Torino LGBT Film Festival 2013: trionfa A Boven is het stil – ecco tutti i vincitori
Da Sodoma a Hollywood. Si è conclusa la 28esima edizione del Festival del Cinema gay di Torino, con un trionfatore olandese
L’ennesimo successo di pubblico, sale affollate, dibattiti, oltre 130 proiezioni, Renzo Rubino ‘ospite’ della serata conclusiva e un vincitore che ha trovato la Giuria straordinariamente d’accordo. Il Torino LGBT Film Festival 2013 ha infatti visto trionfare A Boven is het stil (Paesi Bassi/Germania, 2013) della regista olandese Nanouk Leopold.
Presentato al Festival di Berlino ma uscito a mani vuote dalla manifestazione, il film si è portato a casa con assoluto merito il Premio ‘Ottavio Mai’ della 28a edizione del Torino GLBT Film Festival, diretto da Giovanni Minerba. La Giuria del Concorso Lungometraggi, composta dal sottoscritto, Diego Dalla Palma, Travis Fine, Vladimir Luxuria e Lidia Ravera, non ha battuto ciglio sull’incoronazione ufficiale, grazie alla poetica delle immagini e alla crudezza della storia raccontata, e magnificamente interpretata da Jeroen Willems, scomparso nel dicembre scorso subito dopo la fine delle riprese. Al centro della trama il rapporto scostante, fatto di silenzi e rancori mai sopiti tra uno scapolo cinquantenne e suo padre costretto a letto, con cui vive.
“Per i temi intrecciati narrati con un’onestà di arte cinematografica di vigorosa qualità. Per l’elevato livello recitativo degli interpreti, per la crudezza poetica, per la fotografia livida e carnale. Per la capacità più unica che rara di trasformare il silenzio tragico nelle relazioni umane in grande forza comunicativa attraverso lo schermo”.
Questa la motivazione data dalla Giuria al riconoscimento, con il delizioso Will You Still Love Me Tomorrow? di Arvin Chen premiato con una più che doverosa menzione speciale. Nel Concorso documentari ha invece trionfato The Love Part of This di Lya Guerra, premiato dalla giuria composta da Basil Khalil, Nina Palmieri e Piergiorgio Paterlini, con questa motivazione:
“Per la straordinaria capacità di trasformare una storia normale e quotidiana in un viaggio emozionante dentro al quale lo spettatore viene portato per mano fino a sentirsene partecipe. I giurati sono rimasti molto colpiti dall’importanza, dall’attualità e dall’intensità di tutte le storie, i personaggi e i temi raccontati nei documentari in concorso. Si è soffermata quindi sulla capacità di trasformare questi temi in racconti cinematografici”.
I giurati del Concorso cortometraggi, Juanma Carrillo, Luki Massa e Alessandro Michetti, hanno invece assegnato il premio per l’opera migliore a Bunny di Seth Poulin e Nickolaos Stagias. Questa la motivazione ufficiale:
“per aver raccontato quel che succede quando la gioventù lascia il campo alla vecchiaia e alla malattia, presentate entrambe con ruvida onestà e senza fare sconti. Bunny porta in una realtà possibile che tutti speriamo di vivere, in cui l’amore è solidale, presente e assoluto e che, per questi motivi, ci spaventa meno. È poi un segnale importantissimo di come il cinema omosessuale non abbia paura di affrontare anche il tabù della vecchiaia, mostrandosi sempre più sensibile e maturo nei confronti di tutte le sfaccettature della vita”.
La giuria composta dagli studenti del Dams di Torino ha inoltre assegnato il Queer Award, riconoscimento che premia un titolo tra otto selezionati, sparsi tra diverse sezioni, che più si avvicina alle tematiche tipiche del mondo dell’adolescenza. Quest’anno ha vinto Joven & Alocada di Marialy Rivas, pellicola inclusa nell’Open Eyes: Forever Young.
