Torino 2010: Poetry – Recensione in anteprima e trailer
Poetry (Shi – Sud Corea 2010, drammatico) di Chang-dong Lee con Jeong-hee Yoon, Da-wit Lee, Hira Kim, Nae-sang Ahn, Yong-taek Kim. Mija (Jeong-hee Yoon), una donna anziana, amabile ed elegante, vive con il giovane nipote in una città di provincia che un giorno viene scossa dal ritrovamento del corpo di una ragazza, compagna di scuola
Poetry (Shi – Sud Corea 2010, drammatico) di Chang-dong Lee con Jeong-hee Yoon, Da-wit Lee, Hira Kim, Nae-sang Ahn, Yong-taek Kim.
Mija (Jeong-hee Yoon), una donna anziana, amabile ed elegante, vive con il giovane nipote in una città di provincia che un giorno viene scossa dal ritrovamento del corpo di una ragazza, compagna di scuola del nipote. Intanto Mija decide di iscriversi ad un corso di poesia, mentre scopre che proprio il nipote potrebbe essere coinvolto nell’omicidio della ragazzina…
Lee Changdong è uno dei registi coreani più bravi degli ultimi anni, amatissimo dagli appassionati di cinema orientale e sempre premiato a festival e rassegne. Con Poetry si conferma, se mai ce ne fosse stato bisogno, un vero maestro: per quel che riguarda lo stile e la regia, la sceneggiatura, la delicatezza.
Con questo suo ultimo film Lee riesce ad unire in modo perfetto tutte le strade che la bellissima storia riesce ad aprire. Da una parte c’è l’omicidio della ragazzina in cui sono coinvolti, oltre al nipote della protagonista, ben altri cinque studenti: i genitori si riuniscono per trovare una soluzione, che potrebbe essere un risarcimento in denaro verso la madre della ragazza affinché questa storia non si sappia in giro e non danneggi le loro reputazioni (!).
Dall’altra parte c’è la questione più psicologica relativa al bel personaggio di Mija, alle prese con un nipote che non brilla certo per impegno a scuola e non la rispetta più di tanto, alle prese con il proprio lavoro di badante, e alle prese con la nuova passione per il componimento poetico. Grazie a questo la donna inizia a guardare con attenzione anche le cose più banali del nostro mondo.
Ma dall’altra un film con un titolo del genere non può che indagare sulla poesia stessa, e soprattutto sul momento dell’ispirazione. Spesso Mija chiede al suo insegnante come si possa scrivere bene una poesia, e come si possa raggiungere l’ispirazione. La risposta spesso è quella che bisogna andare a cercarsi l’ispirazione, ed è per questo che Mija contempla per minuti gli oggetti (una mela, un fiore…), prende appunti, ma non riesce bene a capire come possa arrivare questa benedetta ispirazione.
Anche se in modo implicito e lirico, credo che Lee Changdong in qualche modo non lasci in sospeso la questione, neanche nel finale. Perché Poetry vuole provare a ragionare sull’ispirazione poetica come momento assolutamente inaspettato, come un qualcosa che accade ed è puro proprio perché non lo si cercava: proprio come un soffio di vento inaspettato che ti porta via il cappello.
Ad interpretare Mija c’è Yun Jung-hee, star del cinema coreano, attrice in più di 300 film, pluripremiata in patria e da 16 anni ferma senza fare un film: il personaggio le permette di tornare alla grande con un ruolo bellissimo e difficile, che la donna risolve in maniera perfetta. Anche in questa scelta Lee Changdong si rivela un maestro, capace di portarsi a casa un ottimo risultato da ogni parte si guardi il risultato finale.
Voto Gabriele: 9, qui trovate il trailer