Torino 2010: commenti a caldo su Outcast e Suck – Con trailer
Continua il Torino Film Festival numero 28. Dopo un weekend affollatissimo, in cui le file sembravano ammassi incongrui di persone in cerca di essere in pole position, la situazione si è un po’ calmata, anche se i primi numeri parlano di successo assicurato. Oggi ci dedichiamo un po’ di più ai film del Rapporto confidenziale
Continua il Torino Film Festival numero 28. Dopo un weekend affollatissimo, in cui le file sembravano ammassi incongrui di persone in cerca di essere in pole position, la situazione si è un po’ calmata, anche se i primi numeri parlano di successo assicurato. Oggi ci dedichiamo un po’ di più ai film del Rapporto confidenziale sull’horror, con un solo film in concorso e fuori concorso, in attesa di domani con i nostri commenti su ben quattro film della competizione: ancora in attesa del vero titolo che faccia la differenza.
Outcast – di Colm McCarthy
Mary e il figlio Fergal si trasferiscono in un nuovo appartamento perché stanno fuggendo da qualcuno. Nel nuovo quartiere di periferia il ragazzo conosce la bella Petronella, ma è indeciso se accettare il fascino della ragazza oppure respingerla per “rispetto” nei confronti della madre. Intanto qualcuno inizia ad uccidere delle persone…
Cosa succede se Ken Loach decidesse un giorno di dirigere una fiaba horror? Probabilmente ne uscirebbe fuori Outcast, in realtà opera prima di Colm McCarthy, conosciuto per ora per aver diretto diversi episodi di celebri telefilm. Un horror senza dubbio originale e singolare.
La sfida non è delle più semplici: affrontare una storia a carattere “stregonesco” ambientandolo nella periferia inglese. Ma l’equilibrio regge per tutto il film, anche durante il finale in cui il “mostro” si rivela e la delusione potrebbe prendere il sopravvento. McCarthy maneggia la materia con cura e non si fa prendere dalla fretta, prendendosi i suoi tempi e creando la giusta atmosfera di mistero.
Outcast è interessante anche per il suo protagonista, la cui indecisione se accettare le avances di Petronella mettono in tavola l’argomento chiave del film: quello della repressione sessuale, che porta per ovvi motivi a creare disagio ed inquietudine all’interno dell’anima. Disagi ed inquietudini che devono essere per forza affrontati, con le dovute conseguenze…
Voto Gabriele: 6
Suck – di Rob Stefaniuk
I Winners sono un gruppo musicale rock che sta tentanto di farsi notare in ogni modo. Un giorno la bassista Jennifer scompare, e fa ritorno qualche giorno dopo sotto sembianze un po’ diverse. La ragazza è stata trasformata in un vampiro, e proprio questo fatto si rivela importante per il successo della band: uno dopo l’altro gli altri componenti vorranno essere come Jennifer…
Eccolo un istant cult divertente, folle ma tutt’altro che campato in aria. Suck, opera seconda del canadese Rob Stefaniuk (interprete anche del protagonista Joey), ha le carte in regola per diventare infatti un cult per varie caratteristiche: quella di essere una parodia, quella di unire il rock al sangue in chiave ironica, e quella di essere un film totalmente nuovo nel filone vampiresco.
Gli appassionati di musica andranno in brodo di giuggiole con questo film: oltre a brani interessanti e divertenti, ci sono cammei importanti di persone come Iggy Pop, Alice Cooper e Moby, oltre che ad evidenti citazioni (attenti, fan dei Beatles!). Ma anche gli amanti dell’horror avranno di che divertirsi con questa farsa piena di sangue e trovate sempre riuscite.
Suck è un altro esempio di cinema postmoderno che fagocita un po’ di tutto e riesce a trovare una sua precisa personalità, anche grazie ad un gruppo di attori che diverte divertendosi. Spassoso dall’inizio alla fine, grazie ad una comicità ragionata, calcolata e mai buttata a caso, Suck riesce anche a raccontare qualcosa su un argomento già trattato in Addiction di Abel Ferrara: il vampirismo come dipendenza, il sangue come droga.
Voto Gabriele: 7, potete vedere il trailer qui.