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ToHorror 2011: Sennentuntschi: trailer e recensione del film di Michael Steiner

Cos’è la Sennentuntschi? Dalla Svizzera il film horror con una splendida Roxane Mesquida. Su Cineblog trailer e recensione.

pubblicato 10 Novembre 2011 aggiornato 28 Agosto 2020 15:40

1975: In un paesino sperduto tra le Alpi Svizzere, contemporaneamente al suicidio di un prete compare una ragazza bellissima e dall’aspetto selvaggio che non parla. Quest’evento scatena le più retrive paure e superstizioni tra la gente del paese e la ragazza, difesa dall’integerrimo poliziotto locale, diventa ben presto oggetto dell’odio e del rancore di tutti, a cominciare dal prete, che tenta addirittura di ucciderla, mettendola in fuga, convinto che sia una strega, se non il diavolo in persona.

Contemporaneamente, uno straniero reduce da un amore finito male giunge come volontario nella baita situata a monte del paese, dove vivono un pastore e il nipote muto, un ragazzino di 15 anni. Il pastore tiene in un capanno una distilleria clandestina di assenzio e al termine di una serata particolarmente vivace, fa cucire dal nipote per lo straniero una Sennentuntschi, cioè, in pratica, una bambola gonfiabile fatta di sacchi e paglia.

La leggenda narra che tre pastori costruirono una di queste bambole per soddisfare i propri desideri sessuali e il diavolo, impietosito, diede vita all’oggetto, trasformandolo in una donna bellissima, che, dopo essere stata ripetutamente violentata, si vendicò trasformando a loro volta i suoi aguzzini in bambole, spellandoli e riempiendoli di paglia. Quando al risveglio i tre pastori trovano al posto della bambola proprio la ragazza selvaggia fuggita dal villaggio non possono che chiedersi se non sia la Sennentuntschi della leggenda.

Sennentuntschi film

Difficile raccontare la trama intricata di quest’ottimo thriller svizzero, scritto e girato con eleganza, senza rovinare il piacere della visione. Il film, complesso, denso e stratificato, esplora i meandri di una comunità chiusa e i demoni che nascono dalla superstizione, dall’ignoranza e dall’arretratezza; demoni ben più maligni delle creature dell’inferno, che portano a considerare naturale la prevaricazione sul più debole, considerato come semplice oggetto per soddisfare i propri bisogni o su cui riversare le proprie colpe, giustificando così ogni tipo di violenza. E di violenza ce n’è molta nel film, fisica e psicologica, mostrata o solo suggerita tra le righe di un racconto. Una violenza che spesso è comodo nascondere dietro credenze e superstizioni.

La storia procede in un susseguirsi di rovesciamenti, giochi a incastro e colpi di scena (è vero, il principale si intuisce abbastanza in fetta, ma questo non pregiudica la godibilità del racconto) calibrati con cura all’interno di una sceneggiatura precisa e di un montaggio creativo e incalzante.

Molto suggestiva l’ambientazione: un paesino da tranquillo week-end di paura incastonato in un aspro paesaggio montano tra le Alpi svizzere, in un’epoca in cui non c’erano cellulari e reti wi-fi. Splendida e bravissima Roxane Mesquida (celebrata allo scorso Fright Fest come una nuova Barbara Steele) che recita solo con il corpo e lo sguardo, allo stesso tempo fragile e bestiale, e convincenti tutti gli attori del cast. Meritevole di menzione anche la locandina del film, creata dall’artista svizzero Ernst Oppliger.

Voto Fulvio: 8

Sennentuntschi (Svizzera, 2010 – horror – 110′) Regia di Michael Steiner. Con Roxane Mesquida, Nicholas Ofczarek, Andrea Zogg, Carlos Leal, Joel Basman, Hanspeter Müller, Rebecca Indermaur