The Tragedy of Macbeth, Frances McDormand e Joel Coen parlano del film
Marito e moglie, attrice e regista, parlano dell’atteso adattamento del Macbeth firmato in solitaria da Joel Coen
Finalmente si torna a parlare del prossimo progetto di Joel Coen. Solo lui, sì, dato che a ‘sto giro il fratello Ethan pare non essere coinvolto. Si tratta di un adattamento del Macbeth di William Shakespeare, uno dei progetti più attesi da qui a quando avremo modo di vederlo, e che adesso ha un titolo ufficiale, The Tragedy of Macbeth. La notizia è che appunto riusciamo a saperne di più, sia grazie a Frances McDormand, che per mezzo dello stesso regista.
L’attrice, nonché moglie di Joel dal 1984, conosciutisi sul set del film di debutto dei fratelli Coen, Blood Simple – Sangue facile, ha offerto una chiave interpretativa circa le premesse del progetto a partire proprio dai due attori protagonisti, che sono appunto lei e Denzel Washington.
Ritengo che uno degli aspetti più importanti risieda nel fatto che l’adattemento di Joel non s’intitoli Macbeth ma The Tragedy of Macbeth, ed è una distinzione significativa. In questa versione di Joel stiamo esplorando l’età dei personaggi, che sono più anziani rispetto a quelli dell’originale. Sia io che Denzel siamo più vecchi rispetto a quelli che di solito interpretano i vari Macbeth. Siamo oltre la menopausa, oltre l’età fertile. Perciò questo mette una certa pressione rispetto alla loro ambizione di avere la corona. Credo che la differenza più rilevante sia proprio che si tratti della loro ultima occasione per accedere alla gloria.
E dopo aver chiarito l’importanza che il suo personaggio, Lady Macbeth, non abbia avuto figli, prosegue.
Ma potrebbero esserci state svariate gravidanze, magari figli morti prima che nascessero o venuti meno molto giovani. Credo che sia proprio la sua tragedia personale (di Lady Macbeth, ndt.) ad alimentare la sua ambizione nel voler dare la corona al marito, visto che non è stata in grado di dargli un erede. Per me è questa l’essenza del personaggio.
Lo stesso regista ha però avuto modo di esprimersi in merito a questo suo prossimo lavoro, confermando, per esempio, che il linguaggio mutua all’85% dal testo shakesperiano, persino nel rispetto della metrica, quel pentametro giambico che a quanto pare è stato integrato nei dialoghi. Interessante, inoltre, quanto Joel Coen evidenzia in merito al genere.
Sì, [lo si può considerare un thriller]. C’è qualcosa che ho sempre avvertito mentre guardavo l’opera e che mi è parsa sempre più chiara e interessante man mano che mi ci immergevo nell’adattarla. È interessante come Shakespeare ha in qualche modo prefigurato certi tropi del thriller e della crime fiction americana comuni nel corso della prima parte del ventesimo secolo.
Qualche considerazione pure sulla colonna sonora, curata da un collaboratore di vecchia data, ossia Carter Burwell.
La musica, qualunque cosa voglia essere, sarà qualcosa d’incalzante e che terrà conto del tempo. A parte questo, che è un modo molto astratto di accostarsi alla faccenda, non c’è ancora nulla di concreto.
Il film è prodotto da A24, informazione che tuttavia nulla ci dice in relazione all’uscita del film, ancora avvolta nel mistero. Nondimeno, averne notizia è rinfrancante, dato che da un po’ non si sentiva più nulla a riguardo.
via | IW