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Torino 2010: commenti a caldo su White Irish Drinkers e Portrait of the fighter as a young man – Con Trailer

Giro di boa per il 28° Torino Film Festival: sono stati presentati già 8 film in concorso di 16. E finalmente è arrivata la prima, vera punta della competizione di quest’anno, ed arriva proprio a metà: si tratta dell’atteso, bellissimo Winter’s bone, qui in una recensione in anteprima a parte. Lo aspettiamo già alla premiazione.

pubblicato 1 Dicembre 2010 aggiornato 28 Agosto 2020 19:09

Giro di boa per il 28° Torino Film Festival: sono stati presentati già 8 film in concorso di 16. E finalmente è arrivata la prima, vera punta della competizione di quest’anno, ed arriva proprio a metà: si tratta dell’atteso, bellissimo Winter’s bone, qui in una recensione in anteprima a parte. Lo aspettiamo già alla premiazione. Non tutto fila per il verso giusto, ma è davvero difficile quest’anno trovare delle oggettive schifezze: per la gioia di critica, pubblico e accreditati…

White Irish Drinkers – di John Gray (In Concorso)
Brooklyn, autunno 1975. Brian passa il tempo ad aiutare il fratello Danny a commettere piccoli furti. La sua passione in realtà è la pittura, una passione che coltiva in segreto nello scantinato di casa sua, lontano dall’alcolismo del padre e dalla depressione della madre. Un giorno viene a scoprire che i Rolling Stones suoneranno nel locale dove lavora, ma il futuro non è affatto roseo…

In The Town, Ben Affleck ci ricordava come in un piccolo quartiere di Boston per il suo protagonista fosse difficile allontanarsi dalla propria città, staccarsi definitivamente dalle proprie radici. Anche questo altro film americano ripercorre la stessa tematica: il protagonista Brian vorrebbe infatti andare via, andare a studiare all’università, percorrendo tutt’altra strada rispetto a quella a cui è stato sempre abituato.

A dir la verità, White Irish Drinkers sembra un film decisamente programmatico, visto il suo carattere di denuncia sociale costruito sulla base di una trama “edificante”. E la sceneggiatura pasticcia un po’ con tutti gli indizi sparsi lungo il film, per arrivare ad un lungo finale in cui tutti i nodi vengono al pettine, facendo cadere più di una lacrimuccia.

Ma è anche vero che un film come White Irish Drinkers ha in sé un dono notevole: quello di catturare l’attenzione, forse anche di rapire ed emozionare. Non mancano infatti momenti convincenti, alternati ad altri un po’ furbetti. Ma il bersaglio è colpito, nonostante il carattere programmatico. O forse anche grazie a quello…

Voto Gabriele: 7

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Portrait of the fighter as a young man (Portretul luptatorului la tinerete)- di Constantin Popescu (In Concorso)
Dopo la Seconda Guerra Mondiale, in Romania si instaura la dittatura comunista. Alcuni ragazzi diventano partigiani e in gruppo si nascondono nelle montagne. Il gruppetto è capitanato da Ion Gavrila Ogoranu, e per una quindicina d’anni vivrà nei boschi del Sud dei Carpazi cercando di contrastare il regime e la Securitate, la polizia segreta del regime…

Avviso per tutti: il film in questione non è un film facile, non è un film per tutti e la sua visione può essere faticosa. Il rumeno Popescu, uno dei cinque registi dei Racconti dell’età dell’oro, d’altronde ha le idee ben chiare su come bisogna trattare la materia della Storia: ovvero con uno stile il più rigoroso possibile.

Portrait of the fighter as a young man ha un titolo che ci dice già qualcosa sull’opera. E’ un “ritratto”, appunto, quindi una descrizione. Non di un ragazzo-soldato (anche se la figura di Ogoranu spicca sulle altre di un po’, anche per l’importanza storica ribadita nel finale del film), ma di un gruppo di giovani, delle proprie insicurezze, debolezze, vittorie e delusioni.

Ed è la descrizione di un periodo, ripercorso dal regista in modo decisamente ordinato, aiutando lo spettatore a districarsi negli eventi con didascalie, con tanto di luoghi e anni degli avvenimenti. Per due ore abbondanti forse c’è di cui appassionarsi poco, anche se per la prima ora tutto sembra reggere bene, ma non c’è dubbio che l’aver abbandonato ogni tipo di pathos per un rigore asciutto sia una scelta coraggiosa e meritevole.

Voto Gabriele: 6.5

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