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Torino 2015, Bella e Perduta di Pietro Marcello film di pre-apertura del Festival – il trailer

Bella e Perduta di Pietro Marcello presentato in anteprima nazionale al Torino Film Festival del 2015

pubblicato 2 Novembre 2015 aggiornato 30 Luglio 2020 11:23

A meno di 3 settimane dal via, la 33esima edizione del Festival di Torino ha ufficializzato quest’oggi il primo film in cartellone, ovvero Bella e Perduta di Pietro Marcello. Un’anteprima italiana che andrà in scena il 18 novembre, come pre-apertura prima del via datato 20 novembre. Per il regista si tratta di un ritorno al Torino Film Festival a sei anni da La bocca del lupo, ad oggi l’unico film italiano ad aver vinto la manifestazione in oltre 30 anni di vita. Il giorno dopo l’anteprima, ovvero il 19 novembre, la pellicola uscirà nei cinema con distribuzione Istituto Luce Cinecittà. Protagonisti Sergio Vitolo, Gesuino Pittalis e Tommaso Cestrone, per un progetto che ci porterà nel Sud Italia.

Dalle viscere del Vesuvio, Pulcinella, servo sciocco, viene inviato nella Campania dei giorni nostri per esaudire le ultime volontà di Tommaso, un semplice pastore: mettere in salvo un giovane bufalo di nome Sarchiapone. Nella Reggia di Carditello, residenza borbonica abbandonata a se stessa nel cuore della terra dei fuochi, delle cui spoglie Tommaso si prendeva cura, Pulcinella trova il bufalotto e lo porta con sé verso nord. I due servi, uomo e animale, intraprendono un lungo viaggio in un’Italia bella e perduta, alla fine del quale non ci sarà quel che speravano di trovare.

Queste le parole del regista sulla sua ultima attesa fatica:

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«Ho imparato a guardare l’Italia contemplando il suo paesaggio dai treni, riscoprendo di volta in volta la sua bellezza e la sua rovina. Spesso ho pensato di realizzare un film itinerante che attraversasse la provincia per provare a raccontare l’Italia: bella, sì, ma perduta. Anche Leopardi la descriveva come una donna che piange con la testa tra le mani per il peso della sua storia, per il male atavico di essere troppo bella. Quando mi sono imbattuto nella Reggia di Carditello e nella favola – perché di favola si tratta – di Tommaso, “l’angelo di Carditello”, il pastore che con immensi sacrifici ha deciso di dedicare tanti anni della sua vita alla cura di un bene artistico abbandonato, ho visto una potente metafora di ciò che sentivo la necessità di raccontare: dopo la morte di Tommaso, prematura e improvvisa, Bella e perduta – nato inizialmente come un “viaggio in Italia” destinato a toccare altre tappe – è diventato un altro film, sposando fiaba e documentario, sogno e realtà. Carditello è l’emblema della bellezza perduta e della lotta del singolo, dell’orfano che non si arrende a un meccanismo incancrenito di distruzione e disfacimento; e allo stesso tempo questa storia così radicata nella Storia del nostro Paese indaga un tema, quello del rapporto tra uomo e natura, mai così universale, a ogni latitudine»[/quote]

La bocca del lupo, uscito nel 2009, vinse anche il Premio FIPRESCI al Torino Film Festival di quell’anno, per poi sbarcare nel 2010 al Festival di Berlino e tornare a casa con il Premio Caligari e il Premio Teddy per il miglior documentario.

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