una luce rossa che si riflette sui suoi lineamenti tirati dalla frustrazione e dai sensi di colpa, è sbalorditivo, mentre la verità sale lentamente a galla, insieme ai suoi demoni personali, lasciando spazio ad un finale inevitabilmente catartico.
Teso e avvincente persino senza mai uscire da un centralino, The Guilty è stato immediatamente abbracciato dall’industria hollywoodiana, con Jake Gyllenhaal intento a produrlo e ad interpretarlo. Appare evidente che un remake a stelle e strisce potrebbe andare a stravolgere l’impavida messa in scena di Möller, riuscito ad ottenere il massimo da una costruzione apparentemente impossibile, tramutando questo thriller ad orologeria due camere e un telefono in un banale action tutto inseguimenti e sparatorie. Onde evitare ciò che potremmo definire quasi inevitabile, godetevi l’originale e la sua indiscussa capacità nel provocare l’immaginazione dello spettatore. Non ne rimarrete delusi.
[rating title=”Voto di Federico” value=”8″ layout=”left”]
Il colpevole (Danese, 2018, The Guilty, thriller) di Gustav Möller; con Jakob Cedergren, Jessica Dinnage, Omar Shargawi, Johan Olsen, Jacob Lohmann, Katinka Evers-Jahnsen, Jeanette Lindbæk, Simon Bennebjerg, Laura Bro, Morten Suurballe – uscita giovedì 7 marzo 2019.