Roma 2018, Three Identical Strangers: Recensione del doc di Tim Wardle
Three Identical Strangers di Tim Wardle tra le principali sorprese della 13esima edizione della Festa del Cinema di Roma.
Premiato al Sundance e campione d’incassi in patria con oltre 12 milioni di dollari, Three Identical Strangers di Tim Wardle è la vera sorpresa della 13esima Festa del Cinema di Roma, ormai arrivata ad un niente dalla sua conclusione.
Documentario di Tim Wardle, Three Identical Strangers ricostruisce l’incredibile storia vera di Edward Galland, Robert Shafran e David Kellman, tre perfetti sconosciuti che all’età di 19 anni, nel 1980, scoprirono di essere gemelli. Dati in adozione e separati a loro insaputa, fino all’incredibile e casuale scoperta, quando Edward e Robert si ritrovarono nello stesso college.
Nel momento in cui la loro storia viene pubblicata prima su “Newsweek” e poi sul “New York Post”, diventando immediatamente virale, un altro 19enne, David, rimane di sasso. Perché quello scatto sbattuto in copertina, con Edward e Robert sorridenti e abbracciati, equivale ad uno specchio, essendo David uguale a loro. Tre gemelli per quasi 20 anni costretti a vivere a 150 km l’uno dall’altro, inconsapevoli di avere non uno, bensì due fratelli. Tre vite separate che dopo essersi ricongiunte diventano un’unica esistenza. Edward, Robert e David sembrano tre cloni, perché identici in tutto e per tutto. Nei movimenti, nei lineamenti, nella voce, persino nei rispettivi interessi. Tutti e tre, affidati a famiglie di estrazione sociale differente, avevano praticato wrestling, fumavano la stessa marca di sigarette, provavano attrazione per donne più grandi, amavano gli stessi colori.
Una manna dal cielo per le tv e i quotidiani d’America, che tramutano i ‘triplets’ in veri fenomeni di costume. Interviste a pioggia, comparsate televisive, ospitate allo Studio 54 e addirittura un cameo in Cercasi Susan Disperatamente, con Madonna che li vide casualmente per strada e pretese una loro partecipazione. Diventati famosi vanno a vivere nello stesso appartamento della Grande Mela, cedendo a sesso, droga e alcool. Travolti dalla notorietà, aprono un ristorante dal nome inequivocabile (‘Triplets’) che solo nel primo anno fattura oltre un milione di dollari, ma è qui che iniziano a sorgere i veri problemi. Perché dietro la spaventosa somiglianza si cela altro, ovvero una profonda diversità caratteriale.
Wardle, con un lavoro straordinario, ricostruisce con dovizia di particolari quanto accaduto, grazie ad interviste ai diretti interessati, ad amici e parenti, immagini e filmati d’epoca, alternando realtà e finzione con fare incessante. Fino a quando la già incredibile storia di questi tre ‘identici sconosciuti’ non prende una piega ancor più inaspettata. Improvvisamente la fiaba Disney si tramuta in racconto dell’orrore, angosciante, spaventoso, e ad oggi ancora avvolto nel mistero.
Andare oltre significherebbe spoilerare tanto, troppo, anche se risulta difficile commentare un simile documentario tralasciando la 2° parte, così sconvolgente e inquietante da lasciare basiti. Edward, Robert e David scoprono infatti il ‘motivo’ della separazione alla nascita, spalancando voragini nella loro vita privata, lasciando sul campo una quantità enorme di risposte mai avute, distruggendo famiglie.
Un ‘segreto’ che rimarrà probabilmente tale fino al lontano 2066, incrociando genetica e impianto educativo, comportamento umano e ambiente circostante, tra contraddizioni e verità eticamente inaccettabili, oppure apparentemente necessarie. In 96 minuti Wardle sconvolge, commuove, diverte e ribalta quanto precedentemente asserito attraverso un’inchiesta di stampo giornalistico che fa luce su una pagina da tabloid nel corso del tempo diventata cronaca, attualità, surrealtà scientifica. Un documentario il cui finale non sarà probabilmente mai scritto, lasciando lo spettatore tra le braccia un’amara ma inevitabile incredulità.
[rating title=”Voto di Federico” value=”8″ layout=”left”]
Three Identical Strangers (Documentario, 2018, Usa) di Tim Wardle.