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Torino Film Festival 2010: svelato il ricchissimo programma, con la sorpresa 127 Hours di Boyle

Non tratterremo affatto l’entusiasmo, perché quel che abbiamo tra le mani è una cosa talmente ovvia che rimanere cauti e pacati non ha (più) senso: quello del Torino Film Festival numero 28 è un programma magnifico. Perché quello che Emanuela Martini e i suoi organizzatori sono riusciti a fare quest’anno è proprio quello che ci

pubblicato 11 Novembre 2010 aggiornato 1 Agosto 2020 18:18


Non tratterremo affatto l’entusiasmo, perché quel che abbiamo tra le mani è una cosa talmente ovvia che rimanere cauti e pacati non ha (più) senso: quello del Torino Film Festival numero 28 è un programma magnifico. Perché quello che Emanuela Martini e i suoi organizzatori sono riusciti a fare quest’anno è proprio quello che ci attendiamo da Torino: avere un programma ricco di sorprese e titoli acclamati dalla critica e dal pubblico in giro per il mondo, in un calderone che ha il suo senso nella varietà della scelta.

Iniziamo dal concorso ufficiale, che al solito vede 16 opere prime, seconde e massimo terze. In testa a livello di titoli per nazione troviamo a sorpresa l’Inghilterra con tre pellicole, seguita dall’America con due titoli (tra cui l’acclamato Winter’s Bone con Jennifer Lawrence) e dal Canada. Tra Giappone, Belgio, Argentina, Sud Africa, Romania e Francia sbuca anche l’unico italiano in competizione, ovvero Henry di Alessandro Piva, un noir notturno ambientato a Roma.

Festa Mobile è il fuori concorso di Torino, ed è qui che troviamo le perle inedite in Italia dell’anno che faranno la gioia dei cinefili accaniti. A parte i già ampiamente citati Contre Toi e Hereafter (apertura e chiusura), si comincia con 127 Hours, nuova, applaudita fatica di Danny Boyle con James Franco protagonista, e si continua con il già anticipato Burlesque con Cher e la Aguilera, ambientato nello stesso mondo di Tournée di Amalric.

Colpirà anche Torino, dopo Berlino, l’arrabbisatissimo Caterpillar di Wakamatsu, storia di un pluripremiato soldato sopravvissuto alla guerra che torna a casa senza braccia e senza gambe. Aspettative alte per l’ultimo Honoré, Homme au bain, dolorosa storia d’amore gay con il pornodivo François Sagat, presente anche come attore in L.A. Zombie di Bruce LaBruce nella sezione Onde.

Un altro bel colpo è Neds di Peter Mullan, atteso già a Venezia, così come gradiamo la presenza di Poetry di Lee Chang-dong, miglior sceneggiatura all’ultimo Festival di Cannes. E poi ci sono Cyrus, Jack goes boating, esordio alla regia di Philip Seymour Hoffman, l’attesissimo Kaboom di Araki, il nostalgico The Myth of the American Sleepover, Napoli 24, con 24 registi napoletani che raccontano la loro città (tra cui Sorrentino e Marcello), l’horror australiano Red Hill, The Special Relationship con Dennis Quaid e Michael Sheen, e un po’ di lavori da regista del grande Michael Nyman.

Fantastico il Rapporto confidenziale sul (rinato?) New Horror internazionale, con The Ward a fare da padre a molti nuovi talentuosi registi, ma anche conferme come Jee-woon Kim con uno degli horror più acclamati dell’anno, I saw the devil. Si continua con The Last Exorcism e Vanishing on 7th Street di Brad Anderson, e poi ci sono Outcast, Suck, Altitude

Che altro? Non vale la pena dire nulla di più, se non invitarvi a dare un’occhiata a tutto quanto sul sito ufficiale. Perché ora l’unico problema è solo uno: riuscire ad organizzarsi per vedere il più possibile. Avete (e abbiamo) un paio di settimane…

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