Tim Burton: “Ho sempre avuto paura di Santa Claus”
“Come si fa a non avere paura di un omone grande e grosso, con la barba bianca, vestito di rosso, che scende dal camino?”
IoDonna, dall’8 dicembre nelle edicole, ha incontrato Tim Burton. Vediamo qualche stralcio dell’intervista. Si parte, ovviamente con Frankenweenie, il film tratto dal suo cortometraggio del 1984 e che uscirà in Italia il 17 Gennaio 2013.
Per raccontare la sua infanzia ha scelto un protagonista che – guarda caso – si chiama Victor Frankenstein e nutre una vera passione per gli esperimenti scientifici.
I film di Frankenstein sono sempre stati un mio punto di riferimento, volevo riproporre quelle stesse emozioni a chi non li ha mai visti. Non mi piace, poi, che gli adulti cerchino di inibire nei bambini ogni tentativo di esplorazione ardita e ogni impulso creativo poco convenzionale.
Victor non si dà pace dopo la morte di Sparky. Qual è il ricordo più vivido che lei ha del suo primo cagnolino?
Il tuo primo cane è anche il tuo primo amore, è una relazione pura, indimenticabile. Il mio aveva il cimurro: su di lui aleggiava sempre questa ombra di morte… La sua immagine, per me, è legata al mito di Frankenstein.
Vedo che ha in mano un modellino di Sparky, cucito e dipinto a mano. Da piccolo costruiva da solo i giocattoli?
Ero un bambino con un’immaginazione vivace, mi bastava poco. A quei tempi non avevamo i gadget che ci sono di oggi. Questi giocattoli tecnologici a me sembrano pericolosi: bisogna stare attenti, altrimenti i bambini non fanno altro. È importante invece avere il tempo di guardare le nuvole, inventarsi cose.
Cosa ricorda degli anni di scuola?
La mia classe. Il modo in cui i bambini si comportavano tra di loro, le loro strane strategie politiche; e quel sentirsi – anche tra tanti – sempre solo, vagamente strano, eppure normale.
Quando ripensa a Burbank, il quartiere di Los Angeles dove è cresciuto, cosa prova?
Oh… orrore e tenerezza.
Helena Bonham Carter è in molti suoi film. Cosa ci dice di lei?
È una bravissima attrice. Il problema, semmai, è che – prima di girare – devo seguire passo passo il suo processo creativo, a casa: ripete alla nausea le battute con accenti diversi (ride). Ha molto spirito. Quando le propongo una nuova parte lei mi chiede: «Chi devo ammazzare questa volta?».
Lei ha dedicato al Natale Nightmare Before Christmas. C’è un Natale che ricorda in particolare?
Oh boy! A me piace halloween, ho sempre avuto paura di Santa Claus…
Perché?
Ma è naturale! come si fa a non avere paura di un omone grande e grosso, con la barba bianca, vestito di rosso, che scende dal camino?