Infine, anche Il folto pubblico del 28 Torino GLBT Film Festiva ha assegnato i propri Premi:
Lungometraggi: Alata di Michael Mayer (Israele/ USA , 2012)
Cortometraggi: Holden di Juan Arcones -Roque Madrid (Spagna/Francia, 2012)
Documentari: Paul Bowles: The Cage Door is Always Open di Daniel Young (Svizzera/ Marocco,2012)
Torino LGBT Film Festival 2013 al via: ecco il programma
Quando la crisi morde, si sa, colpisce soprattutto il mondo della cultura. A pagarne dazio, in Italia soprattutto, i tanti Festival cinematografici che caratterizzano il Bel Paese. Proprio oggi, a Torino, ha preso vita uno dei più antichi e nel suo ‘genere’ apprezzati, il Torino LGBT Film Festival.
Da Sodoma a Hollywood il titolo, per un’edizione, la 28esima, nata con enormi ristrettezze economiche ma riuscita a prendere vita, tanto da sfornare un programma di oltre 130 titoli. A pochi chilometri da qui, a Milano, il ‘cugino’ Mix Festival potrebbe invece ‘morire’, causa mancati finanziamenti, tanto dall’aver fatto sorgere una vera e propria colletta on line, che tutti noi ci auguriamo possa portare beneficio alla manifestazione.
Se a Torino non ci si è spinti fino a tanto, grazie anche al peso internazionale raggiunto dopo quasi 3 decenni di vita, l’edizione tirata su da Giovanni Minerba promette comunque titoli importanti, dopo i numeri ‘quasi’ da record dello scorso anno, con sale prese d’assalto dagli spettatori torinesi e non. Madrina della serata inaugurale, che si terrà questa sera alla Multisala Cinema Massimo, a pochi passi dalla Mole, Giuliana De Sio, insieme al cantautore Roberto Casalino che si esibira’ in un concerto con il Maestro Michele Amadori al pianoforte e Mario Gentili al violino. Ad aprire il Festival Any Day Now di Travis Fine, regista anche in Giuria per la categoria Lungometraggi, insieme a Diego Dalla Palma, Lidia Ravera, Vladimir Luxuria e proprio il sottoscritto, che sta scrivendo per voi questo post d’accompagnamento al Festival.
Un Festival del Cinema Gay, all’interno di un quadro festivaliero che spesso si chiede il ‘senso’ di una manifestazione cinematografica orientata alla cinematografia omosessuale. Sbagliando. Perché in un mondo che ancora oggi fa distinzioni di genere in ambito sociale, politico e culturale, il cinema a sfondo omosessuale si rende quasi necessario, per raccontare una parte di quella società volutamente oscurata e spesso quasi umiliata dal volere comune. Ad Hollywood pochi anni fa l’Academy riuscì nell’impresa di non premiare un capolavoro come Brokeback Mountain proprio per non ‘sdoganare’ un certo tipo di film, arrivando negli anni ad umiliare titoli come I Love You Philip Morris e a spedire in televisione una pellicola di Steven Soderbergh con protagonisti Michael Douglas e Matt Damon. Costo: poco più di 5 milioni. Ebbene quel film è stato finanziato dalla HBO ed è appena finito in Concorso al Festival di Cannes. Fino a quando l’omosessualità continuerà ad esser vista come ‘altro’, come qualcosa di pericoloso, dannoso, provocatorio o anche solo ‘censurabile’, i Festival del Cinema gay che nascono e si evolvono in tutto il mondo non solo meriteranno di esistere, ma ‘dovranno’ resistere, anche se non soprattutto in un periodo di crisi come questa.
Con il via del Torino LGBT Film Festival prenderanno vita anche due nuove sezioni, la Vintage, che riproporrà vari classici della cinematografia mondiale, da Improvvisamente l’estate scorsa di Joseph L. Mankiewicz a Satyricon di Fellini, passando per Belli e Dannati, Il portiere di notte e La Patata Bollente, e Lesbian Stories, che proporrà titoli a sfondo lesbo.
11 i lungometraggi in concorso, 6 i documentari, 20 i cortometraggi, per un Festival nato nel 1986, e dal 2005 amministrato dal Museo Nazionale del Cinema con il sostegno degli assessorati alla Cultura della Provincia e della Citta’ di Torino, e con il contributo del ministero per i Beni e le Attivita’ Culturali e della Fondazione Crt.
Qui troverete l’intero programma, buon Torino LGBT Film Festival 2013 a tutti.