The Next Three Days – di Paul Haggis: recensione in anteprima
The Next Three Days (The Next Three Days, USA, 2010) di Paul Haggis; con Russell Crowe, Elizabeth Banks, Liam Neeson, Olivia Wilde, Jonathan Tucker, Brian Dennehy, RZA, Lennie James, Moran Atias.La vita di John Brennan sembra perfetta, fino a quando sua moglie Lara viene arrestata per un omicidio. Tre anni dopo la sua condanna, John
The Next Three Days (The Next Three Days, USA, 2010) di Paul Haggis; con Russell Crowe, Elizabeth Banks, Liam Neeson, Olivia Wilde, Jonathan Tucker, Brian Dennehy, RZA, Lennie James, Moran Atias.
La vita di John Brennan sembra perfetta, fino a quando sua moglie Lara viene arrestata per un omicidio. Tre anni dopo la sua condanna, John continua a lottare per tenere insieme la sua famiglia, allevando suo figlio e insegnando al college, mentre cerca disperatamente di dimostrare l’innocenza di Lara. Quando l’appello finale viene respinto, Lara tenta il suicidio e John decide che è rimasta una sola possibile soluzione: far evadere la moglie di prigione. Rifiutando di farsi scoraggiare dalla sua inesperienza, John escogita un elaborato piano di fuga e si immerge in un mondo pericoloso e sconosciuto, rischiando tutto per la donna che ama.
Paul Haggis sì o Paul Haggis no? Finché rimane dietro la macchina da presa, scrivendo per Clint Eastwood (all’inizio fu per Million Dollar Baby, poi arrivò anche il suo dittico sulla Seconda Guerra Mondiale), e poi riaggiornando il mito di James Bond con Casino Royale, tutto bene: uno sceneggiatore dalle mani d’oro che Hollywood deve tenersi stretto. Poi Haggis è tornato a fare il regista (il suo esordio risale al 1993 con il dimenticato Red Hot).
Crash vince l’Oscar a sorpresa battendo I segreti di Brokeback Mountain, e fa storcere qualche naso. Anche il film successivo, Nella valle di Elah, rafforza l’idea nei detrattori che l’Haggis regista non valga affatto quanto l’Haggis sceneggiatore. The Next Three Days non farà altro che confermare la loro idea: perché è ad oggi l’oggetto meno interessante e più insipido del regista.
Haggis firma il remake di un film del 2008, il thriller francese Pour Elle di Fred Cavayé, e lo aggiorna ai canoni hollywoodiani, tentando di asciugare la retorica delle sue opere, che poteva risultare a molti indigesta, e spingendo l’acceleratore sull’azione e la tensione. Pur senza rinunciare comunque al sottotesto e ai personaggi. Qui il protagonista è un professore, un uomo qualunque che di punto in bianco deve mettere su un piano più che illegale per liberare la moglie, ingiustamente accusata di un omicidio.
Ecco: ingiustamente. In realtà a John Brennan non interessa sapere se la moglie è davvero colpevole o no. È sua moglie ed è giusto che lui faccia di tutto per liberarla, altrimenti il figlio sarà costretto a vivere con una madre da visitare ogni tanto dietro le sbarre. Insomma: è l’idea di giustizia privata e personale che la fa da padrona, e paradossalmente sta in questa ambiguità che Haggis avrebbe potuto giocarsi le carte più rischiose ma anche più interessanti del film.
E invece il tema è sfiorato, diluito all’interno di un lunghissimo action movie che nella seconda parte dà il meglio di sé in quanto a ritmo (elevato, chi può dire il contrario), ma anche esagerato e più volte al limite del ridicolo. Passi che il professore si ingegna nell’inventare trucchi per organizzare il suo piano con dei tutorial trovati su Youtube, e qualche volta l’applicazione delle cose imparate gli va anche male, giusto per dare un tocco di verosimiglianza al tutto, ma c’è più di una scena (l’autostrada…) che fa restare a bocca aperta per l’incredulità.
The Next Three Days forse alla fine dei conti non ha neanche dei buchi di sceneggiatura, ma sembra un emmenthal per quanto è forzato. E la cosa migliore del film è il confronto che Russell Crowe ha con un inquieto Liam Neeson, che gli spiega le difficoltà al limite dell’impossibile per evadere di prigione e rifarsi una nuova vita partendo da zero: in pochi minuti c’è tutto un personaggio molto più interessante degli altri apparsi sullo schermo.
Ma la cosa peggiore del nuovo Haggis è soprattutto una: che urgenza aveva il suo autore nel raccontare una storia del genere? È forse il film che descrive la sua visione dell’amore (cos’è in fondo The Next Three Days se non una storia d’amore?), o della famiglia? Mah. Crash e Nella valle di Elah (per chi scrive, di gran lunga il suo miglior film, e parecchio sottovalutato), piacciano o no, avevano una loro ragion d’essere, discutibili o meno. E indovinate cos’è il prossimo progetto di Haggis? Forse un altro remake. Vabbeh.
Voto Gabriele: 5
Voto Carla: 6
Qui il trailer italiano.
Dal 08 aprile al cinema.