Torino Film Festival 26: il programma
Tra 230 titoli ci si perde senza alcun problema. Finito di analizzare il concorso, si inizia a guardare il fuori concorso. Ma ci sono ancora tante sezioni: Lo stato delle cose, La zona, Italiana.doc, ecc.. E poi gli omaggi, le retrospettive (con i tre volumi de Il Castoro che aspettiamo con ansia), le proiezioni speciali
Tra 230 titoli ci si perde senza alcun problema. Finito di analizzare il concorso, si inizia a guardare il fuori concorso. Ma ci sono ancora tante sezioni: Lo stato delle cose, La zona, Italiana.doc, ecc.. E poi gli omaggi, le retrospettive (con i tre volumi de Il Castoro che aspettiamo con ansia), le proiezioni speciali e i restauri. Il programma del Torino Film Festival 26 è, se possibile, ancora più ricco di quello dell’altr’anno.
Al contrario di come facciamo di solito coi festival, iniziamo a dare un’idea del programma partendo dalla notevole sezione Fuori Concorso. Oltre ai già citati The Edge of Love di John Maybury, 24 City di Jia Zhang-ke, Filth and Wisdom di Madonna, Katyn di Andrzej Wajda, Wendy and Lucy di Kelly Reichardt, e ovviamente W. di Oliver Stone, il film d’apertura, sono tante le pellicole degne d’attenzione.
Direttamente da Berlino arriva il nuovo film di Hong Sang-soo, ossia Bam gua nat (Night and day). Bella sorpresa anche la presenza di Kim Ki-duk, che porta il suo ultimo film, Bi-mong (Dream). Sembra davvero interessante l’acclamato thriller The Escapist (Prison Escape) di Rupert Wyatt, con un trio d’attori composto da Brian Cox, Joseph Fiennes e Liam Cunningham.
Ancora da Berlino, dove ha vinto il premio del pubblico, arriva il nuovo film di Eran Riklis, ossia Etz Limon (Il giardino dei limoni). Ha raccolto applausi a Toronto la commedia Gigantic, opera prima dell’americano Matt Aselton, con Zooey Deschanel (E venne il giorno) e il sempre più bravo Paul Dano. Torna Woo Ming Jin, il regista malese di The Elephant and the Sea, premio della giuria lo scorso anno proprio a Torino, con Kurus, racconto dell’educazione sentimentale di un quindicenne.
Si appresta ad avere gran successo anche lo svedese Låt den rätte komma in (Lasciamo entrare) di Tomas Alfredson, acclamato in mezzo mondo, racconto di formazione “gotico”, horror e romantico. Michael Almereyda presenta New Orleans Mon Amour, Terence Davies traccia un ritratto elegiaco della sua Liverpool in Of Time and the City, Randall Cole con Real Time firma una commedia nera a due, la coppia Ronit e Shlomi Elkabetz presentano Shiva (Les sept jours), Shane Meadows (regista di This is England) porta il delicatissimo Somers Town.
Nei prossimi post parleremo meglio del concorso del festival. Intanto vi lascio con qualche titolo interessante, trovato spulciando tra le ricchissime altre sezioni del festival: Hunger di Steve McQueen (Camera d’Or a Cannes, premiato anche a Toronto e Flanders), Made in America di Stacy Peralta, Religulous di Larry Charles, Il grande progetto di Vincenzo Marra.
[Programma completo sul sito ufficiale]