Torino 2011: Alberto Nobbs – Trailer e recensione in anteprima del film con Glenn Close
Rodrigo García dirige una splendida Glenn Close che veste i panni maschili di Albert Nobbs
Albert Nobbs è un efficiente cameriere al Morrison’s Hotel, nella Dublino dell’Ottocento. Le sue giornate sono fatte di gesti formali e compostezza, clienti ricchi e chiassosi, emozioni trattenute e apparenze. Soprattutto apparenze, visto che in realtà, Albert Nobbs è una donna (Glenn Close). Il suo progetto è mettere da parte abbastanza soldi per avviare un’attività tutta sua, una tabaccheria.
Un giorno, il “signor Nobbs” è costretto a ospitare nella sua stanza il signor Page, decoratore impiegato a ridipingere alcune pareti dell’albergo, che viene a conocenza del suo segreto. I due si avvicinano, fino a scoprire che anche il signor Page, in realtà è una donna. E che è addirittura sposato/a con un’altra donna, quindi è riuscito a superare quella solitudine che attanaglia il protagonista.
Per il signor Nobbs è l’inizio di una nuova speranza, una nuova prospettiva di vita, che si manifesta nel corteggiamento della bella collega Helen, la quale però è già amante dell’aitante Joe, tuttofare dell’albergo.
Tratto dall’omonimo racconto di George Moore e fortemente voluto da Glenn Close (qui anche in veste di produttrice e sceneggiatrice) che già interpretò il personaggio nello spettacolo teatrale che ne è stato tratto nel 1982, Albert Nobbs è un film profondamente commovente realizzato con andamento lento e trattenuto dal regista Rodrigo García, figlio dello scrittore premio Nobel García Marquez.
Il quadro della società irlandese ottocentesca che ne emerge è desolante e inquietante, in grado di schiacciare l’individuo anche nella sua più profonda intimità, ma è di una condizione umana più generale, ovviamente, che ci stanno parlando gli autori: una condizione in cui le persone sono obbligate a nascondere la loro vera natura per poter costruire un’immagine sociale accettabile (in primis le donne, ovviamente, ma tutti i personaggi sono impegnati a costruire un’apparenza “decente”, anche solo nel nascondere le loro relazioni amorose e le loro ambizioni). La protagonista (interpretata, sarà banale dirlo ma è vero, magistralmente da Glenn Close) ne è ovviamente l’esempio più estremo: una donna che in seguito a una terribile violenza subita in giovane età decide di annullare la propria sessualità, e quindi la propria identità, trasformandosi in quello che gli altri si aspettano che sia un buon maggiordomo e raggiungendo un tale livello di solitudine e scollamento con la realtà e con se stessa da non riuscire più a capire la vera natura dei rapporti umani, interpretati in modo che si potrebbe definire meccanicistico.
Tutte le sue inquiete pulsioni profonde vengono convogliate nel sogno di aprire la sua tabaccheria, vista come occasione, finalmente, di liberazione. Un sogno talmente totalizzante da assorbire, nella sua prefigurazione, tutte le persone che le stanno accanto e non prendere neanche in considerazione l’idea che gli altri possano non volerlo condividere con lei e possano desiderare altro.
Non tutti i personaggi maschili sono negativi, così come non tutti quelli femminile sono positivi, evitando così abilmente una facile rappresentazione dei rapporti di genere e di cadere nello stereotipo. L’origine teatrale traspare, oltre che nella limitatezza delle location, anche in alcuni dialoghi e movimenti degli attori.
Un film di profonda e sottile crudeltà psicologica, sottotono e trattenuto come il personaggio di cui porta il nome.
Voto di Fulvio: 8
Voto di Simona: 8
Voto di Gabriele: 6
Albert Nobbs (Irlanda, 2011 – Drammatico – 114′), di Rodrigo García, con , Mia Wasikowska, Aaron Johnson, Janet McTeer. Ad oggi non è ancora nota la data di uscita in Italia.