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Torino 2011: recensione e trailer di Ulidi Piccola Mia di Mateo Zoni

La storia di Paola, diciottenne con madre musulmana. Il mockumentary Ulidi piccola mia di Mateo Zoni è in Concorso al festival di Torino 2011

pubblicato 1 Dicembre 2011 aggiornato 1 Agosto 2020 06:02

Paola sta per compiere diciotto anni, di cui gli ultimi quattro trascorsi lontano dalla famiglia, in comunità. Non può e non vuole tornare a casa. Figlia di una donna musulmana e di un contadino, si trova divisa tra due culture molto diverse tra loro. Ora sarà inoltre costretta ad affrontare, dopo un lungo periodo di sofferenza, tutte le difficoltà legate alla fine dell’adolescenza e all’ingresso nell’età adulta.

C’era tanta attesa nei confronti del primo dei due italiani in concorso. Non capita spesso di avere film nostrani nel concorso torinese, mentre quest’anno ce ne sono due, come nell’edizione vinta da La bocca del lupo. Ulidi piccola mia è l’esordio nel lungometraggio di Mateo Zoni. Si tratta di un progetto a suo modo interessante, un piccolo film della durata di poco superiore ad un’oretta con il quale il giovane autore dichiara di voler regalare allo spettatore innanzitutto un’idea di delicatezza.

Se non si sapesse nulla di Ulidi, iniziando a vedere il film si penserebbe senza esitare ad un documentario. Un documentario che parla appunto di Paola, una ragazza che ha tentato due volte di suicidarsi e che tra un anno potrà lasciare la comunità dove ha vissuto nell’ultimo periodo. Zoni si concentra sulla sua vita quotidiana e il rapporto che c’è con gli altri ragazzi e i tutor, con l’uso di una videocamera digitale e senza grandi strumenti.

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Ma Ulidi piccola mia non è un documentario. È invece un documentario a soggetto: volgarmente, un mockumentary. Zoni prende spunto da un libro della psicologa Maria Zirilli, Fuga dalla follia – Viaggio attraverso la Legge Basaglia, e trova la sua protagonista Paola grazie ad uno spettacolo teatrale. Nasce da qui l’idea di portare sul grande schermo questa storia ambientata in una comunità come se fosse un documentario piccolissimo e low budget. Che a qualcuno ha già dato un po’ l’impressione di vouyerismo.

Sarebbe disonesto negare al film una sua certa efficacia: non a caso se si pensa a priori che il prodotto sia davvero di stampo documentaristico, ci si potrebbe pure “cascare”. In questo Zoni è bravo ed organizza il pro-filmico in modo convincente, aiutato da una recitazione assolutamente naturale della protagonista e di tutti gli attori. Chiaramente i dubbi sulla natura fittizia del film vengono meno col passare dei minuti, ma non è questo il problema.

Più che altro Ulidi piccola mia sembra un film molto programmat(ic)o, studiato in ogni dettaglio per raggiungere uno scopo emotivo, estorcendo allo spettatore l’empatia verso le figure protagoniste. E non ci sarebbe nulla di scandaloso nel fare i maliziosi e pensare per un attimo che alcuni difetti del sonoro siano stati creati ad hoc per creare una sensazione ancora più forte di verosimiglianza. Il rischio exploitation è dietro l’angolo, e l’insieme non può che risultare acerbo e lasciare qualche dubbio sull’operazione.

Voto Gabriele: 5

Ulidi piccola mia (Italia 2011 – Drammatico 67′) regia di Mateo Zoni con Paola Pugnetti, Giada Meraglia, Marcella Diena, Eleonora Deidda, Marco Romeo, Laura Polito, Stefano Bardi, Eleonora Rizzi, Giancarlo Pugnetti, Mina Bettache, Mirko Salati, Dante Pugnetti, Fousia Bettache, Mohammed Bettache, Fabio Vanni, Alessandro Nidi. Sconosciuta, mentre scrivo, l’eventuale data di uscita in Italia. In Concorso al Festival Di Torino 2011

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